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Mentre mi avviai alla fermata dell'autobus sentii urlare il mio nome da lontano.
«Maya!»disse la voce.
Mi girai e vidi Justin che correva con un libro in mano.
«Maya.Ascoltami.»disse.
«Come sai il mio nome?Cosa fai mi segui?!»dico fuoriosa.
«No,cioé si.Ma aspetta..»non lo lasciai finire.
«Senti,la smetti di seguirmi?Non provo nessun interesse per te e non mi piace neanche come tratti le ragazze,perció lasciami in pace.»dico girandomi.
Mi blocca afferrandomi il polso.
«Senti bimba.»dice ma lo interrompo.
«No senti tu,non montarti la testa solo per la tua fama,non verró mai a letto con te.»
«Senti,ti ho seguita per poterti ridare questo.Ti é caduto ieri mattina,quando ci siamo scontrati,e per tua informazione tu verrai a letto con me,come tutto il resto della scuola d'altronde.»sghignazzó e salì sull'autobus.Feci lo stesso e mi sedetti dall'altra parte.
Mi fissava e a volte mi faceva uno di quei sorrisetti furbi.
***
É l'ora di educazione fisica e siamo appena entrate in palestra.
«Mitchell?»disse la professoressa.
«Eccomi.»dissi sollevando il braccio.
«Bene.Direi di cominc...»
La porta della palestra si aprì e riveló il corpo di Justin con solo dei pantaloncini.
«Scusi prof. mi stavo cambiando.»si scusó.
«Bieber,sei sempre qui eh?Dai su muoviti.»
Si mise in riga e continuava a fissarmi come faceva sull'autobus.
«Mitchell e Bieber.»disse la professoressa lanciandoci il pallone da calcio.
«Bene,guarda un pó.Di nuovo insieme.»disse ironico.
«Chiudi la bocca e passami il pallone.»lo fulminai.
Mi passó il pallone mettendosi in mostra facendo tre palleggi.
Fermai la palla e feci quattro palleggi e gliela ripassai.
«Si,dai,bravina.Hai mai giocato a calcio?»
«Calcio vero,intendo.Non due passaggi tra ragazzine incapaci.»si corresse.
«Ah ah ah.Molto divertente,ovviamente ho già giocato a calcio e potrei batterti.»dissi con aria di sfida.
«Ah davvero?Bene.Allora facciamo una scommessa.Giocheremo una partita di calcio,domani alle cinque nel campo della scuola.Se vinco io questo mese dovrai dormire una settimana si e una no,a casa mia...»lo interruppi.
«Bene.»
«No,no piccola lasciami finire.E le settimane in cui non dovrai dormire da me,dormiró io da te.»propose.
«Bene.A domani.»dissi uscendo dalla palestra,essendo finita l'ora.

«COSA?!»urló Chloe mentre le raccontai della scommessa.Fortunatamente eravamo a casa mia.
«Maya io ti avevo avvertito!Ti sei bevuta il cervello?!Poi se ti stupra o ti ferisce dopo averti U-S-A-T-A,non venire a piangere da me!»disse furiosa.
«Chloe..»dissi tra le lacrime.
«Scusami..Non volevo dire quello.Maya..sono una delle ragazze che ha usato e ferito,te lo sto dicendo perché non voglio che succeda a te.»confessa.
«Cosa?!Quel...quell'essere..e tu..e voi..perché non me lo hai detto?»dico furibonda.
«Non potevo dirtelo,ti saresti arrabbiata perché ti tenevo lontana da lui,ma io ho fatto il contrario..»
«Chloe,okay dovevi dirmelo,ma stai tranquilla,non fa niente.»la rassicuro.
Mi sorrise,prese le sue cose e tornó a casa sua.
Mi arrivó un messaggio.
"Pronta per domani?;)"
Risposi subito,anche se non m'importava..
"Ovviamente."
Non persi tanto tempo a pensare a cosa scrivergli.Dopo mi chiesi come avesse ottenuto io mio numero e subito mi ricordo che nel libro che mi ha restituito avevo scritto nome,numero di telefono e indirizzo.
Mi accorsi che erano ormai le nove di sera passate e scesi al piano di sotto per prepararmi qualcosa,mangiai e andai a farmi una doccia per poi addormentarmi.
«Perché io?»chiesi in lacrime.
«Perché sei diversa dalle altre.»dice una voce proveniente dal nulla.
«Cos'ho che non va?»
«Sei diversa.»continua la voce.
«PERCHÉ IO!»
Mi sveglio di scatto tutta sudata,mi alzo dal letto e guardo l'ora.
Le 6.53,meno male,non é così presto per lavarmi,perció prendo i vestiti e mi reco dentro il mio amatissimo bagno.
Appena finisco di lavarmi sono le sette e un quarto,perció decido di andare da starbucks per provare il nuovo frullato e rifinire la ricerca su New York.

Il nuovo frullato é buonissimo,é un mix di pesca e fragola,davvero buono.
I miei pensieri vengono interrotti dalla porta del locale che si chiude alle spalle di Justin.
Appena mi vede viene a sedersi nel mio tavolo.
«Ciao piccola calciatrice.»dice ridendo.
«Hey.»dico semplicemente con la penna tra i denti.
«Che fai?Studi?»chiede.
«Già,la ricerca.»dico indicando il foglio.
«Sai,seguo i tuoi stessi corsi,solo che a quanto pare siamo due poli opposti,visto che tu stai nei primi banchi e io nell'ultimo.»ammicca.
«Non cominciare!»risposi secca.
«Senti,mi dispiace per l'altro giorno,non volevo dire che tu verrai a letto con me.So che non lo farai..»dice afflitto.
«Che c'é?»
«Niente.Andiamo a scuola insieme?Ti do un passaggio con la mia nuova auto!»chiede entusiasta.
«Ookay..»dico ridendo.
Mi apre la portiera e sfreccia via.
«Siamo arrivati,piccola Einstein.»dice.
«Perché hai questa smania di chiamarmi in tutti i modi possibili,usando per ognuno di loro il prefisso "piccola"?»chiedo mentre scendo ma mi blocca.
«Mi piace chiamarti piccola,ti si addice,sai io tra poco faró 22 anni e si presume tu ne abbia 19,giusto?»
«Ne compio diciannove il mese prossimo.»
«Ti si addice,no?»
«Già.»rispondo ed esco dall'auto.

***

Mancano 10 minuti all'inzio della scommessa tra me e quell'individuo.
Volevo stare comoda perció ho messo dei pantaloncini da basket ed una canottiera bianca con la scritta Don't touch me.
Adattissima alla circostanza.So di perdere ma tentar non nuoce.
«Pronta?»chiede Justin bussando alla porta del bagno.
«Eccomi.»

Ciao a tutti!
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Io personalmente mi sono impegnata tanto.Grazie mille!😘

STRONG.-Justin Bieber.-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora