Capitolo 3

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 Alice passò tutta la mattina a prepararsi, voleva fare una bella figura con Stefano. Decise così di fare una doccia, piastrarsi i capelli, truccarsi, e indossare un'abito dei suoi preferiti, semplice e raffinato. Era davvero bella. Chiamò Giulia di fretta prima di uscire di casa - Giuli!! Sto uscendo con Stefano, ieri sera mi ha proposto di uscire, credo proprio che voglia portarmi a fare un giro in macchina, non so, ho questo presentimento. Che mi suggerisci di fare?-
Giulia era una vera e propria dormigliona, ed era stata la chiamata di Alice a svegliarla - Intanto, buongiorno, mi hai svegliata! Ali, adesso ascoltami. Devi stare molto attenta a dove ti porta, non penso che Stefano sia quel tipo di ragazzo, ma apri gli occhi. Vado a dormire, stasera ti chiamo e mi racconti. Buona fortuna, può essere che oggi ti bacia, e segui i miei consigli, ciao Ali. -
Alice le diede una "buonanotte" e uscì di casa.
Era quasi arrivata alla fermata, quando di colpo si vide spuntare di fianco a lei, Stefano, al volante di una splendida macchina da corsa rosso fuoco. Restò incantata. Lui si fermò e scese dalla macchina, si avvicinò a lei dolcemente e la guardò - Sei bellissima, bimba. Ti va di fare un giro con me? Ti devo far vedere una cosa. Puoi fidarti -
Il suo tono era dolce. Salì in macchina, leggermente imbarazzata. Non era mai stata in macchina con un ragazzo e non era a suo agio.
Alice notò che l'auto era nuova di zecca, si chiese dove avesse preso i soldi per acquistarla.
Senza guardarlo le chiese -E' tua? O l'hai presa in prestito a tuo padre?-
Stefano la guardò, serio -Pensi che sia il tipo che chiede? Comunque è mia, si. -
Alice non capiva perchè fosse tanto freddo, non l'aveva mica offeso. La sua era semplice curiosità e anche una scusa per poter parlare...
Continuò, notando l'asfalto liscio e leggermente bagnato dinanzi a lei -Allora, dove mi porti?-
Stefano le poggiò la mano destra sulla sua, la guardò un attimo, poi si girò sulla strada
- Bimba, non rovinarti la sorpresa. Piuttosto, accendi la radio, almeno non ti sento parlare, odio la tua curiosità. -
Alice lo guardò incredula, come poteva essere dolce e da un momento all'altro, freddo come il ghiaccio? Accese la radio, si girò, guardando fuori, voleva distrarsi.
Sulla radio, suonavano dolci le parole dei Coldplay, non era la canzone adatta, pensò Alice.
Stefano accostò,in una strada deserta, aprì il cruscotto, ed estrasse una cravatta nera, doveva essere la sua, ma era vestito sportivo, perchè mai avrebbe dovuto metterla? La guardò con un sorriso poco evidenziato -Ti fidi di me? -
Alice non capiva, fece cenno di no, con la testa - Cosa vuoi farci con quella? -
-Bendarti, non voglio che tu veda dove ti sto portando, è semplicemente una sorpresa, te l'ho detto, e con me le sorprese non si sbirciano.-
Alice fece il broncio - Tu sei fuori, non penserai mica che io la metta? Non mi fido di te. -
Stefano la attirò a sè, erano vicini, poteva notare i suoi occhi blu con più chiarezza, decise di fidarsi, anche se aveva una paura mai provata prima. Le accarezzò una guancia - Dai su, non fare la bambina, te lo dico chiaro, non ho intenzione di scoparti, se è questo che ti preoccupa.-
Le sue parole le suonarono stonate, come poteva averle detto una cosa simile? Ma la curiosità di sapere dove sarebbero andati la stava divorando. Lo lasciò fare.
Alice chiuse gli occhi. Gli si avvicinò. Stefano la guardò compiaciuto, le sfiorò una guancia, e con l'altra mano la girò dalla parte opposta per legarle la cravatta in un nodo deciso. Le mani di Stefano, quel poco contatto, le fece balzare il cuore dal petto. Come poteva eccitarsi, dopo le parole che le aveva detto poco prima? Non se lo spiegava. Si girò nuovamente e poggiò la testa sullo schienale. La infastidiva non poter vedere nulla.
Stefano sorrise -Brava bambina, così va meglio. -
La strada sembrava non finire mai, sembravano passati almeno una ventina di minuti, quando sentì il motore spegnersi. Stefano spense la radio e scese dalla macchina, chiudendo lo sportello con violenza, per farlo capire  ad Alice.
Subito dopo sentì il suo sportello aprirsi. Pensò che fosse un gesto dolce da parte sua, ma forse l'aveva fatto perchè evidentemente lei non vedeva.
Stefano le diede una leggera pacca sulla spalla - Scendi-
Alice scese, si sentiva un cane, il quale doveva obbedire agli ordini del padrone e lo odiava, per questo. La sua prepotenza, era incredibilmente fasidiosa.
Stefano con indecenza, le mise una mano al centro del suo petto, appena sopra i seni. Alice lo spinse, ma lui la fermò con l'altra mano e le disse - Non hai motivo di essere agitata bimba, il tuo cuore sta pompando troppo velocemente, calmati. - Alice diede un pugno alla ceca, non lo prese e agitata urlò -Cazzo, mi vuoi togliere questa dannata cosa?! - Era impaziente di alzarla per poter vedere.
Stefano, non portò più pazienza, le tirò le braccia verso sé e le prese il viso tra le mani e ancora con gli occhi bendati la baciò, all'improvviso. Alice voleva ritrarsi, ma lui la teneva con forza e decise di credergli. Si calmò e il bacio tanto atteso era bello come non mai. Le loro lingue guizzavano formando cerchi perfetti, era una danza lenta, particolare, emozionante. Alice sentì il cuore accellerare, sempre di più. Tutto ad un tratto Stefano la staccò da sè, girandola velocemente e slegandole la cravatta dai suoi occhi.
Non ci poteva credere, ciò che aveva provato poco prima lo aveva desiderato dal giorno prima, quando le baciò la fronte, da quando poco prima le prese la mano e adesso che era accaduto aveva voglia di rifarlo ancora ed ancora.
Stefano le mise una mano sulla guancia e lei abbassò lievemente lo sguardo. Era rossa in viso, emozionata e con le pupille dilatate. Per Stefano non era lo stesso, sorrise - Scusa, se ti ho fatto agitare fin troppo, questo bacio non era nei miei propositi.. Cazzo quanto mi piaci quando ti arrabbi, non ho saputo resisterti. Vieni. - La sua voce, calda, prepotente, fredda e focosa al tempo stesso, la faceva sussultare. Dopo tutto, ha ammesso di piacergli , anche se incazzata, ed era contenta per questo... Sorrise e lo prese per una mano, camminando insieme a lui. Lui si staccò quasi subito - Cos'è, mi dai la mano adesso?-
Lei non rispose, continuò a camminare.
Non riuscirò mai a capire i suoi sbalzi d'umore... Quasi, cominciava ad odiarlo. Non riusciva a dargli testa, ma perchè?
Nonostante fosse arrabbiata con lui, non fece altro che notare il meraviglioso posto in cui si trovavano.  

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