Capitolo 6

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Mi alzai e notai che ero di nuovo in quel posto infinito bianco ma ora non c'era più la casa che creai con Damien, ora non c'era più niente.

"Damien" urlai "sei qui?"

"Debora"

Sentii una voce molto sottile provenire in lontananza

"Damien sei tu?"

"Si Debora, aiutami!"

"Dove sei?"

"Segui la mia voce"

Incominciai a correre verso la voce di Damien, che continuava a gridare. Quando arrivai lo vidi immerso in una pozza di sangue. Mi avvicinai e lo girai a pancia in su. Vidi il ragazzo con un pugnale conficcato nella spalla:

"Damien" dissi mentre mi coprivo la bocca con una mano "ma che cazzo è successo?"

"Ti prego aiutami, ti spiego dopo" disse tossendo

Presi il pugnale e lo sfilai dalla sua spalla, seguito da urla strazianti di lui. Notai che quell'arma, oltre ad essere piena di sangue, aveva la punta dorata e molto affilata. Subito dopo scomparve nel nulla.

"Ora dimmi chi è stato a farti questo" dissi aiutandolo ad alzarsi

"Appena sono arrivato qui non riuscivo ad alzarmi, credo ero bloccato da qualche strano effetto. Davanti a me c'era una persona con un mantello nero ed era incappucciata, quindi non ho potuto vedergli il volto. Ha cominciato a dire che questo mondo sarà la mia fine e che se avessi provato a cercarlo lui mi avrebbe ucciso"

"E come facciamo a scoprire chi è?"

"Non lo so, dobbiamo cercare un modo"

"Per adesso dobbiamo vedere come curarti, quella ferita non mi piace affatto"

Ed era vero. Quel buco che le aveva procurato il pugnale continuava a perdere sangue, ma non era sangue normale, era di un colore verdastro, tendente al marrone.

"Scusa la domanda" dissi perplessa "ma come mai hai il sangue di quel colore?"

Allora Damien si guardò la spalla gocciolante e poi disse:

"Ah si, quello. È una particolarità che ho ereditato da mio padre quando ho ricevuto il potere. Questo tipo di sangue si rigenera molto più velocemente di quello normale ma ha degli effetti collaterali. Ogni mese devo incidermi una mano e bere un litro del mio stesso sangue. Non so bene nemmeno io a cosa serve ma, se non lo faccio, potrei sentirmi davvero male e i miei poteri potrebbero scomparire del tutto"

"Capito. Un'altra domanda: ma perché ieri notte non sono riuscita a venire in questo posto?"

"Ieri non mi sono addormentato, ecco perché non sei venuta nella mia mente. Se io non dormo nessuno può entrare qui dentro, anche se in teoria non dovresti esserci nemmeno tu"

"Adesso è chiaro, ora pensiamo a medicarti"

Così strappai un pezzo della mia maglia e cominciai a legarlo intorno alla spalla di Damien, in modo da fermare l'emorragia.
Mentre lo bendavo, mi accorsi che lui mi stava osservendo, come se fossi stata la prima persona a trattarlo con gentilezza. Mi girai per guardarlo

Solo in quel momento mi accorsi di quanto era bello. I suoi occhi, le sue labbra il suo fisico. A quel punto mi prese il volto e si avvicinò sempre di più a me, finché non mi baciò. Le sue labbra erano così morbide e non riuscivo a staccarmi da lui.
Continuò a baciarmi, ma poi vidi il suo volto offuscato e poi tutto nero.

***

Mi alzai di scatto e notai che ero sul mio letto. Scesi da questo, aprii le finestre e poi mi avviai nella cucina. Presi il telefono per vedere che ore erano e mi accorsi che era mattina presto. Andai a bere un po' di latte con caffè ed un cornetto alla nutella.

Denise e Lara, le due badanti, stavano dormendo nella stanza dei miei genitori adottivi.

Mi sedetti sulla sedia del soggiorno con la tazza in una mano e il cornetto in nell'altra e ripensai a Damien. *perché mi ha baciata? Insomma, ci conosciamo si e no da due mesi. Possibile che gli piaccio a tal punto da baciarmi?* dissi tra me e me.

Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che Denise mi stava chiamando:

"Debora, hey ci sei?" disse preoccupata

"Ehm...si scusa. Stavo pensando" dissi imbarazzata

"Volevo dirti che se non ti prepari farai tardi per la scuola"

"Scusa, che ore sono?"

"Sono già le sette e mezzo"

Appena Denise finì di parlare, corsi subito nella mia camera a cambiarmi e a preparare lo zaino, per poi uscire velocemente da casa e prendere la corriera.

Appena arrivai a scuola, Kenny mi corse incontro con un sorriso a 45 denti e poi disse:

"Debora! La ferita sta guarendo guarda" disse entusiasta per poi farmi vedere il braccio. Non era più violacea, ma era diventata come tutte le normali ferite ee piano piano, si stava cicatrizzando.

"Wow è fantastico. Menomale che quel demone ti ha detto come guarirla, altrimenti chissà come stavi ora"

"Già. Comunque, come ti trovi con le badanti?"

"Molto bene, sono davvero simpatiche. Non pensavo che potevi trovarmi bene con loro"

"Sono felice per te. Ora entriamo in classe che sta per suonare"

Così ci avviamo verso la nostra classe, quando una mano mi fermò. Mi girai e mi accorsi che era Damien:

"D..Damien, buongiorno"

"Scusami per ieri, e che..."

"Non c'è bisogno che ti scusi, anzi" dissi bloccandolo

"Hey che succede qui?" chiese Kenny avvicinandosi a noi

"Ehm..." rispose Damien imbarazzato

"Damien mi stava chiedendo quali materie ci sono per oggi" risposi io veloce

"Ah, ehm...si" continuò lui

"Va bene, ora andiamo Debora" disse prendendomi per un braccio e trascinandomi dentro la scuola.

Entrammo in classe e ci sedemmo sui nostri soliti posti. Le 5 ore passarono velocemente e poi tornai a casa.
Quando entrai vidi le due badanti che stavano sistemando la ccasa quando notarono che io ero tornata. Lara si avvicinò a me e disse:

"Buongiorno signorina, lo sa che giorno è domani?"

"Buongiorno. No, per colpa del troppo studio ho perso la cognizione del tempo"

"Domani è Hallowean!" disse entusiasta

"Evvero, mi ero persino dimenticata che siamo ad ottobre"

"Dobbiamo sistemare le decorazioni per domani sera" disse Denise avvicinandosi a noi

"Allora vi aiuto io" dissi battendo un pugno sul petto

Ci mettemmo a lavoro. Sistemammo delle ragnatele intorno alla porta d'ingresso con dei pipistrelli appesi ai lati. Sui mobili mettemmo tante statuine di gargoil e di vampiri e poi prepararmi in una scodella tanti dolcetti.
Qui in Inghilterra, Hallowean era la festa più popolare quindi non potevamo fare a meno di festeggiarla.

Dopo che finimmo di sistemare tutta la casa e si mangiare, salì in camera mia per fare un pisolino.

Quando mi alzai, una luce accecante mi avvolse e vidi una mano che si stava dirigendo verso di me.

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