GENN'S POV
Aveva le cuffie nelle orecchie, ormai così rovinate da graffiargli l'orecchio quando se le toglieva a volte, i Led Zeppelin risuonavano a volume troppo alto, ma nemmeno faceva caso alla musica perso com'era nei propri pensieri.
Camminava con il naso rivolto verso il basso e si picchiettava le dita sulla coscia a tempo di musica, inciampò un paio di volte ripetendosi di stare più attento, prima di cadere del tutto e sbucciarsi il mento e la mano destra.
"Merda." Sussurrò mentre si puliva le mani sui jeans e si alzava lentamente. Nessuno lo aveva visto, ringraziò il cielo in silenzio e si sistemò il cappello sulla testa togliendo i capelli castano chiaro dalla fronte.
Tornò veloce a casa per vedere cosa si era combinato e beh, visto allo specchio non era proprio uno bello spettacolo, il mento era tutto graffiato con una ferita piena di sangue, le mani bruciavano come se le avesse lasciate per secondi interi sul fuoco, fece il grandissimo sforzo di mettere l'alcol su tutte le ferite, imprecando mentalmente per il bruciore. Dopo aver finito, uscì di nuovo come se nulla fosse, tanto nessuno era in casa.
Erano le 23.30, un sabato sera triste come tutti gli altri, cosa fare?
Gli suonò il telefono nella tasca.
Da Alex:
C'è una festa al Milky, vedi di darti una mossa!
Troppo entusiasmo secondo i suoi gusti ma decise di andare comunque, voleva fumare qualcosa, magari ubriacarsi e dormire su una panchina nel parco, solo per sentirsi più leggero.
Arrivò dopo circa un quarto d'ora, si tolse il cappello e la giacca di pelle all'entrata, si addentrò nel locale poco illuminato e pieno di gente cercando il suo amico, ed eccolo lá seduto su un divanetto con una bottiglia di birra alla bocca mentre rideva con un gruppo composto da ragazze e ragazzi di forse due anni più piccoli, si avvicinò piano e salutò.
"Amico!" Disse a voce alta Alex, lui fece solo un cenno con la mano. "Che ci fai qui?"
"Mi hai mandato un messaggio, sei così ubriaco da non ricordartelo nemmeno?" Chiese stizzito mentre si tirava su le maniche del maglione per il caldo, l'altro cominciò a ridere di nuovo senza motivo, così decise di sedersi e aspettare che qualcuno gli passasse almeno una sigaretta o qualche alcolico.
"Io vado al bar!" Urlò una di quelle sedute al suo stesso tavolo. "Qualcuno vuole qualcosa?"
"Qualcosa di tanto alcolico." Rispose Genn, allargando le gambe per stare più comodo e smettere di sudare per un po'. L'altra alzò il pollice e sparì.
Il ragazzo abbassó lo sguardo sul tavolo e vide un paio di sigarette intatte, ne tirò su una e se la mise alla labbra esultando dentro di sé, l'accese con l'accendino che teneva nei pantaloni e prese una lunga boccata, facendo poi i cerchi con il fumo.
"Ah, sia benedetto il Signore..." Disse contento.
"Ma sta zitto, manco ci credi in Dio!" Gli ripose Alex.
"Fatti i cazzi tuoi tu invece, va bene?" Gli sputò; parlavano così, a rispondersi male tutto il tempo, o non dirsi niente per ore, sentirsi una volta ogni tanto, ma sapevano entrambi che senza l'uno, l'altro non poteva esistere, erano attaccati da un filo invisibile che non si sarebbe mai rotto. Si volevano bene, ma nessuno dei due lo dava mai a vedere, solo quando erano troppo ubriachi per ricordarselo, forse...
"Hey, si tu come ti chiami... Il tuo drink!" Disse la rossa che gli era andato a prendere da bere, lo prese senza ringraziare e prese un lungo sorso.
Che schifo é... Pensò prima di guardare il bicchiere e finirlo tutto di un fiato mentre Alex gli passava uno scioltino di vodka, e giù pure quello.
"Vado a pisciare." Annunciò anche se sapeva che non sarebbe fregato niente a nessuno, qualcuno lo guardò, alcuni neanche alzarono lo sguardo.
Aveva i capelli sulla fronte bagnati di sudore, scrollò la testa e li mise di lato.
Camminava lentamente mentre cominciava a sentire l'alcol fare qualche effetto, stava ancora bene ma poteva già cominciare a sentire la solita felicità senza motivo degli alcolici, sorrise da solo mentre andava verso il bagno.
"Lasciami stare, cazzo!" Sentì urlare dal bagno degli uomini, era una ragazza.
Che cos-... Non fece in tempo a finire il pensiero e si sentì lo schiocco di uno schiaffo sulla guancia della ragazza, entrò di corsa nel bagno e vide la scena: un ragazzo, avrà avuto quattro o cinque anni più di lui, teneva incollata al muro una ragazza, lei era più giovane, avrà avuto si e no diciassette anni.
"Che cazzo fai!?" Urlò mentre lo prendeva e lo allontanava. L'altro gli tiró un pugno in piena faccia facendogli sanguinare il naso, barcollò per un attimo prima di rispondere con altro pugno al suo stomaco, dalla bocca del bastardo uscì un suono strozzato, Genn non perse tempo e lo riempi di botte finché non lo vide andarsene di corsa, si appoggiò esausto al lavandino e riprese aria più volte per far passare il fiatone.
Si rese conto all'improvviso che la ragazza era ancora lì accanto a lui, attaccata al muro con una guancia rossa, spaventata e con le lacrime agli occhi, lo guardava e le tremavano le gambe, la guardò a sua volta, non riuscì e smettere finché disse qualcosa senza nemmeno accorgersene.
"Vattene, prima che torni per entrambi." Disse... Con dolcezza, una cosa veramente innata per lui, la prese per il polso e la spinse verso la porta senza che lei proferisse parola.
Rimase pietrificato a guardare la porta per quelli che furono minuti interi poi, ripresosi all'improvviso dall'ipnosi corse verso l'entrata, chiese cappello e giacca e corse via, nel buio, verso casa sua.
Si chiuse la porta di casa dietro di sé, si sedette lentamente sul pavimento.
"Un altro bel casino insomma, eh Genn?" Si disse ad alta voce nella casa vuota, rise di gusto da solo, si portò le mani alla faccia e riuscendo a farsi male da solo graffiandosi la sbucciatura sul mento si morse un dito per il bruciore, dandosi del coglione svariate volte.
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Runaway from me. | GennButch.
Fanfiction"Non dovresti starmi vicina, non sono fatto per te." Sussurrò guardandola con quegli occhi color ghiaccio. "Io non scappo." Rispose stringendogli la mano, lui aumentò la presa. "Scappa, veloce se puoi..." Sussurrò ancora più piano, baciandole la m...