Pillow Talk

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LOUIS


Presi una mela al volo, passando dalla cucina. Ne presi un gran morso, sentendo subito il succo leggermente acido del frutto rosso.

"Buongiorno" la voce squillante di Lottie che era girata a cucinare, mi fece sobbalzare.

"Anche a te" sussurrai portandomi una mano sul petto.

Lei si girò sorridente.

"Cuor di coniglio!" ridacchiò accennando al mio spavento.

"Se magari tu non starnazzassi come una gallina forse..." le sorrisi. Il suo volto si scurì e abilmente mi tirò uno straccio in faccia.

"Stronzo"

"Ti voglio bene" le dissi "David?" le chiesi.

"A lavoro" scrollò le spalle "oggi devo portare le bambine a danza, ma possiamo fare qualcosa insieme dopo" mi propose.

Sospirai: ultimamente non avevo voglia di fare nulla. Dopo la litigata con Harry avevo deciso di staccare la spina per un po', andando da mia sorella Lottie. Tenevo il telefono spento da molti giorni, continuavo a ricevere messaggi e chiamate da me non gradite.
Avevo detto a Ed di non chiamarmi inutilmente, l'avrei contattato io oppure ci saremmo rivisti fra due settimane.
Tutta NY, persino il mio appartamento mi ricordava Harry. Non smettevo di pensare a lui.
Lottie aveva capito che quel tasto in doveva essere nemmeno sfiorato con una piuma: gli avevo detto che c'era stato un uomo e che alla fine tutto era andato a monte, per l'ennesima volta. Non avevamo più parlato di questo, mi concentravo sulle mie nipotine e su Lottie, che con la sua personalità frizzante non vedeva l'ora di coinvolgermi nella sua vita informandomi minuto per minuto degli ultimi anni.

Io ascoltavo, felice del fatto che per un momento la mia mente era concentrata su altro che non fosse Harry.

Harry e i suoi ricci, le sue labbra e le sue dannate mani piene di brillanti eleganti. Harry e la sua camminata sensuale, le sue gambe lunghe e le sue cosce calde. Mi mancava la voce di Harry, il suo profumo, il colore limpido dei suoi occhi.

In quel momento qualcosa si spense e si leggeva sulla mia faccia. Lottie si corrucciò, preoccupandosi.

"Non fa niente se non ti va" sussurrò.

"Scusa, Lottie" scrollai le spalle "mi spiace"

"Vorrei solo che tu me ne parlassi" si morse il labbro.

"Non è importante" mormorai.

Li venne verso di me "si risolverà tutto"

"Promesso?" le chiesi, allignando il mignolo. Lei roteò gli occhi divertita.

"Quanti anni hai?"

"Abbastanza per fare questo genere di cose" ridacchiai "allora?". Lei intrecciò il suo mignolo con il mio.

"Promesso" mi sorrise.

"Posso andare io a prendere le ragazze a danza oggi.... Ma non ho voglia di uscire o fare altro. Magari un film stasera" lei annuì.

"D'accordo"

"Vado a correre" comunicai, uscendo di casa.

Il sole brillava nel cielo, ma non faceva troppo caldo. C'era il tipico venticello del mattino, che permetteva di stare benissimo a maniche corte senza sentire freddo.

I just can't take my eyes off youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora