Capitolo 5

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Girai la testa e vidi il volto di Kenny dormire profondamente. Mi alzai dal letto molto piano, in modo da non svegliare la mia amica, ma un doloroso mal di testa mi fece mettere le mani sul capo e piegarmi, fino a cadere in ginocchio sul pavimento.
Per fortuna Kenny si alzò e mi portò subito in bagno, dove prese degli antidolorifici dal cassetto dell'armadio. Mi ripresi subito e poi mi sedetti sul letto:

"Ti senti meglio?"chiese preoccupata

"Si si, grazie"risposi sospirando

"Oggi dovrebbero arrivare le sue signore di cui parlava tua madre adottiva nella lettera. Tra quanto pensi saranno qui?"

"Non lo so, spero presto"dissi mentre presi il telefono per vedere l'orario

Per fortuna era sabato e non dovevamo andare a scuola. Mi alzai dal letto e dissi a Kenny che andavo in cucina per fare colazione, mentre lei decise di farsi una doccia calda.

Scesi le scale, presi il cartone del latte e la marmellata dal frigo e li appoggiai sul tavolo per poi prendere il caffè dalla dispensa con una busta di fette biscottate ai cereali, le mie preferite.
Riscaldai il latte in un pentolino e poi versai il caffè. Aprì la busta delle fette biscottate e spalmai un po' di marmellata su 6 di esse. Versai il caffè-latte dentro 2 tazze e poi aspettai che Kenny finisse di lavarsi per fare colazione in compagnia

Quando anche lei fu in cucina, lessi nei suoi occhi un'aria depressa, come se qualcosa la turbasse.

"Kenny, qualcosa non va?"le chiesi preoccupata

"Veramente si"rispose triste "è da più di 2 settimane che tengo questa ferita e non vuole rimarginarsi. Ogni volta l'avvolgo con delle bende disinfettate ma non sembrano fare effetto"

Notai la ferita che le aveva fatto quel demone e mi chiesi come tutto questo potesse accadere proprio a me. Prima la mia migliore amica che evoca un demone chissà come. Poi Damien che crea un posto infinito totalmente bianco dove si possono creare un sacco di cose solo sforzando e allenando la mente e che poi non si sa come adesso non funzioni più. E ancora scopro che i miei veri genitori mi hanno abbandonata chissà quando e quelli adottivi hanno fatto lo stesso. Tutto questo crea timore dentro me. Ho sempre più paura di quello che potrebbe accadermi ma sento che più avanti le cose si sistemeranno, o almeno lo spero.

"Kenny, so che quelli che sto per dirti non Ti piacerà molto ma....perché non provi a rievocare il demone per chiedergli come si cura una ferita del genere?" chiesi speranzosa in un <si>

"Oh, no no no! Non voglio incontrare di nuovo quel demone schifoso" disse staccandosi dalla tazza di ceramica

"Io mi sto preoccupando della tua salute Kenny.
E se tu poi, per colpa di quella ferita, ti sentissi veramente male? I tuoi genitori non sanno nemmeno come te la sei procurata, come farai a spiegarglielo? Provaci, ti chiedo solo questo. Ci sarò io mentre lo evocherai, non ti lascerò sola tranquilla" dissi alzandomi dalla sedia e avvicinandomi a lei dandole una carezza sulla guancia e guardandola dritta negli occhi.

"Lo farò solo se ci sarai anche tu" disse sorridendo

"Certo. Sarò sempre incollata a te, qualunque cosa accada"

"Grazie, grazie davvero. Non saprei come fare senza di te"

"Kenny Kenny Kenny" dissi scuotendo la testa e copiando le stesse parole che mi disse il giorno prima "quante volte altre ti dovrò dire che sarò sempre al tuo fianco?" al ché lei si mise a ridere e mi abbracciò.

Le ore passavano e delle signore che dovevano badare a me nemmeno l'ombra. Prima che arrivasse mezzogiorno decisi di andarmi a fare una passeggiata al parco e poi accompagnare la mia amica a casa sua. Per fortuna i miei genitori adottivi mi avevano lasciato le chiavi di casa.

