Nono capitolo - ''Cicatrice compresa'' pt2
Le labbra di Licht si muovevano lentamente, trasportando con piacere le mie che si lasciavano guidare leggermente stordite.
Danzavano piano, insieme, in sincrono come non avevano mai danzato con nessuno, come se prima di quelle belle labbra piene non ne avessero conosciute altre, come se la memoria della pelle avesse azzerato i ricordi e dimenticato ogni passaggio, ogni momento condiviso con qualcun altro.
Quando il giovane scrittore si allontanò di poco, separandosi per recuperare un po' d'aria, e i suoi begl'occhi blu entrarono in contatto con i miei, mi sentii quasi soffocare, incapace di respirare, disorientata.
Sorrise, Licht, mostrando le fossette ai lati della bocca.
Sorrise e mi carezzò le guance con i polpastrelli, le labbra con il pollice, scrutandomi nei minimi particolari e restando in silenzio, 'che a trovare le parole poi si rischiava di perdere quel momento, di rovinare ogni cosa; e allora sorrisi anch'io, libera da ogni parola che avrei dovuto scegliere accuratamente, da ogni spiegazione che avrei dovuto dare.
Ero distesa sul tettuccio di una vecchia auto, guardavo le stelle e mi perdevo in uno sguardo che mi ricordava vagamente il mare, in subbuglio e agitato come mai; intrecciavo le mani a quelle di un uomo che avevo conosciuto appena due settimane prima e riuscivo ad estraniarmi dal mondo, che correva veloce intorno a noi, impossibilitato di fermarsi, 'che se avesse potuto, si sarebbe bloccato sul posto solo per guardarci, per guardarmi finalmente coraggiosa e insensatamente pronta per lo slancio che avevo sempre cercato.
Mi sentivo leggera, piena di una nuova consapevolezza che però ancora non avevo colto, e stranamente la confusione che mi aspettavo, non si era presentata alla mia porta, non aveva bussato e non mi aveva investita con tutta la sua forza.
Alzai di poco la schiena e mi avvicinai al volto di Licht, gli rubai un bacio casto, poi un altro ancora, e quando lui mi immobilizzò il capo con entrambe le mani sulle guance, e prese a lasciarmi umidi baci su tutto il viso, mi lasciai scappare una risata fragorosa e incontrollabile.
Sembravamo così familiari l'uno all'altro, che visti da fuori saremmo sembrati una vecchia coppia di amanti, due persone che conoscevano per filo e per segno i punti deboli dell'altro; eppure non era così, e nonostante lo scarso tempo passato insieme, il conoscerci da poco e gli scontri inevitabili, riuscivamo ad incastrarci come se sapessimo tutto di chi ci stava difronte, come se conoscessimo i nostri corpi e le loro reazioni a memoria, simile ad una strada percorsa più e più volte, senza mai averne abbastanza.
«Hai la pelle limpidissima..», la voce di Licht sembrò più roca del solito, «Sembri così fragile ma sei così forte.», poi sillabò investendomi con il suo fiato caldo, unendo i nei cosparsi sul mio petto, lasciato scoperto dal vestito lungo, come a disegnarmi sulla pelle, a marchiarmi la carne con il suo tocco leggero ma prepotente.
Sorrisi ancora, ero cullata da una dolcezza che mai avrei attribuito alle sue mani, grandi e sempre troppo calde, una tenerezza che non avrei mai creduto di trovare nel suo sguardo, così attento e guardingo.(Chi sei tu, e cosa ne stai facendo di me?)
Scossi la testa leggermente, spostando i filamenti color cioccolato che mi erano ricaduti sul volto, e lasciai che l'aria fredda di quella notte illuminata bellamente dalla luna, mi colpì mischiandosi a quella mite del respiro dello scrittore, ancora immobile su di me, ad un centimetro dal mio volto, con gli occhi fissi nei miei.
«Mi piace stare qui.», portai la mano sul suo viso, sfiorai con le dita il suo collo, lentamente e appena, come se non mi fosse concesso toccarlo per davvero. Licht chiuse gli occhi istintivamente e spostò il capo per venire incontro alla mia mano, accogliendo i miei polpastrelli freddi sulla sua pelle.
Percorsi con l'indice le venature del collo, carezzai la mascella e con il pollice tracciai il pomo d'adamo fino a salire al mento. Il battito dello scrittore aumentò notevolmente e sentii la gola muoversi quando deglutì a vuoto.
«E' tutto così silenzioso...», incalzai continuando a giocare con la mano destra sul suo viso, passando in rassegna ogni particolare, fino ad arrivare alla cicatrice, «Riesco a vederti senza maschere, qui.», dissi alzando di poco la voce, tanto da fargli aprire gli occhi di scatto, come colpito da una dura verità da digerire.
Le sue dita si chiusero intorno al mio polso, bloccandomi qualsiasi movimento, fermandomi con l'indice sulla cicatrice che sembrava bruciare, sotto la mia pelle.
Il mio volto diventò serio, come se il suo repentino cambio d'umore rispecchiasse anche il mio, che era cambiato improvvisamente notando la sua reazione alle mie parole.
Alzai di poco il capo, raggiunsi le sue labbra e nuovamente gli lasciai un altro casto bacio, senza pretese, senza voler forzare alcun movimento.
«Non voglio attaccarti, le tue mura sono ancora intatte...», sospirai ancora sulla sua bocca, «Non cercare di difenderti quando non sei sottoposto a duri assalti...», un altro bacio, lieve, uno sfiorarsi di labbra, «Vengo in pace.», conclusi poi approfondendo il bacio quando Licht schiuse le labbra, lasciandomi spazio.
La stretta al mio polso si fece debole, e piano piano le dita ancorate alla mia pelle, iniziarono a scendere percorrendo tutto il mio braccio.
La mano di Licht si depositò sotto la mia nuca, la reggeva contro il suo viso facilitandomi i movimenti.
Il bacio era passionale e furente, la lingua dello scrittore rincorreva la mia in un gioco veloce e contorto, catturando il sapore della mia bocca e facendolo suo.
Scostandosi poco da me, con il fiato corto e gli occhi lucidi, mi prese per mano e mi aiutò a scendere dal tettuccio della sua decappottabile.
Quando aprì lo sportello posteriore dell'auto, capii che quella mossa dettata dall'impulso e dal momento stesso, mi avrebbe mandata su di giri, mi avrebbe scombussolata totalmente.
Licht si sedde sui sediolini in pelle, e quando io mi sedetti su di lui, con le gambe a stringergli i fianchi e i miei occhi a pochi centimetri dai suoi, lo sentii sussultare e sospirare profondamente.
Sorrisi e presi il labbro inferiore tra i denti, abbassai lo sguardo e lo portai sulle mani di lui, intente a giocare con i nei sul mio petto, come poco prima.
Le sue labbra baciarono quelle piccole costellazioni brune minuziosamente, attente a non perdere neanche una stella e a dipingerla, rendendola un particolare ancora più bello e prezioso.
Sentii le sue labbra sorridermi sulla pelle quando percepì un brivido percorrermi il corpo, facendomi tremare e sussultare.
«Non riesco a smettere di pensare a te, Mare...», sussurrò mordendo piano la mia spalla, «Al tuo modo innato di ribellarti...», il suo fiato spezzato si infranse sul mio collo prima che i suoi denti vi affondarono dolcemente, poi succhiando e leccando, per lenire il leggero dolore causato dai suoi stessi movimenti, «Al tuo contraddirmi sempre...», la voce flebile e bassa riempiva l'abitacolo facendo eco nelle mie orecchie, nello stomaco che si contorceva su se stesso e nel cuore, svuotato di ogni preoccupazione o paura.
«Come devo fare?», chiese poi riportando il suo viso difronte al mio, serio, con gli occhi vacui e le labbra schiuse.
Mi osservava immobile, con il petto ansante sotto le mie mani, che si alzavano e abbassavano velocemente, seguendo il ritmo del suo corpo.

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Come Home
Romance«Se fossi io il suo uomo mi sentirei offeso da ciò che ha detto riguardo l'amore» sorrise leggermente e si avvicinò di poco col busto verso di me portando la mano destra tra i miei capelli, li carezzò dolcemente e schiuse le labbra. «Proverei a farl...