Un mondo distante - L'Amore (pt2)

22 1 0
                                    

Vorrei fare qualcos'altro poiché la mia vena artistica non si è ancora esaurita ma davvero non so cosa, tra l'altro inizio a sentirmi stanco dopo avere creato oggetti così enormi.

Forse ora dovrei dedicarmi a qualcosa di più piccolo, del resto le opere migliori lo sono grazie ai piccoli dettagli. Raccolgo quindi le mie mani a formare una coppa e mi concentro affinché una luce si accenda al suo interno, mi focalizzo su di essa finché un bellissimo fiore germoglia da essa per poi sbocciare con un colore bellissimo, rosso acceso. Stupito e meravigliato guardo il mio artefatto.

Sento qualcosa crescere dentro di me, un'emozione che si accende e via via si espande. Sembra gioia, ma non è tale. No, è qualcosa di più. Credo che si chiami Amore. Amore per me stesso, amore per tutto ciò che mi circonda e che da me è nato. Credo che sia esso che tiene acceso il sole che illumina il mondo e che riscalda il suo nucleo di fiamma. Lentamente mi alzo, voglio donare il mio amore a questo mondo che ho creato così avvicino il fiore alla bocca mentre esso si divide in tante piccole particelle e con un leggero soffio lascio che esse si disperdano in ogni direzione.

Ecco fatto, ora si che mi sento stanco ma soddisfatto e di conseguenza ne approfitto per sdraiarmi e dormire.

Quando mi sveglio sento che il rumore della pioggia è svanito. Mi chiedo quanto il mio sonno sia durato, per quello che ne so potrei avere dormito addirittura per degli anni interi e ciò trova una conferma quando mi accorgo che le rocce all'entrata della grotta non sono più aguzze e taglienti bensì dolci e affusolate segno che il vento le ha levigate per molto molto tempo. Con passo incerto avanzo verso la luce del mondo esterno, sono preoccupato, spero non sia accaduto niente di spiacevole nel frattempo.

La scena che mi si para davanti mi lascia senza parole: un sole splendente fa brillare le bianche vette delle montagne mentre al posto delle desolate pianure di roccia nuda si estende una vasta e rigogliosa foresta che all'occhio pare fatta di smeraldo con alberi altissimi che sembrano voler toccare il cielo e rampicanti che scalano le montagne adiacenti.
Discendo con foga il pendio su cui mi trovo per immergermi e sprofondare in questa meraviglia che è nata da me e che decido quindi di chiamare natura. Passo varie ore a cogliere il profumo dei fiori, a sfiorare le piante con le dita e ad arrampicarmi sugli alberi quando decido di rimettermi finalmente al lavoro.

Penso a lungo, cosa manca ancora? Mi guardo attorno pensieroso e alla fine mi accorgo che è tutto davvero troppo tranquillo, certo sono circondato dalla vita ma le piante non possono camminare, saltare ne tantomeno volare. Voglio riempire il mio mondo con forme di vita più complesse, mi accorgo però che ciò costituisce un compito assai arduo. Inizio quindi col creare animali minuscoli, a quali però dono numerose zampette per scappare via veloci e un guscio esterno per proteggersi dalle creature più grandi. Faccio poi correre sul suolo piccoli animaletti dalla grigia pelliccia e dalla coda rosea che rosicchiano e si nutrono di bacche ma non darò loro vita facile perché creature che strisciano ed altre ancora che volano daranno loro la caccia senza tregua. Inizio a prenderci davvero gusto e mi diverto così a creare delle buffe creature mangia frutta che vivono sugli alberi e da un ramo all'altro si muovono con grande agilità grazie alle loro mani prensili, a guardarle sono grandi la metà di me. Mentre le osservo fare balzi spericolati penso, di chi saranno prede loro? Decido così di creare un essere che incuta timore e meraviglia al tempo stesso e decido che farà lui il predatore massimo in questa fitta giungla.
Raccolgo una roccia acuminata e mi faccio un taglietto sulla mano, lascio cadere del sangue a terra e da li nasce una nuova forma di vita, con quattro zampe possenti ma agili, artigli e fauci affilate, capace di arrampicarsi sugli alberi e al tempo stesso di vedere al buio. Il suo manto color della fiamma è ricoperto da striature nere a simboleggiare la morte che essa porta mentre il ventre candito esprime tutta la sua leggiadra. Essa mi guarda negli occhi riconoscendo in me il suo creatore e rapida com'è apparsa svanisce nella vegetazione.

Niente male ammetto e ammetto anche di aver finito le idee per il momento, giusto in tempo perché si è fatto sera. Decido di ammirare il tramonto dalla riva di un bellissimo lago ma una volta che il sole è calato l'oscurità regna sovrana ed io mi sento nuovamente solo. Credo che mi manchi qualcosa, anzi, qualcuno. Ho bisogno di un altro essere come me con cui condividere tutto questo, altrimenti l'intera esistenza non avrebbe senso. E dove trovo qualcun altro come me? Non so nemmeno da dove sono sbucato io, però me lo sono sempre chiesto. Del resto ho ben pochi ricordi oltre al nulla ma ora qualcosa sta cambiando, tutte queste cose che ho creato... è come se portassero con se un ricordo. Come ho fatto a immaginarle, un po' è come se le avessi avute da sempre nella testa. Se non posso trovare qualcun altro come me, almeno cercherò di crearne una copia. Da dove partire? Io sono una creatura senziente dotata di emozioni. Esatto! Emozioni, ma quale pero? Guardo quello che ho costruito attorno a me e capisco subito la risposta. Una persona deve nascere dall'amore. Un volto affiora la mia mente e per un attimo capisco cosa sto per fare...

DreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora