Capitolo 1

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Erano le cinque del pomeriggio, Giulia aveva riferito ad Alice, che lei e Stefano si sarebbero dovuti incontrare alla fermata vicino casa di Alice, vicino il panettiere dove prendeva il pane ogni giorno, e vicino il tabacchi dov'era solita fare le sue continue ricariche telefoniche. Alice era turbata, non sapeva che aspetto avesse, se non quello descritto da Giulia, ma sapeva che la sua amica non era brava con le descrizioni; Ripensò all'ultima volta in cui le descrisse suo cugino, brutto grasso, non troppo alto -diceva- ma nel vederlo era tutto il contrario. Se c'è una cosa di cui può fidarsi è la memoria di Giulia sui colori dei vestiti e roba varia. Stefano avrebbe avuto una camicia nera con il colletto tirato su, giubotto di pelle, pantloni beige e scarpe Lamber Jack nere.

Scacciati i pensieri erano già le cinque e un quarto, e ancora non si fece vivo, aspettò un pò, quando vide spuntare un ragazzo alto, Lamber Jack ,Giubotto di pelle e pantaloni beige. Si era lui, ed era estremamente bello.

La prima cosa che notò del suo viso era la barba non fatta, con due o tre giorni di ricrescita , ma ciò la attirò maggiormente. Fece un passo in avanti, si sistemò la gonna del vestitino bianco con le sue amate decorazioni floreali e gli rivolse la parola -Stefano!?- era davvero agitata, sentiva la pelle infuocarsi sotto il vestito, non era per via del caldo, ma per l'emozione. Il ragazzo si girò e la guardò negli occhi -Ciao, Alice, sì sono io.. beh.. piacere- . Alice non ebbe il tempo di ribattere che lui si avvicinò e le baciò una guancia. Alice imbarazzata disse -Piacere-. Sorrise, sorrise anche lui e si voltarono entrambi sulla strada , camminando. Alice durante il tragitto rimase muta, non sapeva nemmeno dove stessero andando, anche se conosceva le strade a memoria -dopotutto era la sua zona- ad un certo punto lo guardò e meno imbarazzata gli chiese -Dove andiamo? Stiamo andando in un posto in particolare, o camminiamo senza meta?-. Stefano sghignazzò -Ma ti pare che cammino senza meta, bimba!?-.Alice non rideva affatto. -Sai, a volte le persone passeggiano solo per il piacere di farlo, non per forza dev'esserci una meta- , lui la guardò un attimo, poi si voltò di nuovo senza guardarla -Beh, con me una meta c'è sempre, sappilo-. Alice sbuffò -Allora, mostrami la meta-.

Stefano si fermò e le mise una mano sulla spalla destra. -Tranquilla, stiamo quasi per arrivare, anche se dubito conosci questo posto-. Aveva ragione non conosceva questo posto. Si trovavano in un parco in fondo ad una stradina stretta, nella quale non era mai stata, era spazioso, romantico, con i cespugli sparsi qua e là e qualche panchina in fondo, vicino alla fontana. Era bello sì, ma notò che era incredibilmente deserto, c'erano solo lei e Stefano. Alice cominciava a preoccuparsi, non conosceva Stefano, ed essere lì da soli, senza sapere le sue intenzioni la rendeva poco a suo agio. Stefano la guardò spostandole una ciocca dal viso -Allora Alice, che ne pensi, ti piace qui?-. Non sapeva se dire sì o no, dalle possibili conseguenze che aveva immaginato poco prima. Decise di prendere un'altra via -Hai ragione non ci sono mai stata qui, ci vieni spesso? Sembra essere dimenticato da tutti.- Stefano estrasse dal giubotto un pacco di Marlboro, prese una sigaretta e ne accese una -Già, è il mio posto, vengo qui quando devo riflettere su cose importanti, ma oggi mi andava di portare te, ed eccoci qui. Sai alcuni lo chiamavano il Giardino degli amorosi- Alice rimase sorpresa dal tono usato da Stefano, in lei s'era acceso un pizzico di eccitazione, era una sensazione nuova-Io direi il deserto dei nulla facenti-

Stefano rimase serio -E quindi io sarei un nulla facente?-.

Il suo tono non era più dolce, sembrava quasi un rimprovero, lei si aggiustò i capelli e con sguardo ironico rispose -Si, se vieni spesso da solo vuol dire che non hai qualcosa da fare-. Stefano cambiò espressione, sembrava turbato, Alice lo evitò e girò le spalle, impedendogli di guardarla, subito dopo si sentì afferrare per un braccio-Beh, allora siamo entrambi nulla facenti, quindi cosa vuoi fare?- Alice era imbarazzata, sentì una nota di malizia nelle parole di Stefano , non aveva parole, ma guardò le panchine e gli fece cenno di sedersi.

Avevano chiacchierato a lungo in quella panchina, Alice notò l'orario: erano già le sette e mezzo e tra un pò sarebbe dovuta tornare a casa per la cena.Fu un momento, un passo. La mano di Stefano si poggiò sulla sua guancia, la guardò, erano vicinissimi. -Sono stato bene con te, bimba. Andiamo- Alice per un attimo rimase attonita, avrebbe scommesso che Stefano, di lì a poco, l'avesse baciata. Rifecero la strada di qualche ora prima, senza rivolgersi parola, appena arrivati, qualche strada dopo della fermata, ad angolo, in un incrocio che portava a casa di Alice, Stefano la guardò, le prese il viso tra le mani e le disse -Ciao Alice.- e le baciò la fronte.Alice ebbe il tempo di dire un semplice ''Ciao, ci vediamo'' e girò le spalle, diretta verso casa.

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