Aveva di fronte una villa di straordinaria grandezza, sembrava essere fuori dal mondo, seppure fosse nella sua stessa città.
Alberi di tutte le taglie ricoprivano il sentiero, ancora bagnato dalla notte scorsa. Alcune piante, ben trattate, profumavano di pulito e freschezza, era un posto magnifico.
Due scalinate ai lati, in marmo, permettevano l'accesso alla villa. Appena saliti, un enorme portone in legno massiccio la invase. Era estremamente curato
- L'avranno restaurata da poco - Pensò.
Non ebbe tempo di parlare che lui la precedette - Allora bimba, ti piace qui? Dubito che dica di no. -
Sorrise - E' magnifico qui, peccato che non si possa entrare -
Stefano rise - Oh, Alice, Alice, peccato che il proprietario ce l'hai davanti agli occhi. Seguimi. -
Non poteva crederci, prima la macchina, adesso la villa, cos'altro dovrà vedere da lui?
All'entrata, una grandissima sala con interni e arredi ottocenteschi, sembrava quasi un castello. Stava vivendo un sogno, ma dubitava che fosse lui, l'uomo della sua vita. Lui aveva così tanto, lei non aveva nulla. Non era di certo povera. Dopo tutto se la passava discretamente, ma non era all'altezza.
Stefano la riportò alla realtà, posandole una mano sulla spalla - Vedi Alice, se ti ho portata qui, un motivo c'è, non è certamente per mostrarti tutto ciò che ho... Semplicemente il mio scopo è quello di sorprenderti. -
C'era davvero riuscito. Lei avrebbe voluto vivere una favola da principesse e in qualche modo, nonostante il carattere scontroso e prepotente di Stefano, la stava per vivere, o forse no?
Le luci della sala erano opache, c'era qualcosa di romantico nell'aria... Temeva che di lì a poco avrebbe provato le stesse sensazioni di poco prima ma che incredibilmente le erano piaciute. Stavolta fu Stefano a prenderle la mano - Vieni, saliamo, devo ancora mostrarti la sorpresa. -
Alice gli sorrise e ironica rispose - Ah, pensavo fosse tutto ciò la sorpresa di cui tanto parli. -
Stefano la guardò con uno sguardo di ghiaccio, penetrante - Non ho mai conosciuto un'altra come te, sai.-
Restò incantata dalle sue parole sebbene non sapesse se fosse un complimento o meno - Perchè, come sono io, scusa?!-
Stefano, si avvicinò, le accarezzò una guancia - Scema, ingenua-
Alice rimase impietrita dalle sue parole, adesso aveva davvero esagerato. Si voltò, gli diede le spalle e fece per andarsene con gli occhi lucidi e tanta rabbia dentro.
Stefano, la lasciò fare. Sapeva che sarebbe tornata indietro.
Ed è ciò che fece dopo aver visto il cancello chiuso a chiave.
Mise le mani sui fianchi e inclinò la testa- Stai scherzando? Ti diverti a prendermi in giro? A che gioco stai giocando? -
Stefano guardò in basso, poi confessò - Alice, non ci siamo capiti. E' vero che ancora non mi conosci, ma dovresti aver intuito che mi piace stuzzicarti, insomma, farti arrabbiare. Non so il perchè, ma il tutto mi eccita. Adesso non pensare male; Voglio dire, per me sei speciale, sei ancora una nana bianca, per questo ti tratto con cura e non scopro le carte fin da subito. - Le si avvicinò e la fissò dritto negli occhi - Cazzo, Alice... Dove la trovo un'altra vergine da una bellezza dannata come la tua? -
Era la sua nana bianca dalla bellezza dannata, è questo che le aveva detto.
Si avvicinò al suo orecchio sinistro e sussurrò -Sei uno stronzo- .
Stefano la prese in bracciò con la rapidità di un leone. Alice voleva scendere e lo picchiettava sulle spalle. Era una posizione scomoda, il sangue le sarebbe salito in testa.
- Scendimi subito! - Urlò.
- Non se ne parla nemmeno, lo sai vero? Almeno finchè non saremo arrivati sopra. -
Alice si rassegnò sopportando le piccole pulsazioni sulle tempie. Appena arrivati la scese con delicatezza e le coprì gli occhi con i palmi.
-Adesso, stai calmina eh-
-Va bene, padrone...Del cazzo. - Disse dissolvendo le parole.
-Cos'hai detto?! -
-Io?! Niente- sorrise.
-Per questa volta farò finta di non aver sentito, ma guai a te se lo rifarai. Non voglio svelarti le conseguenze, potrebbero infastidirti. Sei pronta a vedere la sorpresa? -
Alice fece finta di niente. Dopo tutto il suo tono era scherzoso, anche se una piccola verità, in ciò che aveva detto, c'era. -Vediamo dai, sono pronta -
Con gli occhi ancora coperti dai palmi di Stefano, sentì una porta aprirsi. Stefano ringraziò un certo Antonio al quale disse di andare. Da dov'era sbucato il tizio addetto all'apertura delle porte?
La stanza odorava di gelsomino e lavanda, o qualcosa di simile. Il cuore le batteva all'impazzata, non riusciva a sopportare l'idea di non poter vedere lo spazio che la circondava. Appena un istante dopo, sentì il leggero pizzicato di un archetto alle corde di un violino. Come faceva a sapere che amava il violino?
Giulia. Doveva esser stata lei a confessare.
Le tolse le mani dagli occhi e ciò che vide la rincuorò. Il violinista suonava accompagnato da un pianoforte bianco a coda, le pareti bianche accompagnate da tende lunghissime di color porpora. Tutti accompagnamenti adeguati, solo lei e Stefano li spezzavano tutti.
Stefano le porse la mano. Cominciarono a ballare, l'uno di fronte all'altra, seguendo la musica dolce e sensuale che li circondava. Era il momento più romantico della sua vita, ma da Stefano non se lo sarebbe mai aspettato. Stefano era dolce. In quel momento, nessuno avrebbe voluto separarsi dall'altro.
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Sul Fondo Del Baratro
RomanceTRAMA Era il nulla. Era pura. Era una Nana Bianca disposta a diventare Gigante. Lo era diventata forse fin troppo. Adesso vorrebbe tanto tornare indietro, ancor prima della sua nascita, della sua esistenza; Non ha più una ragione per continuare, aff...