La tabella del 'Foster's place' era già illuminata benchè fossero solo le cinque del pomeriggio. Quando spinsi leggermente la grande porta in legno e l'oltrepassai, l'aria calda e confortevole mi accolse senza esitazione, i muscoli mi si rilassarono all'istante e inevitabilmente un sospiro lasciò le mie labbra. I tavolini erano allineati ma ben divisi gli uni dagli altri, i quadri che tappezzavano le pareti erano malfatte imitazioni dei più grandi successi di pittori famosi come Monet e Cézanne, il grande bancone sulla sinistra era malconcio ma tenuto decisamente bene per gli anni che -sicuramente- aveva.
L'odore aspro della birra misto al fumo, mi fece storcere il naso, ma per quanto potessi detestare quel mix, non riuscivo a trovare motivazione per odiare quel nuovo posto appena scoperto.
«La vuole una birra?» la voce di Licht cogliendomi di sorpresa, richiamò la mia attenzione facendomi sussultare leggermente. Il mio sguardo passò velocemente in rassegna il suo viso: i capelli portati disordinatamente all'indietro, le labbra più arrossate e screpolate del solito, gli occhi vispi e lucidi.
Scossi la testa e istintivamente sorrisi piegando il volto, come a voler catturare curiosa quell'immagine che mi si disegnava davanti agli occhi. «Venga.» disse poggiando il palmo destro alla base della mia schiena, conducendomi verso il retro del locale. «Qui possiamo parlare con più tranquillità» sussurrò tra i miei capelli prima di indicarmi una panca dietro ad un tavolo di legno, inciso in ogni dove da scritte e promesse d'amore.
«Perchè voleva vedermi, Mr. Butler?» domandai dopo aver preso posto difronte a lui, non riuscendo più a trattenermi dalla curiosità.
Il giovane scrittore prese un sorso di birra fredda e passò le dita affusolate tra i capelli, li scompigliò leggermente e li lasciò scivolare sulla fronte. Fissò lo sguardo nel mio e aprì bocca solo per poi richiuderla, senza proferire parola.
Abbassai lo sguardo non riuscendo più a sostenere il suo. «Non l'ho proprio sentita in questi giorni Miss Murray.. ero curioso di sapere s'era arrivata alla conclusione del libro.»
Erano passati quattro giorni dalla piccola visita al parco giochi, avevo trascorso interminabili ore a leggere quelle parole così sentite e struggenti, che revisionarle si era rivelato un compito arduo.
Non mi bastava correggere gli errori di battitura o la punteggiatura, non mi bastava correggere eventuali periodi che cozzavano tra loro, sentivo il bisogno di fare quelle parole mie, di guardarle da un'altra angolazione per percepirle appieno. Mi sentivo parte integrante di quella stesura, mi sentivo coinvolta in quella storia che non mi apparteneva tanto da volerla rendere mia a tutti i costi.
Ero arrivata ad un finale senza fine. I protagonisti si erano detti addio e lei, Meredith, era andata via portando con se tutto ciò che Seth aveva costruito in nome del loro amore. Lo aveva spogliato delle sue emozioni, dei suoi pensieri, gli aveva rubato i migliori sorrisi ed era scomparsa.
«Perché non ha scritto ancora una fine? Cosa la blocca dal continuare?» non ero mai stata tanto brava con le risposte e così, fin da piccola, ero abituata a chiedere di rimando, sempre troppo curiosa e sfacciata.
«Da quanto tempo sta formulando una possibile risposta a questa domanda, Miss Murray?» Le sue parole mi lasciarono interdetta e confusa. Il tono con il quale aveva pronunciato quella richiesta, beffardo e tagliente, mi aveva raggelato il sangue. Il suo prendersi gioco di me mi rendeva nervosa e schiva; sapevo di voler cercare prima risposte in me stessa che negli altri, ma come darmi torto se quando chiedevo la mia curiosità non veniva placata?
«In realtà cercavo di capire come mai, uno scrittore emergente presenta un libro senza finale, e poi pretende tanto impegno dagli altri.» scoccai la lingua al palato e strinsi le labbra a una fessura lineare e severa. Quella leggera conversazione si stava tramutando in una lotta, un affronto.
Lo sguardo di Licht si posò sul mio volto, accarezzandolo indagatore e un po' piccato. «Non la volevo offendere. Mi spiace, a volte sono.. uno stronzo.» sentenziò subito prima di abbassare il capo e di giocherellare nuovamente con il bicchiere di vetro che stringeva tra le mani.
«Mi aspettavo un tuo messaggio, una telefonata... qualcosa.» sussurrò poi rivelando i suoi pensieri, lasciandomi ancora confusa su quella inaspettata rivelazione e su quel cambio repentino di confidenza, adesso molto più intima. Scossi leggermente il volto al sol pensiero d'essere molto simile all'uomo, orgoglioso e fiero, che mi fronteggiava in quel momento.
Il suo essere tremendamente lunatico metteva in allerta ogni mia cellula, il suo essere confusionario e caotico mi lasciava interdetta. Lo sguardo di Licht sfuggiva al mio, come se a guardarmi potesse colmarsi di dolore inspiegabile.
Aprii la bocca ma non ne uscì alcun suono. Non sapevo cosa dire, come spiegare che in fin dei conti non avevo avuto motivo per telefonargli, che il leggero dispiacere che mi aveva portato la lettura del suo libro mi aveva segnata più di quanto inizialmente avessi immaginato.
«Non voglio ci siano lacune da colmare, so di aver sbagliato con quel bacio, non sono stato professionale e ti chiedo scusa se è questo che..» iniziò intonando scuse, portando i pensieri oltre, facendo scorrere scenari e analizzando gli avvenimenti, ma era fuori strada; non ce l'avevo con lui e non avevo neanche minimamente ripensato a quel bacio con fastidio o disappunto.
«Licht..» richiamai la sua attenzione interrompendolo. «Non c'è alcun problema, io non ce l'ho con te e il bacio è stata davvero una tenerezza piacevole, non devi scusarti per nulla.» la mia voce uscì leggera, bassa come non mai. Non ero sicura avesse sentito una sola parola di ciò che avevo appena detto, ma mi sentivo tranquilla e stranamente invasa da una profonda calma, decisamente in contrasto con l'irrequietezza di poco prima.
«Ho letto il libro tutto d'un fiato, l'ho corretto con dedizione e avrei tante domande da farti ma non mi sento di chiederti nulla, ci sono troppo dentro.» mi lasciai sfuggire sentendomi in dovere di spiegare, di giustificare il mio improvviso silenzio.
«Ci sei troppo dentro..» sussurrò Licht fissando i suoi occhi profondi nei miei, abbassando appena il tono di voce prima di farmi intuire se quelle parole fossero domanda o affermazione. Quelle mie stesse parole, che pronunciate da lui prendevano tutto un altro suono, che cambiavano e si delineavano diversamente, danzavano tranquille e disegnavano significati intimi e piacevoli, per niente invadenti o indelicati.
«Vorrei proporti questa cosa folle, e vorrei ancor di più che tu accettassi.» stavolta la sua voce risuonò risoluta e forte, i suoi occhi erano ben ancorati ai miei e non ne volevano sapere di cambiare traiettoria. Strinsi le mani tra loro sotto al tavolo, non sapevo come reagire a quelle parole, ai suoi pensieri frettolosi, alle sue idee ancora nascoste.
«Scrivi il finale insieme a me.» disse tutto d'un fiato abbassando lo sguardo. I miei occhi seguirono frettolosamente le linee dure delle parole incise sul tavolo, percorsero il bordo del legno scuro e si chiusero per qualche breve attimo. «Cosa?» biascicai incapace di dire altro.
Riportai lo sguardo su di lui, sui suoi capelli in disordine, sulle palpebre semichiuse e sulla cicatrice sotto l'occhio destro, l'imperfezione che rendeva il suo volto più bello, più reale.
«Aiutami a trovare ispirazione..» iniziò con voce tremante e bassa «Aiutami a scrivere, a trovare un finale.» sentenziò riportando gli occhi su di me. Rimasi ferma, incredula e incapace di parlare. Mi sentivo in soggezione, stranamente catapultata in qualcosa che non mi apparteneva ma che più di tutto mi attirava e richiamava come una calamita.
Scossi leggermente il volto, con ormai le gote arrossate e una piccola ruga a disegnare il cipiglio sulla mia fronte. «Non devi fare nulla Mare, devi solo accompagnarmi in questa avventura.» Licht aprì il palmo destro sul tavolo, guardava le linee della sua mano e aspettava un mio gesto, una mia risposta.
Protesi le dita verso le sue, in silenzio tracciai delicatamente le linee che egli stesso stava fissando, pizzicai dolcemente il centro e poi poggiai la mia piccola mano sulla sua come a volerla ricoprire, rivestire di un qualcosa che anche non appartenendogli poteva donargli rassicurazione e protezione.
«Vorrei proporti questa cosa folle, vuoi farla insieme a me?»
Le labbra carnose e screpolate accarezzarono ogni lettera donando a quelle parole una dolcezza inaudita. I suoi occhi incontrarono i miei, mare in burrasca che accoglieva il cioccolato fuso, li spronavano a non rifiutare quell'offerta forse troppo affrettata, buttata lì per curiosità; eppure quel capovolgimento di situazione mi intrigava oltremodo, mi faceva tremare le gambe per l'adrenalina, mi scombussolava lo stomaco e lo capovolgeva per la trepidante emozione che stavo provando solo all'idea di contribuire ad un qualcosa di così grande. Accennai un leggero sorriso e annuii, ritirando la mano e lasciandola vagare sul tavolo.
«Scusi mi può portare una birra scura, per favore?» conclusi poi rivolgendomi ad una cameriera del Foster's Place, con ancora lo sguardo indagatore di Licht puntato sul profilo del mio viso intento a decifrare ogni mia espressione, come a voler leggere nei miei pensieri e catturarli, analizzarli fino a capirli, comprenderli del tutto, curioso e ingordo di informazioni.
Sorrisi distrattamente e quando mi voltai verso di lui, mi mancò il fiato.
Non sapevo cosa stava accadendo, l'atmosfera intorno a noi era totalmente cambiata, non si avvertiva più l'aria di sfida iniziale, e neanche la tranquillità subito dopo il nostro chiarimento; mi sentivo piacevolmente confusa e riscontrare una simile confusione nel suo sguardo, mi rasserenò.
«In cosa consiste questa cosa folle, allora?» chiesi con ancora il sorriso sulle labbra, scrutando ogni movimento di Licht e catturando le espressioni del suo viso ora disteso e rilassato.
Sembrava assurdo, totalmente fuori luogo e insano, questo mio interesse, questa voglia di capire fino in fondo questa storia raccontata dal giovane scrittore.
Le sue parole, quelle impresse nel libro, occupavano la mia mente e proprio non riuscivo ad unire la personalità di Seth, protagonista della storia, a quella di Licht, che per me era ancora tutta da scoprire.
C'erano momenti in cui avrei giurato di aver intravisto nel suo sguardo la parte più fredda e vuota del suo cuore, mentre altri in cui avevo visto il suo animo ridere spensierato; Licht era così enigmatico che non riuscivo a districarmi tra i suoi mille comportamenti contrastanti.
«Stileremo una lista di cose da fare e posti da visitare, cercheremo l'ispirazione nelle cose che non abbiamo mai fatto, nelle novità.» portò l'indice alla bocca e subito dopo aver chiarito la sua stramba idea, lo scrittore sorrise accendendo il suo bel viso di felicità giovanile e fanciullesca, rendendomi impossibile non sorridere di gusto a mia volta.
«Una novità come me, Licht?» mi scappò di chiedere senza essermene resa conto in tempo, prima di poter ricacciare le parole dentro e non pronunciarle, spegnendo così i nostri leggeri sorrisi.
«Non come te Mare, non come te..» sussurrò scuotendo il capo e bevendo un generoso sorso di birra scura, e suscitando in me una gioia ancora sconosciuta ed ignota.Confrontiamoci;
Sono imperdonabile per il ritardo, lo so, lo so davvero, però tra il lavoro nuovo e altre mille cose non ho avuto praticamente tempo per pubblicare il capitolo, già interamente scritto.
Per quanto riguarda il capitolo, beh.. cosa dire?! Lui ammette di essere stronzo la maggior parte delle volte, chiede scusa e lei, ovviamente gli fa capire che in realtà non ce l'ha con lui, ma che è solo scombussolata dal libro (a chi non capita, no?).
La conversazione prende una strana piega durante il loro incontro e Licht, così decide bene di proporle ''questa cosa folle'', voi avreste accettato?
IO DECISAMENTE SI, CIOE'.. devo davvero spiegare il perchè? haha
Comunque spero che l'attesa sia giustificata e che questo capitolo vi possa piacere, nonostante sia solo un capitolo di passaggio e sia breve (mi farò perdonare, promesso.)
Se vi va potete commentare e dirmi cosa ne pensate, se vi piacciono i personaggi o se invece li trovate insulsi, insomma se volete potete darmi delle dritte e suggerirmi come correggere gli errori, ve ne sarei infinitamente grata.Vi abbraccio forte, buona lettura a tutte e grazie infinite per il vostro appoggio.
Lots of Love, Liis.
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Come Home
Romance«Se fossi io il suo uomo mi sentirei offeso da ciò che ha detto riguardo l'amore» sorrise leggermente e si avvicinò di poco col busto verso di me portando la mano destra tra i miei capelli, li carezzò dolcemente e schiuse le labbra. «Proverei a farl...