No pressure

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HARRY

Ero sveglio, ma non volevo aprire gli occhi. Desideravo soltanto tornare a dormire ancora un po', cosa che però mi fu ostacolata dal gran mal di testa che cominciò a pulsare nelle mie tempie. Ondate di dolore andavano contro le pareti della mia testa, facendomi mugolare di rimando. Convinto da quelle sensazioni, aprii gli occhi trovandomi in una posizione alquanto insolita: il mio cuscino era caldo, morbido, abbronzato ma soprattutto respirava. Mi tirai su velocemente, maledicendomi per la fretta.

Disteso accanto a me c'era Louis, senza maglia; il suo collo era colorato da vari morsi e baci e una grande erezione premeva contro i suoi pantaloni. I suoi capelli erano spettinati e le sue ciglia riposavano tranquille lungo le sue guance. Mi morsi il labbro, mentre il mal di testa andava a disturbare quella meravigliosa vista. Dovevo sapere: ci ero andato a letto? Ci eravamo parlati? Si era spogliato e quei succhiotti erano stati fatti da qualcun altro? A quel pensiero m'infastidii, decidendo che era tempo di chiedere a chi sapeva le risposte. Scossi cautamente Louis, mentre lui mugolando contrariato, apriva piano piano i suoi occhi blu.

"Harry?" domandò guardandomi.

"Che è successo?" gli chiesi. Lui sbuffò chiudendo gli occhi, rilassandosi di nuovo.

"Nulla di che" mi liquidò, cercando di tornare a dormire.

"Perché sei senza maglia? E quei succhiotti? La festa com'è andata, come sono finito in camera tua e soprattutto io sono arrabbiato con te!" buttai fuori d'un fiato arrossendo, mentre lui mi guardava di nuovo rassegnandosi ad abbandonare il suo sonno.

"Non sembravi tanto arrabbiato ieri sera" ammiccò, girandosi su un fianco. Gli tirai uno schiaffo sul braccio.

"Dimmi che è successo!"

"Eri ubriaco, ti ho portato a casa, ci siamo urlati addosso, mi hai baciato, quasi stuprato e poi beh, ti ho convinto a dormire e a placare i tuoi ormoni" arrossii.

"Non abbiamo fatto nulla quindi?"

"No" sbuffò, richiudendo gli occhi.

"E i succhiotti.....?" lo guardai speranzoso. Il cuore mi batté più forte, volendo sapere subito la risposta, in modo quasi urgente. I suoi occhi azzurri si velarono di divertimento e sfida.

"Tutti tuoi" sorrise "contento?" sbuffai, sentendomi però sollevato.

"Abbiamo fatto pace?" giocherellai con i miei anelli.

"Quante domande di prima mattina, Harry!" mi morsi il labbro.

"Dai, rispondi" lo scossi piano. Lui si tirò su, cominciando a togliersi i pantaloni.

"Con te ubriaco direi di sì, con te sobrio non saprei" mi guardò, gattonando fino all'inizio delle coperte, per ficcarcisi dentro "puoi venire se vuoi" si accoccolò sul cuscino, arricciando le labbra.

"No..." Risposi, senza alzarmi.

"Mi spiace essermi arrabbiato, non ne avevo il diritto. È la tua vita... Mi dispiace" sussurrò "sono uno sciocco egoista, ma adesso, per favore, vieni qui?" miagolò.

"Perché egoista?" sorrisi, cominciando a togliermi la camicia.

"Sei cattivo, lo sai perché" io ridacchiai. Lui aprì gli occhi "mi mancheresti troppo" il mio cuore perse qualche battito e l'ossigeno non andò al cervello. Mi tolsi i vestiti superflui, rimanendo in boxer esattamente come lui. I suoi occhi mi scannerizzarono a fondo, non lasciando nessun lembo di pelle fuori dal suo campo visivo. Sospirò, richiudendo gli occhi. Mi misi sotto le coperte accanto a lui, contornando la sua mascella con le dita, tracciandone così il particolare contorno. Lui si avvicinò e d'istinto lo abbracciai, sentendo il suo naso sfiorare il mio collo.

I just can't take my eyes off youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora