XXIX ⚜ Come una regale principessa

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«Respira, Ale, non stai per andare al tuo matrimonio!»

«Matrimonio? Questo è anche peggio! Dio misericordioso, scommetto che farò una delle mie solite figuracce e- Ahi! Attenta con quel pettine, mi stai uccidendo!»

«Cuore, sei tu che non hai voluto seguire il mio brillante suggerimento. Ieri sera, vorrei ricordarti, ti ho portata da una delle migliori hair-stylist di tutta Dite e cosa hai voluto fare? Una semplice spuntatina ai capelli! Menomale che l'hai chiesta, perché le doppie punte crescevano che era una bellezza».

Althaea sbuffò, mentre l'amica riprendeva a pettinarle i capelli. Imprecò varie volte, mentre Charlotte svolgeva il suo compito come se nulla fosse.

«Guarda che ci sento benissimo, sai? Non ho mai visto così tanti nodi nemmeno su una barca, porco Acheronte! Precisamente, da quanto non ti tagli i capelli?»

Althaea parve essere presa in contropiede della domanda. «Beh, in realtà non me li taglio da quando è morto mio padre» disse, greve. La nobile capì e riprese a pettinarla con più delicatezza. Sapevano entrambe che parlare dei loro genitori era doloroso, ed il loro rapporto era fondato su una contagiosa quanto spregiudicata allegria. Già, Charlotte con l'albina si era ritrovata a sorridere in seguito ai grigi anni dell'adolescenza. Dove l'unico sfogo era suonare il suo amato pianoforte, correre all'alba per scaricare i nervi, piangere lacrime amare in un isolato vicolo dei più remoti bassifondi. Era ben lontana da raggiungere una felicità ed uno stato d'animo più stabile, ma con Althaea ci era riuscita. Le aveva parlato di piccoli segreti oscuri mai rivelati a nessuno, di piccole paure che ancora percuotevano il suo animo, aneddoti accaduti quando era solo una gaia e felice bambina. Le aveva raccontato del suo diario, ricolmo non delle sue grigie giornate, ma di citazioni di libri, dei fiori che amava raccogliere all'alba, quando nessuno ancora osava svegliarsi e della sua collezione di pietre preziose rubate dai forzieri del padre. A sua insaputa, ovviamente.

La rossa sorrise, tristemente. «Beh, non è giunta l'ora di darci un taglio?» Althaea alzò un sopracciglio, non capendo la battuta, mentre l'amica sospirò, posando il pettine ed intrecciando le lunghe e sottili ciocche, ai lati della nuca, in due piccole trecce. Le fermò con una forcina nera decorata da una rosa rossa, perfettamente intonata agli occhi ed al vestito.

«Dici che a Seth piacerò?» chiese la giovane, perplessa. Charlotte riprese ad intrecciare altre ciocche di capelli, inserendo qua e là piccole e raffinate perle nere.

«Perché non dovresti, Ale? Sarai stupenda, la donna più bella che lui abbia mai visto!» cinguettò, sorniona. Althaea non pareva molto convinta, ma raddrizzò con fierezza la schiena, mentre l'altra svolgeva il suo lavoro in silenzio.

Angeli & Demoni: l'AccademiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora