Capitolo 4

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Continuai a guardare la merce del negozio fino all'orario di chiusura, proprio come Lucy mi aveva chiesto.
Non entrarono troppi clienti, il che mi sorprese: era un negozio proprio adorabile ed accogliente.

Le prime luci rossastre del tramonto iniziavano a passare attraverso la vetrina quando, finalmente, la bella commessa mi disse: <<Muoviamoci: la metropolitana partirà tra poco.>>
Io la seguii senza aggiungere una parola.

Durante il tragitto verso questa, approfittai per conoscerla meglio: <<Senti Lucy>> dissi <<quanti anni hai?>> lei mi guardò e rispose sorridendo - "Ma deve per forza sorridere ossessivamente, anche mentre cammina per strada?!" mi chiesi leggermente irritata - <<17, e tu?>>
<<Io 15... Mi sento piccola!>> ridacchiai.
Le si ampliò il sorriso e rispose: <<Ahah! Ma no, non devi sentirti piccola in mio confronto! Dopotutto, sono solo due anni di differenza.>>
"Effettivamente..." Pensai tra me e me.
Mi sentivo un po' scema: "Meglio cambiare argomento." annuii decisa e continuai:  <<Senti... Hai fratelli o sorelle?>>
<<Oh, sì, ho una sorella: si chiama Pattie e ha 10 anni... Lei sì che è piccola!>> cercò di confortarmi.
Ovviamente, fu tutto inutile: continuavo a sentirmi scema.
<<Tu, invece? Hai fratelli o sorelle?>>
<<No>> sussurrai <<sono figlia unica.>>

Restammo in silenzio per un po' di tempo fino a quando lei mi chiese:
<<Che genere di musica ti piace?>>
Rimasi leggermente sorpresa dalla domanda, anche se avrei dovuto aspettarmelo: dopotutto, ero entrata nel suo negozio di musica.
Pensandoci, mi salì un po' di ansia, perché al momento non mi sono venuti in mente alcuni musicisti dell'epoca, a parte i Beatles, che però dovevano ancora formarsi!

<<Ehm...>> presi del tempo per riflettere <<mi piace molto la musica classica, anche se vorrei provare ad ascoltare anche i generi che stanno nascendo in questo periodo!>>
"Che risposta stupida..." pensai tra me e me, anche se Lucy sembrava aver abboccato: mi squadrò con i suoi furbi occhietti smeraldini: <<Tu non sembri proprio un tipo da musica classica!>>

Ah.
Non sapevo proprio come prenderla: insomma, aveva appena smontato la mia veste da ragazza-casa-e-chiesa, insinuando che fossi l'esatto opposto.

Però forse non aveva tutti i torti.

<<Ad ogni modo,>> continuò <<hai ragione: sembrano proprio interessanti i musicisti che stanno nascendo e che stanno portando sul mercato dei generi innovativi.>>
Beh, dai, almeno mi ero salvata in qualche modo.

Altro attimo di silenzio.

<<Eccoci arrivate!>> disse, <<Hai il biglietto?>>.
<<Ehm, no, lo devo ancora fare.>>
<<Bene, allora ti accompagno.>>

Andammo dal tabaccaio che si trovava all'interno della stazione metropolitana e comprai il mio biglietto per la stazione di St. John's Wood.

I tacchetti bassi delle ballerine azzurre di Lucy risuonavano in tutta la galleria: che sound! E che ritmo!
D'istinto lo seguii muovendo la testa: ripeto che non era mica male.
Sperai solo che non se ne fosse accorta: avevo già fatto troppe figuracce in troppo poco tempo.

Ci avvicinammo al binario e la metropolitana arrivò poco dopo.

Mi stupisce sempre di più l'efficienza del sistema di trasporti che c'è in Inghilterra. Almeno la loro frequenza e puntualità.

Entrammo dentro e aspettammo di arrivare alla fermata desiderata.

Mi affacciai al finestrino e... wow, che vista fantastica: il tramonto era a dir poco sensazionale. Una serie di villette si susseguiva una dopo l'altra, con dei piccoli giardinetti e delle 500 di ogni tipo e colore parcheggiate di fronte al loro ingresso.

La tranquillità regnava sulle strade, in quell'ora serale.
Se dovessi riassumere il tutto con un unica parola, azzarderei paradiso.

Arrivate a destinazione, scendemmo dalla metropolitana - mind the gap between the train and the platform - e ci avvicinammo all'uscita.
Io e Lucy chiacchierammo ancora per un po' di tempo, fino a quando lei mi fece una proposta:
<<Senti, che ne dici se mangiamo insieme questa sera? Ormai si sta facendo tardi, e mi dispiacerebbe molto troncare così la nostra conversazione, giusto quando si stava facendo interessante!>>

Interessante? Aveva appena definito una conversazione basata sui colori che meglio si intonerebbero con i miei capelli chiari, interessante?
Mi stava di sicuro prendendo in giro.

<<Oh,>> risposi sorpresa, ma al contempo entusiasta, <<sarebbe un piacere per me!>>

Ma sì, non avevo nulla da perdere.

<<Beh, allora non ci resta che cercare un posto!>> sorrise la ragazza dagli occhi smeraldini.

Girovagammo intorno alla zona per un po' di tempo, fino a quando trovammo un ristorante molto carino chiamato St. John's Restaurant.
"Vedo che la fantasia non manca..." pensai tra me e me sorridendo ironica.

Entrando, fummo accolte da un cameriere- devo dire, molto carino, ma soprattutto gentile -, che ci indicò un posto dove consumare la cena e noi ci accomodammo.

1958 - IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora