~Capitolo 2~

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Il giorno seguente, tranquillo come sempre, Kiku si era svegliato per primo, e aveva deciso di preparare la colazione sia per lui che per l'amicone, ancora perso nel mondo dei sogni.
Stava girando lentamente dentro il pentolino, quando d'un tratto, sentì un leggero, ma acuto, peso sulla clavicola sinistra.
Dopo aver realizzato cosa, anzi, chi avesse poggiato il proprio mento sulla sua clavicola, e avesse appeso il braccio lungo il petto, cominciò ad avvampare in volto e rimase paralizzato.
Le sue guance si erano tinte di un rosso fuoco che contrastava con il suo pallore, in quel momento, roseo.
Non ci sono dubbi che il suo imbarazzo lo aveva travolto nonostante continuasse a desistere. Non riusciva nemmeno a formulare una frase. Eccetto:
<<A-A-Alfred-sama...c-cosa state facendo?!>>avrebbe voluto urlarli, ma riuscì solo a sussurraglielo.
Alfred, al contrario, rimase immune con quella sua espressione assonnata con cui era entrato nella stanza.
<<Niente, perché? >>rispose come se niente fosse, confuso tutto in un brontolio.
<<M-mi impedite di cucinare...>> giustificó.
Ma era più per il fatto che Alfred avesse un contatto fisico troppo vicino che per altro.
Quando il caldo respiro dell' amico finì per l'avvolgere il suo collo, Kiku arrivò al limite.
<<Per favore toglietevi!>> urlò senza un tono autoritario. Teneva gli occhi strizzati.
<<Ok...>> disse Alfred "liberando" dalla sua morsa Kiku.
Poi si andò a sedere al tavolino senza aver tralasciato alcuna emozione. Lasciando l'amico scosso e rosso.

Dopo un po', Kiku tornò meno scosso dall'accaduto, portando due vassoi di simili portate. Appena Alfred adocchió la colazione tanto attesa, li si illuminarono gli occhi ed esclamò
<<Evvai! Finalmente si mangia!>>
Prese poi le due bacchette per spezzarle.
<<L'attendevate così tanto Alfred-san?>> domandò retorico il giapponese con un leggero sorriso sulle labbra.
<<Già>> rispose Alfred mordendo il primo boccone di quel cibo in riso dal nome impronunciabile.
I due cominciarono a mangiare chi con calma, chi con frenesia.
Alfred, però, era nuovamente perso nei suoi pensieri. Cercava il coraggio di dirlo a Kiku. Di dirli ciò per cui era veramente venuto in Giappone.
Vedendolo con lo sguardo perso, assente e masticando lentamente, Kiku divenne preoccupato.
<<Qualcosa non va Alfred-san?>> domandò.

O la va o la spacca

Pensò Alfred prendendo tutto il coraggio necessario.
<<Kiku. Devo dirti una cosa.>> disse con una tale fermezza da stupirsi da solo.
<<Em... si Alfred-san?>>
<<Voglio visitare il bosco!>>
Per poco Kiku non si strozzó nel bere quel succo di frutta all' albicocca.
<<Tutto ok?>> domandò Alfred tendendo una mano all' amico, che quest'ultimo scansó rassicurandolo con un <<non ti preoccure...>>
<<Ok...>> disse Alfred con una punta interrogativa nel suo tono <<...Comunque, hai sentito ciò che ho detto?>>
<<Certamente, la vostra ennesima stravaganza>> sarcasticó.
<<Cos...Non è una stravaganza!>>quasi urlò contrario.
<<Alfred, non potete dire sul serio. Solo un depresso andrebbe a suicidarsi in quel bosco...>> tentò di convincerlo Kiku.
<<...vi chiedo di ragionare per bene a ciò che dite. Davvero volete andare nel bosco Kajitsu?>> lo guardò con una tale intensità nello sguardo.
Alfred si sporse verso l'amico tenendolo con lo sguardo serio che non si adattava per niente alla sua faccia.
<<Lo voglio Kiku. L'ho progettato per tutti questi anni e non ho intenzione di mollare proprio ora.>>
La sua voce era profonda, era magnetica, era...diversa.
Per quanto tempo conoscesse Alfred, questa, non se la sapeva spiegare.
Per un attimo rimase a scrutare quello sguardo cercando di capirne i segreti. Ma giunse alla conclusione che, anche Alfred, possedeva lati nascosti dal suo carattere vivace.
<<Va bene Alfred. Rispetto la tua decisione.>> disse Kiku abbassando il capo per nascondere quel sorriso che si era formato.
<<Però, dovete ascoltare queste mie parole...>>
Alfred annuì.
<<...In quel bosco, ci sono spiriti disturbati. Il bosco Kajitsu è la loro dimora. Non permettono a nessuno di entrarci. In casi rari sono capaci addirittura di uccidere. Per questo ti chiedo di essere molto cauto, con gli occhi sempre aperti, e non farti abbindolare facilmente da niente e da nessuno. Capito?>> terminò Kiku.
Vide Alfred perso con lo sguardo, di nuovo. Temette che non avesse ascoltato le sue avvertenze.
<<Eh? Si si, ho capito tutto Kiku.>> assicurò incerto il ragazzone facendo un sorriso a trentadue denti. Ma in realtà non aveva ascoltato molto - per non dire niente - di ciò che aveva detto Kiku.
<<Si certo...>> disse Kiku rassegnato.
Purtroppo Alfred era un tipo non molto attento...ecco. "Impulsivo" è il termine adatto.
Però, in compenso, partiva all' attacco con le "armi" giuste. Si può dire che è uno dei suoi grandi pregi. Come la solarità, la condizionabile allegria, ecc.

Alfred è Alfred:irrecuperabile.

Americano x YokaiWhere stories live. Discover now