Iniziarono le vacanze estive e ciò significava dover lavorare sette giorni su sette.
Grazie a Marianne, ero riuscita a trovarmi un lavoro come cameriera in un ristorante di lusso in centro.
I proprietari erano amici dei suoi genitori, anche se in realtà lei non sapeva minimamente chi fossero.
Pagavano bene: mille e cento dollari al mese, otto ore al giorno. Un affarone.
Così, come stavo dicendo, passai l'intera estate a lavorare, senza mai avere del tempo libero. Non che avessi da lamentarmi, mi trovavo piuttosto bene al ristorante e, sebbene molti clienti fossero davvero intrattabili e anche un po' snob, il resto del personale era davvero molto amichevole.
Sicuramente meglio di Sally o Dorothy. Non le vedevo dalla fine della gita in montagna. Un vero sollievo! A dir la verità, non avevo più visto nessuno dei miei compagni, e non credevo che li avrei più rivisti fino a quando non sarebbe iniziata la scuola. E invece, una sera, mi capitò d'incontrare James, al ristorante! Inizialmente, pensai che fosse solo un'allucinazione, poi sperai proprio che fosse qualcosa che avevo ingerito a pranzo ma, nulla da fare, era proprio lui, anche se sembrava leggermente diverso dal solito. In effetti, era vestito in giacca e cravatta e pareva più serio e maturo di quanto non lo fosse.
Era seduto su un tavolo con altre cinque persone, del suo stesso stato sociale probabilmente.
Mi nascosi dietro una colonna, di fronte alla porta della cucina, sperando che andasse qualcun altro a servirli.
Mi voltai ancora una volta a dare un'occhiata.
C'era una ragazza seduta accanto a lui, bellissima. Aveva capelli lunghi, chiari, di un giallo dorato, e occhi color nocciola.
Sarà la sua ragazza... pensai, Oh, Abby, cosa te ne può importare? Pensa piuttosto a non farti beccare!
Nulla da fare, il mio supervisore notò il mio strano comportamento e mi disse di darci un taglio. In realtà, usò altre parole, più eleganti e dal significato implicito, ma il succo era di mettermi subito al lavoro.
Così, toccò a me servire il tavolo di James.
Mi diressi verso di loro, un po' nervosa. Chissà cos'avrebbe pensato quell'idiota. Perché doveva cenare proprio in quel ristorante? Ce n'erano mille altri a New York!
《Buonasera signori, avete già deciso cosa prendere?》chiesi, con il bloc-notes in mano e lo sguardo schivo.
Cercai di non guardare dalla parte di James, ma era inutile, continuava a fissarmi come se avesse visto un alieno!
Lo ignorai e presi in fretta tutte le ordinazioni.
《Abby.》mormorò James, come incantato.
Si girarono tutti verso di lui, sorpresi. 《Conosci questa ragazza, JayJay?》chiese la ragazza accanto a lui.
Oh, Maria. L'ha appena chiamato JayJay! Le mie orecchie stanno sanguinando.
《Allora?》incalzò.
Allora dico che dovresti farti un po' i cazzi tuoi, cara mia.
《Dunque, riepilogando, due bistecche, un insalata leggera e due merluzzi.》continuai, ignorando l'imbarazzante situazione.
Così, finito di prendere l'ordinazione, feci per andarmene ma, nemmeno il tempo di fare cinque passi che venni fermata da James.
《Che c'è?》sbottai, impaziente.
《Cosa ci fai qui?》domandò, come se gli dovessi delle spiegazioni.
《Sto lavorando, genio.》
《In che senso?》
《Le persone normali lavorano per guadagnarsi da vivere.》
《È solo che non mi aspettavo di vederti qui.》borbottò, lasciandomi la mano.
《Credimi, nemmeno io.》bofonchiai.
Ci fu un momento di silenzio totale.
《Se hai finito con il tuo interrogatorio, io dovrei anche andare a lavorare, dunque, se non ti dispiace...》dissi, e me ne andai a passo accellerato.
《Aspetta.》mormorò, ma mi rifiutai di voltarmi.
Arrivai finalmente in cucina. Feci un lungo sospiro e cercai di ricompormi.
Quella serata sembrò interminabile. Dovetti fare avanti e indietro tante di quelle volte che non mi sentivo più i piedi. Danielle. Così si chiamava la ragazza seduta accanto a James.
Quando ebbi finito di lavorare, erano già le due di mattina. Dopo essermi cambiata presi la borsa e uscii di corsa. Non vedevo l'ora di ritornare a casa, farmi un bagno caldo e andare a dormire.
《Finisci sempre così tardi?》disse qualcuno alle mie spalle.
Non ebbi nemmeno il bisogno di girarmi che già sapevo chi era.
《Non hai nulla di meglio da fare che stalkerarmi?》
《No, sai, la mia vita è così noiosa.》disse James, affiancandomi.
《Mi pare che sta sera ti stessi divertendo.》
《Stai scherzando? Avrei mille volte preferito fare lezione a scuola.》
《Wow.》《Questa si che è un'affermazione azzardata.》
《No, credimi.》
Mi voltai ad osservarlo e mi venne da ridere.
《Che c'è?》chiese confuso e guardandosi attorno.
