Yumi
«Io e tuo padre divorziamo.» disse mia madre.Alla fine delle lezioni,mentre stavo tornando a casa,mi chiama dicendomi che lei e mio padre dovevano dire a me e a mio fratello Hiroki una cosa molto importante. Ho pensato:"Che sarà mai,forse partiranno per un viaggio di lavoro,di sicuro niente di grave" ma non avrei mai pensato che divorziassero.
«Cosa?» riuscì a dire solo questo con un misero filo di voce. Ero scioccata! Perché mai dovrebbero farlo? Siamo una bella famiglia che vive in armonia,non litighiamo quasi mai e se delle volte succede,facciamo sempre pace.
Decisamente non capisco.«Pensiamo che sia meglio per entrambi.» aggiunse mio padre.
«Pensate che sia meglio per entrambi?! E a me non ci pensate? A Hiroki?» Avevo iniziato ad alzare la voce cercando di trattenere le lacrime che volevano uscire a tutti i costi,dicendomi:"Non adesso,non qui,Yumi" Non dovevo crollare proprio in quel momento,soprattutto davanti a loro.
«Tesoro,cerca di capirci.» Intervenne mia madre con fare calmo.
«Va bene,ho capito. Se é quel che volete allora vi auguro il meglio.»
Mi alzai dal divano,salii in camera mia e la chiusi a chiave per poi cadere a peso morto sul mio bel adorato letto.
Non avevo voglia di vedere nessuno in quel momento.
Volevo piangere,ma non ci riuscivo.
Volevo urlare,ma non potevo.
Volevo scomparire dalla faccia della Terra,ma avevo troppa fifa per farlo.
Così mi diressi in bagno,mi levai la maglietta restando in reggiseno e jeans e guardai il mio corpo riflesso sullo specchio.
Feci qualche giravolta su me stessa,sfiorandomi il viso e scendendo fino ad arrivare alle coscie
Guardati,fai schifo. Non riesci nemmeno a piangere per quanto sei debole. Sei solo una perdente,una nullità,Yumi Ishiyama.
Non ti vuole nessuno.
Ti dovresti vergognare di esistere.Ovviamente la mia mentalità mi ripeteva di continuo quanto io sia inutile e insignificante. Un piccolo puntino rosso nell'universo infinito. E io,non so perché,le davo ascolto.
Così aprii l'armadietto che era attaccato allo specchio e presi la lametta che normalmente uso per depilarmi. Peró il brutto é che in quel momento non l'avrei usata per depilarmi...
Sono solo stanca della mia vita. Nessuno e dico nessuno,nemmeno i miei amici potevano capire come mi sentivo:
Vuota e con un buco nel petto difficile da chiudere.
Non potevo parlarne con qualcuno.
Questa é la mia guerra,e per quanto io sia orgogliosa non voglio l'aiuto di nessuno.
Posso sfogarmi solo su me stessa.
Così mi feci coraggio e premetti con forza quel piccolo e indifeso oggetto sulla pelle del mio braccio sinistro.
Un taglio,due tagli,tre tagli.
Più andavo a fondo,più il vuoto che avevo dentro si riempiva.
Avvertii un formicolio,un piacere e mi uscì una lacrima. Ma nonostante ció io stavo bene,mi sentivo veramente bene.E infatti una parte di me stava bene ma l'altra diceva che non potevo andare avanti in questo modo,che nonostante io mi sentissi bene non facevo altro che farmi del male.
Fissai le ferite che si erano formate e il sangue fuoriusciva cadendo nel lavandino che aveva preso il colore di un rosso vivo,cosa che mi fece tornare nella realtà.
Tentai di coprire i tagli più profondi con dei cerotti,mi rimisi la mia maglia nera a maniche lunghe e lavai il lavandino con l'acqua del rubinetto senza usare stracci
E mi promisi che quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta che avrei fatto una cosa del genere e che nessuno sarebbe dovuto venire a sapere il mio più intimo segreto.
Rimasi in camera mia tutto il pomeriggio,non sono uscita nemmeno per fare cena,nonostante i miei mi avessero chiamato una decina di volte.
Quindi andai a dormire molto presto consapevole del fatto che il giorno seguente sarebbe stato una merda e che avrei affrontato come se niente fosse accaduto.
La mattina seguente mi svegliai molto presto con ancora addosso i vestiti che portavo. Sollevai con cautela la manica della maglia dando una piccola occhiata alle ferite che mi ero procurata ieri. Solo ora mi rendo conto quanto brucino e che alcuni tagli sono ancora freschi.
A questo punto decisi di mettermi una garza sostituendo i cerotti facendo molta attenzione a non farmi male e guardai l'ora sul display del telefono: 6:15.
Con molta calma,cercando di non svegliare i miei e mio fratello,mi diressi in cucina,presi lo zaino per la scuola e dopo aver lasciato un biglietto per non farli preoccupare con su scritto che mi ero svegliata presto ed ero andata a sbollire la rabbia facendo due passi,uscii di casa.
Quel giorno tirava una brezza fredda nonostante stessimo a metà maggio e visto che il sole non era ancora sorto del tutto il cielo si era colorato di un arancione intenso.
Avevo bisogno veramente di scaricare la tensione perció verso le 6:40 mi incamminai per la scuola dove mi sarei un po' sfogata in palestra.
Infatti,dopo essermi cambiata, mi sfogai su una povera palla da boxe tirando pugni e calci,uno sempre piu forte dell'altro. Così forte da riuscire quasi a romperla.
«Cosa ti ha fatto di male quel sacco?»
Una voce alquanto famigliare comparve dietro le miei spalle.
«Niente,non si usa così?» risposi senza neanche voltarmi cotinuando a picchiare il povero sacco blu.
«Bhe,in pratica sì. Ma tu sembri molto arrabbiata con quel sacco,vero? Qualcosa non va?»
«Tranquillo,Ulrich. Va tutto bene» risposi finalmente girandomi e facendo vedere il più bel falso sorriso che io sia mai riuscita a fare.
«Sì,certo. Senno non ti troveresti qui a quest'ora. Siediti,dobbiamo parlare»
E questo é il capitolo numero dueee.
Ho cercato di allungarlo un pochino,spero vi piaccia! Buonanotte ❤
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Skins |Code Lyoko|
Teen FictionDopotutto,anche i Guerrieri Lyoko sono adolescenti e forse,grazie a XANA,non adolescenti come gli altri. Ma cosa succederà adesso visto che il virus é stato definitivamente sconfitto e il supercomputer finalmente spento?