UN GRIFONDORO FRA I SERPEVERDE

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Sirius Black non poteva ancora credere a quello che era successo neanche cinque minuti prima nella Sala Grande della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: il Cappello Parlante lo aveva smistato nella casata di Grifondoro, il che per voi potrebbe essere una fortuna, ma per un membro della famiglia Black era peggio della fine del mondo magico.  Il sangue gli si era gelato nella vene quando sentì quel nome, si aspettava di essere smistato fra i Serpeverde, come ogni degno componente dei Black, non che la cosa gli piacesse sia chiaro, ma il ragazzo non poté far a meno di pensare alle urla e a tutte le maledizioni che la madre, Walburga Black, gli avrebbe lanciato al suo ritorno dalla scuola.
- Complimenti giovane Black - la voce apparteneva ad uomo alto, magro e molto vecchio, aveva una barba argentea infilata nella cintura per quanto era lunga. Indossava una tunica color verde smeraldo ed uno strano cappello a punta, scrutava il ragazzo con gli occhi luminosi di un azzurro chiaro. L'uomo era Albus Silente, il Preside di quella scuola.
- Coraggio, audacia, fegato e ovviamente la cavalleria; una tra le migliori case secondo il mio modesto parere. - appoggiò la mano delicata sulla spalla del giovane Black e con una leggera spinta lo aiutò ad accomodarsi nell'immensa tavolata dei Grifondoro, dove tutti lo stavano guardando allibiti, ma sopratutto sorpresi.
Una volta che si fu seduto, Sirius abbassò lo sguardo, cercando di spazzare via dalla sua mente ogni sorta di pensiero sulla madre e su tutti gli altri componenti della famiglia, e finalmente la professoressa McGranitt passò ad un altro ragazzo che fu smistato nella casata di Tassorosso.
Passò molto tempo prima che tutti i ragazzi del primo anno furono smistati nelle loro case, e Sirius non aveva mai alzato lo sguardo dal tavolo tranne quando una ragazzina si era messa a piangere perché era stata smistata tra i Serpeverde.
Il ragazzo non si contiene, rese fino alle lacrime coinvolgendo l'intero tavolo di Grifondoro. Un ragazzo, un po' più basso di lui, con un paio di occhiali gli si avvicinò e gli batté una mano sulla spalla. "Sei forte Black, neanche un'ora ad Hogwarts ed hai già fatto fare una figuraccia a quei viscidi dei Serpeverde." I due si guardarono negli occhi riconoscendo una complicità che non avevano mai provato in vita loro.
"Piacere comunque, James Potter."
"Piacere James."
Le risate cessarono non appena la professoressa McGranitt urlò alla sua casa di fare silenzio, successivamente per magia le tavolate si riempirono di ottimo e squisito cibo, Sirius, felice come non mai si immerse nel suo pudding. James lo guardò esterrefatto.
"Nato Babbano eh?"
Il sangue di Sirius ribollì nelle vene e in un attimo si trovava in piedi con tutti gli occhi puntati contro. Di nuovo,
"Come osi? Sai chi sono io? Sirius Black, membro di una delle più antiche e nobili case del Mondo Magico. Solo Purosangue!"
"SILENZIOO!" ripetè la professoressa e Sirius si sedette ritornando a guardare il piatto.
Che aveva fatto? Perché essere un Black lo doveva spingere a tanto? Non avrebbe mai voluto reagire in quel modo, ma la sua famiglia così voleva. È così che un Black si comporta.

Dopo la cena i ragazzi del primo anno furono accompagnati dai prefetti nel loro dormitorio. Quello di Grifondoro si trovava in una delle innumerevoli torri del castello e a guardia dell'entrate c'era un quadro che rappresenteva il ritratto di una signora molto paffuta... Decisamente troppo paffuta pensò Sirius.
"Ok ragazzi, attenzione perché non ho intenzione di ripetermi. Per entrare nel dormitorio bisogna dire una parola d'ordine alla Signora Grassa, questa parola d'ordine cambierà ogni anno ed è inutile dirvi che non dovete assolutamente dirla a nessuno, soprattuto agli schifosi Serpeverde." i ragazzi applaudirono e il prefetto lentamente alzò il petto mettendo in mostra la spilla.
"La parola d'ordine di quest'anno è -Pudding Molliccio-" il ritratto si aprì lasciando intravedere un piccolo e stretto corridoio buoi dal qual i ragazzi entrarono nel dormitorio di Grifondoro.
Sirius si sentì praticamente a casa. I colori caldi del rosso e del dorato lo resero calmo e fu così che si avvicinò a Potter, che stava parlando con degli studenti più grandi di alcune ragazze che aveva notato sulle scale, Sirius si fece ancora più forza e riuscì a chiedere scusa al ragazzo.
Fu così che quella notte mentre James russava nel letto di fianco al suo che Sirius pensò a quanto fosse perfetto quel posto.
Era libero, o almeno, era libero fino a quando la madre non fosse venuta a conoscenza degli eventi di quella giornata.
Dormì sereno, come non faceva da tempo e la mattina dopo si ricordò il bellissimo sogno che aveva fatto.
Era una specie di cane nero e correva verso l'orrizzonte in mezzo alle montagne del Galles con il vento che gli rinfrescava il muso.

Sirius Black e la Maledizione dei PurosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora