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Quando fini definitivamente la giornata scolastica Giorgia e Chiara mi fermarono e iniziarono a parlare dei preparativi per la serata... Intanto in lontananza vidi Filippo parlare con Gabriele. Continuava a guardarmi e io guardavo lui per capire cosa volesse. Dopo un po' distolsi lo sguardo. Non lo sopportavo.
"Allora, passerà a prenderci tutte Filippo... A casa di chi ci facciamo venire a prendere dere?" chiese Chiara.
"A casa mia va benissimo!" risposi io. "E casa tua sia" disse ridendo Giorgia. "Io porerò un po' di vestiti, scarpe e trucchi..."
"Anche io, poi decidiamo insieme cosa mettere ok?"
"ok, alle cinque a casa mia, allora." "Va benissimo! A dopo ragazze"
"A dopo!" e fu così che ci incamminano tutte verso casa.
Erano le due quando finalmente arrivai.
"Sono tornata!" avvisai mia madre. "Bentornata tesoro"rispose.
Andai in cucina per pranzare con lei e dirle della festa.
"Ehi mamma stasera vado ad una festa. Per te va bene, giusto?"
"Con chi vai?" chiese.
"Con i soliti: Giorgia, Chiara... insomma loro" "Non ti scaldare... Era solo una domanda...Gabriele viene?" "si. Viene anche lui" dissi sbrigativa. Perché doveva sapere esattamente con chi andavo ad una festa: cosa cambiava?
"Starai attenta e non berrai, o almeno non troppo. Promesso?"
"Promesso mamma"
"Va bene, puoi andare."
"Grazie mamma!" feci un piccolo strillo e le circondari il collo da dietro la sedia sulla quale si era seduta per poterla abbracciare.
Facemmo pranzo e mia madre partì per andare al lavoro.
"Ah, mamma, in tintoria, stamattina, non trovavano il tuo camice. Ho detto che saresti passata tu."
"ok, grazie. Penso che passeró domani pomeriggio quando ho finito il turno prima di tornare a casa. Ora vado. Ciao amore, divertiti stasera e sii prudente!" mi guardò con un sorriso e fece un occhiolino."
"Si mamma, sarò prudente... Buon lavoro! A domani pomeriggio."
Uscì. Rimasi da sola. In realtà sola non ero, per fortuna, c'era Bella, la mia cagnolina.
A proposito sarebbe dovuta uscire per la solita passeggiata, quindi presi il guinzaglio e la portai a fare un giro veloce nel parco che era nel mio isolato. Si erano fatte le tre quando stavo tornando a casa, quando incontrai Nicola: la festa sarebbe stata a casa sua. "Ehi bellissima, ci sarai stasera alla festa?" "Ciao. Ehm... Si vengo stasera!"
"Bene. A dopo dolcezza." continuai per la mia strada velocemente... Mi chiedevo quale problema avesse Nicola con i soprannomi e i nomignoli... A quanto pare gli piacevano particolarmente però. Nicola era il migliore amico di Luca. Cazzo. Perché penso sempre a lui? Dovrei smetterla. E sarà esattamente ciò che faro. Determinazione Emily, determinazione. Vi siete amati, é stato tutto bellissimo, ma ora lui non c'è più. É così, basta Era stupendo come la mia voce interiore a volte riuscisse a farmi sentire così male da farmi sembrare d'avere un buco nello stomaco.
Aprii la porta ed entrai. Non sapevo bene cosa fare. I compiti li avevo fatti i giorni precedenti e non ne avevano dati di nuovi. Inoltre volevo riposarmi nel frattempo che aspettavo Chiara e Giorgia.
Così mi misi a guardare un film in TV. Ma credo che mi addormentai subito perché mi svegliai sentendo il campanello suonare più volte insistentemente. Guardai l'orario: erano le cinque e un quarto. Cavolo. Erano sicuramente chiara e Giorgia chiese fuori da più di dieci minuti... Andai verso la porta e aprii: "Dove cavolo eri?!" "Finalmente! Che stavi facendo?" "pensavamo ti fossi barricata in casa e non volessi aprire alle tue migliori amiche." mi chiesero scherzosamente ma probabilmente leggermente infastidite ( le capivo) "Scusate ragazze, ma mi ero addormentata sul divano" e feci una faccia dolce e scherzosa per chiedere scusa.
"Andiamo su in camera dai..." dissi guidandole e facendole entrare. "Si, veloci che siamo in ritardo!" disse Chiara.
"Non riesco a trasportare la borsa, come faccio ad andare veloce se solamente il camminare é faticoso?!" disse Giorgia infastidita dal fatto che non riuscisse a trasportare la sua borsa: o meglio, le sue dieci borse infilare insieme dentro un'unica borsa.
Io e Chiara iniziammo a ridere: la sua figura era affaticata e stava facendo una fatica immensa a quanto pareva. "Se invece di ridere mi desse una mano ne sarei contenta!" disse mentre era intenta a continuare la sua scalata con quella borsa.
Io e Chiara le demmo una mano e giungemmo finalmente in camera mia.
Sparsero tutte le loro robe sul letto matrimoniale, sui tappeti, sulla specchiera, nel bagno e dentro la doccia: volevo bene ad entrambe, ma erano state un po' esagerate nel portare le loro cose.
Io misi un vestito lungo fino a metà coscia, nero con ricami sul petto e sui fianchi, delle scarpe con il tacco nere e sistemai i capelli piastrandoli. Mi truccai e presi il giubbini in pelle. Ero pronta.
Chiara mise una gonna in pelle nera e una camicia nera trasparente con delle scarpe nere con il tacco. Prese anche lei una giacca per sopra. Arricciò i capelli e su truccò.
Giorgia invece, indecisa come sempre alla fine mise dei pantaloncini corti neri a vita alta con un top nero abbinato. Sopra mise una giacchetta di jeans e pelle: amavo la sua giacca e una volta me la feci anche prestare, era davvero ben fatta e mi piaceva per il doppio tessuto. Mise anche lei dei tacchi neri. Si sistemò i capelli e si truccò anche Giorgia, solo che a differenza mia e di Chiara ci mise un secolo in più.
Eravamo tutte e tre pronte.
Potevamo uscire.
Finalmente.

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