《Tu.》
《Io cosa?》
《È che non sembri nemmeno tu, vestito in giacca e cravatta.》
《Non so se prenderlo come complimento o come insulto....》mormorò, perplesso.
《Senti, io devo andare a casa...》iniziai, ma m'interruppe subito dicendomi che mi avrebbe accompagnato.
《Non ci pensare nemmeno.》
《Sono le due di mattina》iniziò《pensa se qualcuno ti aggredisse... Avrei la coscienza sporca per tutta la vita.》
《Non preoccuparti, so benissimo difendermi da sola.》
《Come quella volta che sei caduta dalla bici nel bosco.》
《Era diverso.》borbottai. 《Tu invece non sai nemmeno impugnare una scopa.》
《Cosa c'entra adesso?》
《Non lo so!》
《Comunque, come dici tu, era diverso.》disse, imitando la mia voce.
《Hey, io non parlo così》protestai, dandogli un pugno sul braccio.
《Caspita!》disse, ridendo 《Per essere una ragazza, hai molta forza.》
《Sei proprio un maschilista.》
《Affatto, penso che voi donne, spesso, siate più virili di molti uomini.》
《Come nel nostro caso?》
《Non provocarmi Abby White, ho anni di judo e karatè alle spalle, potrei mandarti dall'altra parte della strada se solo volessi.》
《Sì, e io sono Superman.》
Allora, senza nessun preavviso, mi sollevò con un braccio, e iniziò a camminare.
《Cosa diamine stai facendo? Lasciami subito!》urlai, dimenandomi.
《Te la sei cercata.》disse, visibilmente divertito.
《Stronzo, schifoso maschilista.》
《Oh, beh, hai ragione.》
《Fammi scendere o giuro che non ti rivolgerò mai più la parola!》
Finalmente si fermò e mi lasciò.
《Sei per caso ingrassata?》continuò《Pesi molto più dell'ultima volta che ti ho portato sulle spalle.》
Gli lanciai un occhiataccia e proseguii per la mia strada.
《Scherzavo!》disse, ridendo e correndomi dietro.
《Comunque, Danielle è la figlia di un collega di mio padre.》disse d'un tratto, interrompendo il silenzio creatosi.
《Non te l'ho chiesto, non mi devi giustificazioni e non m'interessa.》
《Mi andava di dirtelo.》
《Tienitelo per te.》《Non ho tempo di preoccuparmi con chi esci.》
《Io e lei non usciamo insieme.》
《Ti chiama JayJay.》
《Lo so.》borbottò《Non si può sentire.》
Mi venne da ridere. Mi guardò e si mise a ridere anche lui.
Dopo una mezz'oretta di camminata, arrivammo finalmente a casa.
《Bene, siamo entrambi arrivati sani e salvi.》proferii, fermandomi davanti al portone.
《A questo punto, la ragazza dovrebbe dare un bacio al ragazzo, che tanto ha faticato per difenderla dai malintenzionati.》
《Non sono la tua ragazza e, per giunta, non c'era nessuno per strada. L'unico stalker nei paraggi dal quale dovrei difendermi sei tu.》
《Ho fatto tutta questa strada solo per te, mi sarò pur meritato qualcosa.》
《E stare in mia compagnia non è stato abbastanza?》scherzai.
《E sarei io l'egocentrico.》bofonchiò.
Alzai gli occhi al cielo. Mi avvicinai a lui e gli diedi un rapido bacio sulla guancia.
Curvò le labbra in un sorriso.
《Se lo dici a qualcuno della scuola, giuro che ti ammazzo.》
Rise.
《Dovresti considerarti fortunata ad avermi dato un bacio sulla guancia, non lo lascio mica fare a chiunque.》
《Egocentrico, arrogante, presuntuoso e megalomane.》
《Grazie.》disse, avvicinandosi 《Tu, invece, sei gentile, simpatica, divertente, un po' acida forse, ma soprattutto bellissima.》
《Sparisci.》
《Sei impossibile.》mormorò, scuotendo la testa.
《Sono le tre. Voglio dormire. Vattene.》
《Va bene, va bene!》disse alzando entrambe le mani 《Buonanotte, bellissima.》sussurrò, avvicinandosi alle mie orecchie. Poi se ne andò.
Lo vidi allontanarsi a vista d'occhio. Aveva il passo veloce: scomparve poco dopo, dietro un angolo.
Entrai in casa, salii silenziosamente in camera e
andai a farmi una doccia veloce. Prima di andare a letto, mi diressi verso la scrivania e trassi, tra i libri che c'erano, quello in cui avevo lasciato essiccare la margherita che mi aveva regalato James.
Era ancora lì, con i petali un po' ingialliti, e, alla sua vista, una marea di ricordi mi ritornò in mente.
Curvai leggermente le labbra, nel buio che avvolgeva la stanza.
Buonanotte, bellissima.
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Tempeste e Uragani (Versione revisionata! #wattys2016)
Romance"Non importa quante battaglie dovrò combattere, finché sarai con me, so che le vincerò tutte." Abby ha 17 anni e frequenta una prestigiosa scuola di New York. Vive con la madre e il fratello in un piccolo appartamento lì vicino. Prima della scuola i...