3.Show me what you can do

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"Non me lo scoperei nemmeno se fosse il più superdotato della scuola!" la biondina alza la voce  riferendosi  a Lucas.

"Ti è mancato il coraggio" dico alzando le spalle mentre la osservo irritarsi sempre di più ad ogni mia parola.

"Il coraggio non mi manca mai, Ashton" risponde sicura di se alla mia provocazione.

"Oh, io credo proprio di si invece" insinuo ghignando dopo aver lasciato che il mio sguardo s'incrociasse al suo.

"Vuoi vedere?" mi domanda alzando un sopracciglio ed incrociando le braccia al petto, facendo si che il top indossato segua ancor più aderentemente le sue curve.

"Vediamo" rispondo mentre al pensiero di quella ragazza piegata a novanta sopra il divano che urla il mio nome, sento i pantaloni diventare subito stretti.

Ed in pochi secondi mi ritrovo con la schiena al muro e le mani di una liceale che scivolano lungo il mio petto coperto dalla maglia nera che indosso, fino a raggiungere i bottoni dei jeans che prontamente vengono slacciati ed abbassati fino alle ginocchia.
Si abbassa davanti a me prima di liberare la mia erezione dai boxer ormai diventati stretti, prendendola in mano ed iniziando a muoverla lentamente mentre avvicina le labbra.
Sono esattamente tre anni che aspetto di scoparmi quella bocca.
E non solo quella.
Ma non c'è tempo di pensare a questo dal momento che le sue labbra e la sua lingua si stanno già divertendo a muoversi intorno a me, costringendomi a portare una mano tra i suoi capelli per poter assecondare quel movimento e chiudere gli occhi lasciandomi godere questa sensazione letteralmente paradisiaca.
In meno di trenta secondi, ansimando pesantemente mi mi riverso nella sua bocca prima di riaprire gli occhi e vedere la  bionda pulirsi le labbra con il dorso della mano per poi allontanarsi da me.
Prontamente la sollevo dal pavimento e la sistemo sul tavolo della cucina facendo in modo che la sua schiena aderisca perfettamente al legno freddo sotto di lei.
Infilo le dita ai lati dei suoi shorts di pelle nera che le trascino insieme agli slip, di pizzo e dello stesso colore, fino alle caviglie che sfiorano il pavimento mentre le gambe penzolano dal tavolo.
Infilo la testa tra queste per poter avere il piacere di sfiorare la sua intimità prima delicatamente con le labbra e poi più insistentemente con la lingua mentre le sue mani afferrano i miei ricci e li tirano leggermente quando la sua bocca si rifiuta di gemere per non darmela vinta così facilmente.
Spingendola per il ventre contro al legno le vieto di alzare il bacino alla ricerca di un contatto maggiore con la mia lingua che indisturbata, se non dai gemiti che ora raggiungono ogni angolo della stanza, continua il proprio lavoro fino a che tra gli ansimi quasi disperati della ragazza, decido che sia ora di passare di livello.
Mentre sfilo dalla tasca posteriore dei miei pantaloni ancora bassi sulle mie ginocchia una bustina quadrata, con la mano libera che mi resta in quel momento tiro Alexis verso l'orlo del tavolo costringendola a tornare seduta davanti a me.
Apro l'involucro dal quale estraggo il preservativo prima di metterlo e solo qualche secondo prima di affondare tra le gambe della ragazza quasi violentemente.
La sento gemere all'unisono con me quando, imperterrito, continuo a spingere in quello stesso modo senza avere l'intenzione di fermarmi fino a che non avremo raggiunto entrambi l'orgasmo e fino a che in preda al piacere non la sentirò gemere il mio nome.
Posso percepire le sue gambe irrigidirsi quando, forse ormai da troppo tempo, la sorreggo con le mani che poggiano sul suo sedere e che lo stringono possessivamente continuando a farla muovere su di me, fino a che decido di sdraiarla sul tavolo senza darle tregua, dando così le ultime spinte decise prima di sentirla bagnare mentre raggiunge l'orgasmo inarcando la schiena, seguita a ruota dal sottoscritto.
Entrambi ansimanti ed ancora in preda al piacere, non perdiamo tempo e subito ci allontaniamo l'una dall'altro per poterci ricomporre e rivestire nel tentativo di regolarizzare i nostri respiri ancora pesanti ed accellerati.
Dopo esserci sistemati senza proferire una sola parola, lei si appoggia contro il ripiano dei fornelli mentre mi osserva passare una mano nei capelli per completare l'opera, prende un sorso di vodka dalla bottiglia poggiata su quello stesso ripiano e sorridendomi divertita schiude le labbra per poter parlare.

"Vuoi?" domanda riferendosi alla bottiglia d'alcool di cui ne delinea provocantemente l'estremità con la lingua.

"Ci si vede in giro" le sorrido allo stesso modo facendo l'occhiolino mentre infilo la giacca di pelle prima di raggiungere la porta ed uscire da quella casa, ignorando l'istinto di fotterle anche quel bel lato B che si ritrova.

SPAZIO AUTRICI:
Tadaaan!
Direi che qualcuna di voi ha proprio azzeccato quando abbiamo chiesto cosa, secondo voi, sarebbe successo in questo capitolo😄
Speriamo che possa piacervi e che continuiate a farci sapere cosa ne pensate commentando la storia😘

M&G💕

"The fire game" ||Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora