BUGIE, VERITÀ E UN PAIO DI DENTI ENORMI

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Peter Minus stava esaminando con le sue mani paffute ed avide un sacchetto di caramelle. I suoi occhi però non si staccarono neanche un secondo dal volto di Sirius Black, che stava dettagliatamente spiegando a James Potter quello che aveva detto alla madre e alla cugina il giorno prima.
"Che coraggio..." disse emozionato Peter, che mai avrebbe pensato di parlare in tale modo ad un qualsiasi componente della sua famiglia... neanche al suo topo.
"Quindi rimarrai qui?" a parlare era stato James che nel frattempo si stava sistemando i capelli scurissimi e gli occhiali.
"Certo."
Sirius Black era il ragazzo più felice dell'intero mondo magico in quel momento: per anni era stato sotto il mantello della madre, rispondendo solo agli ordini qualsiasi essi erano. Ora invece sapeva che avrebbe potuto costruirsi una nuova identità, una che lo rispecchiasse, e la sua mente aveva già pensato a qualcosa.
"Parliamo del piano ragazzi, vi va? Che ne dite di stasera?" Peter Minus sputò la decina di caramelle che aveva appena messo in bocca.
"St-stasera-a?"
"Si certo. Sono passate quante settimane dal mio ultimo avvistamento? Parecchie, è arrivato il momento di agire."
"Perfettamente d'accordo Sirius. Peter, tu verrai con noi. Che ti piaccia... O meno." il ragazzo piccolo e grassoccio non ebbe neanche il tempo di ribattere: in quel momento Pivellus stava attraversando il loro stesso corridoio. James fece per parlare ma per la prima volta fu interrotto da Sirius.
"Ehi Pivellus!" gridò. Il volto di Piton si fece nero come la pece, i suoi occhi divennero due fessure minacciose, ma questo non intimorì affatto il nuovo Sirius. "Avis!" improvvisamente un piccolo stormo di uccelli svolazzò intorno alla bacchetta del giovane Black. "Oppugno!" fu così che le creature iniziarono a volare bruscamente in direzione di Severus Piton, pronti a graffiargli l'intero volto solo per il divertimento del loro evocatore.
Pivellus tentò di portare alla memoria qualche Incantesimo di Difesa, ma alla fine capì che l'unica cosa da fare era scappare. E così fece, corse per molti corridoi con gli uccelli che lo seguivano e lo ferivano.
Sirius rise e guardò i suoi compagni estasiati.
"Da sballo." Sussurrò James seguito da un profondo ooh di Peter.
"Poi me lo insegni." aggiunse Potter.

La sera sembrava non arrivare mai, e in cuor suo Sirius Black sapeva di essere nervoso all'idea di dover parlare con la ragazza dai capelli blu. Beth, il suo nome, un respiro di vento gelido che gli purificava l'anima... si poteva provare qualcosa di simile per una perfetta sconosciuta? Per una femmina? Così, mentre l'intera classe seguiva la lezione di Storia della Magia, l'ultima prima della cena, lui sognava ad occhi aperti la sua dama.
"Signor Black! Sembra che qualcuno l'abbia stregata insomma! Stia attento!" tuonò il professore, ma il ragazzo non ne voleva sapere: Beth era il suo unico pensiero.
Fu così che l'ira del professore crebbe a dismisura, quindi cacciò il giovane Black dalla sua classe seguito da una ventina di punti in meno per i Grifondoro.
Beth stava già creando scompiglio nel suo cuore e nella Coppa delle Case. Non potè far a meno di ridere mentre tornava alla Torre Grifondoro per prepararsi per la cena.

"Amico che cos'hai per la testa?" esclamò James Potter, "Abbiamo già perso dieci punti ieri..."
"Per colpa tua, James."
"Questo non è importante, il punto è che quei mangia letame di Serpeverde sono i primi in classifica e Tassorosso ci ha appena superati! NON POSSIAMO ASSOLUTAMENTE PERMETTERCI DI PERDERE ALTRI PUNTI!" James Potter rimase per qualche istante senza fiato, con la vena del collo ingrossata e pulsante sotto gli occhi di Sirius.
"Tu, James Potter, sei ossessionato da questa competizione."
"E tu, Sirius Black, hai qualcosa che non va e non me lo cuoi raccontare."
"Infatti." concluse lui.

La cena passò velocemente e il cuore di Sirius batteva all'impazzata: presto, anzi prestissimo avrebbe rivisto Bethany Campbell, che in quel momento era seduta a metri di distanza da lui a chiacchierare con le sue amiche.
Quando tutti si alzarono lei gli passò davanti guardandolo dolcemente e con un accenno di ironia negli occhi. Inutile dire che Sirius impazzì e al suo amico James Potter, che aveva osservato ogni cosa, tutto fu finalmente chiaro.
"Ti."
"Sei."
"Innamorato! Stupido Black, quando pensavi di dirmelo? Ti maledirei subito se non fossimo a scuola."
Sirius sentì improvvisamente caldo.
"NON È VERO!"
"Si! Non dirmi bugie Sirius, ho visto come ti guardava quella ragazza... tra l'altro è uno schiant" non terminò la frase per via di un incantesimo che gli si schiantò in viso. Quando si rialzò James Potter aveva denti enormi e Sirius Black la bacchetta puntata verso di lui.
"Non è vero." sussurrò.
"Tu fei paffo!" strillò Potter un attimo prima che la professoressa McGranit piombasse su di loro prendendo Sirius per la manica della tunica e trascinandolo verso il suo ufficio.
In quel momento, tra le risate dei Serpeverde che ancora erano rimasti nella Sala Grande, Sirius capì che quella sera non ci sarebbe mai stato un incontro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 12, 2016 ⏰

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Sirius Black e la Maledizione dei PurosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora