Storia di Chiarelsa

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Chiarelsa, questo è il mio nome.
Ma che nome è, mi direte!
Ebbene, anche sul mio nome la storia è semplice, ma piuttosto lunga!
Quando mia madre e mio padre si sono conosciuti, si sono piaciuti immediatamente e, poiché quel giorno, c'era una luminosissima luna piena che rischiarava la rada di Alghero dove erano entrambi in vacanza con le famiglie, decisero che, semmai avessero avuto una figlia, un giorno l'avrebbero chiamata Chiara, come la luce che in quel momento emanava dalla luna!
Non dico che la cosa fu stabilità quella sera stessa, ma i due si sentirono talmente attratti l'uno dall'altra che non ci volle molto a capire che il loro destino li avrebbe visti insieme per tutta la vita. Essi erano più che convinti che un giorno avrebbero avuto una figlia femmina, solo quella; che sarebbe stata la loro bellissima principessa e che avrebbe dato loro tantissime soddisfazioni! Ebbene, loro ebbero effettivamente soltanto una figlia femmina, piuttosto piacente, ed è anche stata la principessa del suo papà, almeno fino alla sua adolescenza, ma, in quanto a soddisfazioni procurate loro, avrei delle riserve piuttosto forti! Soprattutto nell'ultimo anno e mezzo!
Ma torniamo al nome
...va bene il chiarore della luna
...vada per la romantica spiaggia di Alghero
...ma, perché mai Elsa?
Cosa c'entra quell'aggiunta!
Beh, questa è un'altra lunga storia.
Quando mio padre e mia madre si sono conosciuti, andava per la maggiore un'attrice bellissima e sensuale, di nome Elsa Martinelli. In quello stesso periodo, era il 1962, usciva nelle sale cinematografiche italiane un film dal titolo: "Il processo", tratto dall'omonimo romanzo di Franz Kafka, che tra l'altro è uno degli scrittori preferiti della mia mamma, e nel quale Elsa impersonava Hilda.
Da quel momento nacque in loro una vera e propria venerazione per la bellissima e affascinante Elsa, fino ad arrivare a voler sancire in qualche modo questa loro devozione alla brava ed elegante attrice dando alla loro adorata figlia il suo nome, ed eccomi qua:
Chiarelsa!
Quanto ho odiato questo nome!
Mentre le mie amiche Maria, Giulia, Federica, Aurora, Francesca avevano nomi comuni  e memorizzabili, il mio lo sbagliavano sempre, storpiandolo con un
Chiaramaria
Chiaretta
Clarissa
Claretta
Claressa
e, una volta, addirittura...qualcuno se ne uscì con un impietoso
Leoneassa!
Mi avevano portata a odiarlo quel nome, perché, a differenza delle mie "seriali" amiche, io dovevo mantenere sempre questo stigma del nome impronunciabile!
Ma le cose cambiano, per fortuna o per disgrazia, nella vita!
E anche la mia opinione sul mio nome, finalmente, cambiò!
Mi ci volle tutta la paziente dedizione della mia adorata nonna paterna (anche lei con un nome assolutamente "normale": Annamaria) a farmi cambiare idea sul mio nome. Un giorno la nonna Annamaria mi disse:" vedi Chiarelsa, non a tutti piace essere riconoscibili, soprattutto quando si è ragazzi. Si vorrebbe sparire, mimetizzandosi con l'ambiente circostante, come fa un camaleonte per non farsi sbranare dai suoi predatori. Noi lo facciamo per non farci sbranare dalla cattiveria dei nostri coetanei che hanno sempre qualcosa da appuntare sul nostro modo di vestire, di acconciare, di truccare o di parlare...ma, ti garantisco, che nella vita vince chi si distingue dalla massa, perché no, anche per un difetto fisico, facendo in modo di valorizzarlo, mai tentando di camuffarlo, perché sarebbe inutile e controproducente. Esaltandolo invece e facendolo diventare un nostro punto di forza, saremo in grado non solo di gestirlo, ma, forse, persino di imparare ad amarlo!".
E così cominciò a elencarmi una serie di personaggi, per lo più a me sconosciuti, almeno fino a quel momento, che avevano avuto successo nella vita o sul lavoro, grazie a questa strategia. Mi raccontò, ad esempio, di un attore, un certo Gerard Depardieu, che oggi conosco molto bene e apprezzo, di Dustin Hoffman e dell'affascinante Barbra Streisand che hanno costruito le loro carriere e le loro forti personalità su una fisicità non propriamente ordinaria, sottolineando anzi quei loro difetti e rendendoli il loro punto di forza. Ha poi continuato portandomi l'esempio di molte dive di Hollywood che non fanno altro che ritoccarsi dal chirurgo plastico e sono ormai schiave del loro aspetto fisico e di un'immagine che vorrebbero "congelare", sottraendola all'inevitabile azione del tempo.
Quelle parole mi entrarono nella coscienza più in fretta di un fulmine...e come un fulmine mi folgorarono!
Insomma...come sempre, la nonna Annamaria aveva colto nel segno!
Con il suo garbo e la sua pacatezza, mi aveva convinta! Da quel momento ho fatto molto per uscire dall'anonimato e per dare risalto a tutte le mie particolarità, anche a quel mio strambo nome che ormai era diventato il mio fiore all'occhiello.
Mi ero fatta realizzare un girocollo in oro rosa con il mio nome scritto in un intricante carattere gotico che tutti guardavano con ammirazione e del quale, sulle prime, nessuno riusciva a intendere il significato. Da lì e da quell'aura di mistero che ammantava quel girocollo è scaturita la mia riconsiderazione e, direi, anche un innamoramento per il mio "nuovo" nome (così ora mi appariva) che ora assumeva un sapore e un suono completamente diversi!
Tutto sembrava ormai filare liscio. Tutto sommato, la mia vita scorreva tranquillamente, senza troppi intoppi, senza eccessive frenate.
Un bel giorno di fine estate, quando ormai mi ero lasciata alle spalle quella insicura ragazzina e, raggiunta la maggiore età, mi ero iscritta alla facoltà di Lettere, conobbi Roberto, un ragazzo fantastico, col quale condividevo moltissimi interessi. Con lui sembrava superfluo persino parlare, ci intendevamo prima ancora di aver espresso i nostri pensieri e le nostre percezioni su qualsiasi esperienza vivessimo.
Ma questa è un'altra storia e ve la racconterò tra un po'.

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