Prima di uscire lasciai un bigliettino attaccato fuori dalla porta dell'ingresso per le badanti con su scritto:

"Signore, se siete arrivate prima di me vi prego di aspettarmi. Sarò presto di ritorno.

Debora"

Ci preparammo per poi uscire. Il sole picchiava sulle nostre teste nonostante fosse appena iniziato l'inverno. Poco più avanti della mia casa, c'era un piccolo parchetto dove andavo sempre da bambina. Ci saremmo sulle panchine e parlammo del più e del meno per poi alzarci e andare a casa di Kenny.

Arrivate a casa della mia amica, entrammo nella sua stanza per evocare il demone:

"Allora, sei pronta?" dissi sospirando

"Io si, tu?"

"Si. Comincia"

A quel punto Kenny iniziò a pronunciare parole in greco credo. Prede un libro alle sue spalle e lo aprì. Da esso uscirono tantissime lettere che girarono fino a creare un piccolo vortice per poi schiantarsi a terra, creando una specie di sigillo. Poi Kenny prese una moneta d'oro e la mise nel libro. Lo chiuse e lo gettò sopra il sigillo.
Una persona cominciò ad uscire da esso. Aveva le corna nere, uno sguardo tagliente con occhi rosso sangue e la pelle era tra il marrone e il rosa.
Poi disse:

"Rieccoti. Hai ripensato alla mia offerta signorina?" disse con voce bassa e rauca

"No. Ti ho rievocato solo per chiederti come faccio a guarire da questa dannatissima ferita che mi hai procurato rispose Kenny con rabbia

"Lei chi è?" chiese guardandomi dall'alto al basso

"Una mia amica, ora rispondi alla mia domanda"

"È semplice" disse guardandosi le unghie "dovrai solo accettare la mia offerta"

"Non c'è un altro modo" chiese la mia amica preoccupata

"In teoria si ma....sei troppo giovane per farlo" rispose questo con sguardo malizioso

"Non penserai mica...." chiese lei sbiancando

"Io non ho detto niente, sei stata tu a pensarlo" rispose lui con un sorrisetto

"Ti prego, dimmi come devo fare. Mia madre comincia ad insospettirsi ed io non voglio continuare a mentirle, mi sento in colpa" continuò questa tristemente

"Visto che non sono come agli altri demoni ti concedo una possibilità, ma non dovrai più disturbarmi che sia chiaro!"

"Certo certo, non lo farò più" disse Kenny come se fosse rinata

"Tieni" disse il demone dando in mano una boccetta di vetro dorato a lei "basta che ne verserai qualche goccia su tutta la ferita e in poco tempo guarirà. E ora non provare più a richiamarmi, o te la vedrai col vero demone che è in me!" tuonò poi

"Si sta tranquillo, non lo farò più"

"Addio, giovane donzella" disse lui baciandole una mano

"Ehm...addio" rispose lei guardandolo scomparire nel pavimento

Poi ci guardammo tutte e due negli occhi e, alla fine, dissi a Kenny che io dovevo assolutamente andare in caso le due badanti fossero arrivate.

Corsi subito a casa e notai che le signore erano fuori dalla porta ad aspettarmi. Corsi incontro a loro dicendo che ero io Debora e che ero andata ad accompagnare una mia amica a casa sua.

Le feci entrare e ci conoscendomi un po'.

La prima si chiamava Denise. Lei era alta e snella e sulla trentina credo. Aveva dei lunghi capelli biondi avvolti in una treccia, degli occhi color ambra e delle labbra rosse e sottili.

La seconda, invece, si chiamava Lara. Un po' più bassa rispetto a Denise. Sembrava più autoritaria e seria. Aveva dei capelli a caschetto castani e degli occhi marroni con le labbra carnose e rosa.

La giornata passò veloce. Non feci un gran ché. Mi limitai ad ascoltare musica e a scherzare e parlare con le due badanti. Poi, verso tarda sera, mi andai a coricare.

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