Chapter 2

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                                                                                Judge Not

6 ore dopo...

Apro gli occhi di scatto, e vedo che erano già le 3 del pomeriggio.

'Cavolo!' sussulto io alzandomi.

Corro in soggiorno e scosto la tenda della finestra.

Vedo che un ragazzo era seduto sulla panchina di fronte a casa.

Quel gilèt a quadri era inconfondibile, Marcel.

Che carino, era venuto in anticipo.

Anche se non avevo specificato l'ora, io intendevo alle 4, ma non fa nulla.

Io non specifico mai l'ora.

Vado in camera e mi sistemo un po i capelli, mi metto una felpa.

Fingo un sorriso allo specchio e poi mi dirigo di nuovo in soggiorno.

Apro la porta e i reco in giardino.

'Ehi!' esclamo io aprendo il cancelletto.

Marcel si gira, e gli spunta un sorriso grandissimo.

Si alza dalla panchina e si ferma al cancelletto.

'Posso entrare?' farfuglia lui.

'Oh, ma certo' dico io ovvia.

Ci dirigiamo alla porta per poi entrare in casa.

'Ecco la ia umile dimora' dico io sorridendo.

Marcel resta in silenzio, con un sorriso stampato in volto.

'Allora? Cosa hai portato?' esclamo io.

'Beh... vedi... non sono bravo in matematica a dire la verità' bisbiglia con un sorriso.

Lo guardo divertita, trattenendo un risolino.

'Non è vero' esclamo io.

'Si è vero' esclama lui.

Ci fissiamo e incominciamo a ridere.

'In realtà ho portato chimica... se vuoi' dice lui.

'Oh... beh ok' bisbiglio io sorridendo.

Lo porto alla camera.

'Se vuoi puoi sederti anche sul letto, per me non ci sono problemi' dico sistemandolo un po.

'Va bene' dice lui.

Ci sediamo nel letto.

Lo vedo intento a prendere un grande libro di chimica dallo zaino, lo sfoglia.

Io lo fisso.

'Posso?' dico avvicinando la mano ai suoi occhiali.

'Oh...' dice lui sorridendo.

'Beh ma solo per poco, se no poi divento cieco' bisbiglia.

Gli tolgo gli occhiali.

Sembra un ragazzo diverso.

Era... non lo so, davvero carino.

Mi scappa un risolino.

'Che c'è?' dice lui accigliandosi.

'Stai strabuzzando gli occhi come una talpa' dico io divertita.

'Dai dammi qua' dice lui cercando di riprendersi gli occhiali.

Le nostre mani si sfiorano. Le aveva così morbide.

'Tieni' bisbiglio io porgendoglieli.

Se li mette e continua a sfogliare quel libro.

'Hai mai avuto una ragazza?' dico io completamente disinteressata dalla chimica.

'Oh, emh, no' farfuglia lui.

'Beh, ti do un consiglio' annuisce 'Se magari provi a toglierti questi' dico io togliendoli gli occhiali.

'E questa' dico togliendoli la cravatta.

'E ti sistemassi un po i capelli, saresti perfetto' sorrido io.

'Oh' dice lui sorridendo, incredulo.

'Aspetta qui' dico io alzandomi e correndo fuori dalla stanza.

POV Marcel

Una ragazza non mi aveva mai trattato così, insomma, non mi aveva neanche invitato a casa.

Non si era mai preoccupata di me, come fa Katy.

Forse mi voleva aiutare a migliorare il mio abbigliamento, non lo so.

Eccola che ritorna.

POV Katy

'Tieni' esclamo io porgendogli una scatoletta bianca.

'Lenti a contatto?' esclama lui.

'Si, le usava mia mamma quando era completamente miope' dico io ridendo.

'Ah'

'Tienile, le puoi mettere quando non vuoi gli occhiali' 

'Beh... grazie' dice lui sorridendo.

'Non c'è di che'

Restiamo in silenzio.

'Sai una cosa?' bisbiglio io.

'Cosa?' dice lui fissandomi.

'Non ho voglia di fare chimica' bisbiglio io ridacchiando.

Sorride, guarda il libro e lo mette dentro la sua cartella.

Alza lo sguardo e i nostri occhi si incontrano.

Lui guarda le mie labbra.

Si avvicina, sempre di più.

'O-ora dovrei andare' balbetta distogliendo lo sguardo e alzandosi.

'Oh...' dico io mettendomi un mano tra i capelli.

'Ci vediamo domani alla fermata del pullman?' bisbiglia lui rimettendosi gli occhiali.

'Va bene' dico io alzandomi e accompagnandolo alla porta.

'A domani' dice lui guardandomi, per poi aprire il cancelletto, e andarsene.

Chiudo di repente la porta.

'Ma che stavo per fare?' bisbiglio io dandomi un cinquino in fronte.

*la mamma non è ancora tornata* penso io.

Sento vibrare il telefono.

Lo prendo in mano e lo sblocco.

Era un messaggio.

'Marcel: Ti voglio bene'

Mi scappò subito un sorriso.

Andai in camera e mi coricai sul letto.

Sentivo una cosa fastidiosa dietro la schiena.

Mi sollevai, e vidi che era la cravatta di Marcel.

*aw* penso io.

Aveva un profumo fantastico.

Decisi di non dirgli nulla e di portagliela l'indomani.

Sento vibrare il cellulare, un'altra volta.

Era mia mamma.

'Mamma: Torno tra poco'

Sospirai.

Mi lasciai andare nel letto, mi addormentai.

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