ALICE'S POV
Si svegliò di scatto e boccheggiò, erano già le sette del mattino e non aveva chiuso occhio, beh finché non ci era riuscita e si era ritrovata ad avere gli incubi. Sentiva ancora la mano del ragazzo che ieri sera l'aveva portata nel bagno sulla bocca, le toccava il sedere e le stringeva forte il fianco per farla camminare, alzò la maglia del pigiama e vide un livido violaceo sul fianco infatti, si stropicciò gli occhi per non far scendere le lacrime createsi e si sdraiò di nuovo guardando il soffitto.
Quel ragazzo, l'aveva salvata, e non aveva avuto neanche la decenza di ringraziarlo.
Che stupida...
Era alto, magro, con gli occhi celesti, quasi fossero di ghiaccio, aveva i capelli castano chiaro attaccati alla fronte mentre riempiva di botte l'aggressore. La ragazza si chiedeva ancora come avesse fatto a mandarlo via visto che l'altro era una testa più alto di lui...
Si sentiva sporca come non mai, sentiva quelle mani schifose ancora su di sé, ma la mano del suo salvatore sul suo polso, la faceva sorridere un po' ripensandoci, aveva sentito un brivido quando l'aveva toccata, e quando le aveva parlato? Aveva una voce bellissima, roca al punto giusto. Non riusciva a capire perché si fosse messo in mezzo anche se non la conosceva, che senso aveva rischiare di farsi uccidere per una sconosciuta? Più se lo chiedeva, più sentiva di non riuscire a trovare una risposta logica.
Finalmente prese la decisione di alzarsi e andare a fare una doccia, rimase sotto l'acqua per una mezz'ora buona, mentre si lavava il corpo quasi raschiando via lo sporco che sentiva addosso, riuscì ad irritarsi la pelle per la forza con cui si strofinava con le mani il sapone sul corpo, poi uscì di fretta per non prendere freddo e si guardò allo specchio: i lunghi capelli marroni le ricadevano lisci fino ai fianchi quasi, gli occhi verdi erano cerchiati da due occhiaie orribili, si passò le mani sul viso e poi si andò a vestire.
Tutta vestita con un maglione, jeans e converse bianche, si sedette sul letto continuando a pensare.
Si ricordò improvvisamente che il ragazzo che era entrato a salvarla, aveva una ferita sul mento e che quando le aveva preso il polso, aveva sentito la pelle graffiata del suo palmo, cominciò a chiedersi cosa mai gli fosse accaduto, poi ricordò che si era girato a guardarla per qualche secondo, mentre il naso gli sanguinava e respirava pesantemente.
Non lo rivedrai mai più, falla finita. Pensò innervosita da sé stessa.
Scese di sotto a fare colazione.
"Buongiorno piccola." Le disse contenta sua madre, come faceva la gente a essere felice di prima mattina era proprio un mistero.
"Giorno." Rispose, sedendosi al tavolo e bevendo il caffè.
"Ieri ti sei divertita?" Ad Alice le si irrigidirono le spalle, le rilassò velocemente, poi fece di sì con la testa. "Di tante parole stamattina insomma." Le disse l'altra, Alice si alzò e andò di corsa a prendere la giacca di sopra.
"Mamma, vado a prendere una boccata d'aria, okay?" Le urlò dall'altra stanza mentre apriva la porta di fretta e usciva senza sentire la risposta.
Camminava senza meta masticando nervosamente una gomma, si guardava spesso intorno come se qualcuno la seguisse, poi si sedette su una qualsiasi panchina.
Si mise a scorrere i vari social network finché non fece per alzarsi e si scontrò con qualcuno.
"Dio, sta attenta!" Sputò l'altro. Ed eccolo lì, il suo salvatore, lo guardò ipnotizzata, poi lui alzò lo sguardo e rimase pietrificato a sua volta. "Tu..." Cominciò addolcendo il tono.
"Ieri..." Prese a dire lei interrompendolo, aveva paura di fare qualche dei suoi soliti casini così semplicemente gli disse: "Grazie, mi hai salvata."
L'altro la guardava fermamente negli occhi, con le mani lungo i fianchi, poi rispose quasi senza muovere la bocca.
"Prego." Disse facendo una mezza risatina a causa del nervosismo, tirò fuori dalla tasca una sigaretta e se l'accese velocemente, poi si girò a guardarla. "Beh allora ci vediamo..." Disse mentre già aveva ripreso a camminare, la ragazza riprese a respirare e si sedette di nuovo, lo guardava allontanarsi con quel suo passo sicuro e il cappello in testa, le mani nelle tasche del giubbotto nero.
Come ti chiami? Si chiese nella testa mentre l'altro svoltava a sinistra, sparendo dalla sua vista.
[...]
Erano le 8.00 ed era già seduta al suo banco in classe, aspettando arrivare tutti gli altri, suonò la campanella in anticipo rispetto al solito, così cominciò a tirar fuori i libri.
La giornata passava velocemente, ma si sentiva ancora scossa per il sabato, come gli era passato per la testa di andare a ballare con quella scema di Zoe, e quando si parla del diavolo... Eccola lì, mentre la veniva a salutare; era la sua migliore amica ma ogni tanto la portava in situazioni poco carine.
"Ehi, Alice!" E l'abbracciò, l'altra la guardò per qualche secondo. "Sabato sera ti ho persa, dove sei andata?" Chiese preoccupata, all'oscuro di tutto.
Zoe era una ragazza con gli occhi color cioccolato e i capelli rossi, era un rosso naturale che chiunque avrebbe invidiato, aveva qualche lentiggine sulle guance. Era alta qualche centimetro più di lei.
Alice le raccontò tutto, però decise di omettere di aver incontrato il ragazzo anche ieri al parco.
"Descrivimelo un attimo." Disse guardando persa davanti a sé.
"Ehm, quale dei due?" Chiese piano la mora.
"Quello buono." Dandole una gomitata e sorridendole. Glielo descrisse e l'altra si girò a guardala di scatto. "Forse ho capito di chi parli!" Alice sentì lo stomaco rigirarsi come quando si va sulle montagne russe. Guardò la rossa incitandola a continuare.
"Credo sia amico di Alex, quello con i capelli neri che veniva in classe con me fino all'anno scorso, era stato bocciato un paio di volte." Si lisciò i capelli con le mani. "Si, comunque, verso la mezzanotte é arrivato il ragazzo che ti ha salvata, era scontroso parecchio e mi ha chiesto di andargli a prendere da bere senza nemmeno ringraziarmi!" Esclamò battendosi una mano sulla coscia, prima di riprendere di nuovo. "Poi si è finito tutto in sorso, ha preso qualcos'altro da bere e una sigaretta, poi è andato in bagno e penso debba aver incontrato te." Disse senza tono.
"Come si chiama!?" Chiese impaziente l'altra tirandole la maniche della felpa.
"Alice." Disse girandosi dall'altra parte, per poi riportare gli occhi su di lei. "Ma che ne so!?"
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Runaway from me. | GennButch.
Fanfic"Non dovresti starmi vicina, non sono fatto per te." Sussurrò guardandola con quegli occhi color ghiaccio. "Io non scappo." Rispose stringendogli la mano, lui aumentò la presa. "Scappa, veloce se puoi..." Sussurrò ancora più piano, baciandole la m...