Now or Never

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HARRY


Entrai nel salone assonnato, con il mio solito caffè caldo in mano. Il locale era arioso e riccamente arredato: c'era un divanetto al centro di pelle bianca, con sopra cuscini rosso mattone. Grucce piene di vestiti dominavano la stanza, insieme a pannelli in sughero appesi al muro colmi di bozze di modelli per la mia nuova linea. Al fondo della sala, davanti all'ingresso, c'era una piccola porta dalla quale si entrava nel mio ufficio.

Sulla destra erano presenti macchine da cucito su appositi tavoli e molti manichini pieni di spille o stoffe colorate ancora informi. Sulla sinistra vi erano i computer per visualizzare le foto e la macchina fotografica di Niall.

"ciao Niall" gli sorrisi.

"Hey harry" mi salutò felice per poi tornare velocemente a lavoro.

Il pavimento e le pareti erano in legno chiaro e le numerose finestre facevano entrare molta luce. 

"Bisogno di qualcosa ?" Sam, la mia nuova segretaria, si sporse all'entrata del mio ufficio.

"Sono arrivate le stoffe che avevo ordinato?" chiesi.

"Si, o quasi, tranne la seta celeste, ho chiaramente protestato e preteso uno sconto" roteai gli occhi.

"Bene, allora dì a Claire.." 

"Di cominciarea lavorarle? Già fatto" disse lei "altro?" io sorrisi.

"No grazie, fra poco mi troverò disoccupato visto che la mia presenza qui è inutile" lei rise, andandosene.

Controllai le mail al computer e feci qualche telefonata. A breve avrei lanciato la mia linea personale e chissà forse sarei perfino riuscito ad aprire una boutique tutta mia.

Feci ruotare la sedia su cui ero seduto e scrutai fuori dalla finestra mordendomi il labbro. Era passato circa un mese da quando io e Louis ci eravamo finalmente chiariti. Era stato piuttosto difficile riguadagnare la sua fiducia come dal principio, ma ci avevamo lavorato su insieme.

Lui non mi aveva permesso subito di fare molte cose : ci vedevamo di rado, il contatto fra noi era al minimo e non potevo biasimarlo per questo. Lo avevo invitato a numerosi appuntamenti, senza baci, senza strette di mano, solo noi che parlavamo all'infinito dei nostri progetti.

Nonostante la sua rabbia era stato proprio lui a supportarmi e convincermi ad aprire qualcosa di piccolo, ma tutto mio. Speravo che lui sarebbe venuto a lavorare con me e che formassimo qualcosa io e lui, ma Louis aveva declinato l'offerta e aveva detto che avrebbe continuato il suo lavoro all'Adidas in cui si trovava estremamente bene.

Mi aiutò in tutto: scelta del nome, del posto, che cosa produrre. Ero colpito dall'estrema facilità di Louis di mettere da parte la sua sofferenza e darmi tutto l'aiuto di cui avevo bisogno. Il mio cuore si strinse un po'. Lui mi mancava e il senso di colpa si appesantiva sempre di più.

"Harry, c'è Louis" mi disse Sam contenta. Io mi ricomposi subito: non avevo alcun diritto di far vedere a Louis il mio dispiacere. Se lui stava facendo un enorme sforzo per ricominciare da zero, dovevo farlo anche io.

"Hey" mi disse entrando nell'ufficio e richiudendo la porta dietro di sè.

"Ciao" gli sorrisi andandogli in contro. Mi sporsi per provare a lasciargli un bacio sulle labbra, ma velocemente si girò. Decisi di lasciarglielo sulla guancia. 

"Come va il lavoro?" chiese.

"Tutto bene" dissi io scrollando le spalle "manca ancora molto".

"Sarà un successo" disse sfogliando distrattamente dei disegni "che volevi dirmi?" mi guardò negli occhi. Le sue iridi azzurre mi trafissero e io mi sentii ancora più in colpa. Come avevo potuto pensare solo a me stesso e ferirlo? Avrei tanto voluto abbracciarlo, ma dovevo rispettare i suoi spazi e i suoi tempi mettendo da parte per una volta quello che volevo io.

I just can't take my eyes off youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora