Ricordi dal futuro!

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La storia con Roberto mi aveva aiutato a capire meglio chi fossi e a suggerirmi la vera natura del mio temperamento. A volte riusciamo a comprendere meglio noi stessi grazie all'immagine che ci ritorna dallo sguardo che gli altri rivolgono verso di noi. Così è stato anche per me!
Dopo il fallimento della storia con Roberto, ero convinta di poter trovare un'altra anima gemella, qualcuno che mi corrispondesse più di quanto non avesse fatto lui e che comprendesse meglio il mio modo di essere, ma, dopo qualche altra brevissima parentesi sentimentale, mi resi conto di non essere proprio tagliata per la vita a due. Le persone che frequentai dopo Roberto, pur non assomigliandogli affatto, avevano in comune con lui quello stesso sguardo di condiscendenza e, direi, quasi di rassegnazione per la mia persona, quasi a voler sottintendere, anche senza troppa discrezione, che ero proprio un caso disperato!
Così mi buttai a capofitto nel lavoro, l'unica cosa che mi rendesse felice e mi desse delle soddisfazioni.
Ah...il mio lavoro!
Certo che chiamarlo così mi risulta davvero strano, perché, ognuno di noi, ha un concetto del lavoro come di un'attività che si compie, il più delle volte, senza troppi stimoli né motivazione, se non quella di ricevere, a fine mese, uno stipendio. Ma per me non era affatto così, non lo è mai stato!
Che lavoro farai, mi chiederete allora!
Beh...a chi me lo chiede, in genere rispondo che vivo, o meglio vivevo di BELLEZZA! Della bellezza dell'arte e ...precisamente... della PITTURA.
È già...facevo proprio la pittrice....e anche con un discreto successo. Parlo al passato perché ho dovuto arrendermi all'evidenza che, per me, quell'attività non era più possibile continuarla! Ma questa è un'altra storia e ve la racconterò più tardi!
La questione è piuttosto atipica, perché, normalmente, chi ha la passione dell'arte e della pittura, la coltiva già da molto giovane, mentre a me si è manifestata soltanto dopo i vent'anni, quando ero già iscritta all'università.
All'inizio lo facevo per staccare dalla routine dello studio, dedicandomi ai miei
SOGNI SU TELA.
Così chiamavo le mie opere, perché erano davvero dei sogni ad occhi aperti che "stampavo" su tela e mi aiutavano a esorcizzare la terribile piattezza della mia monotona esistenza di brava studentessa e devota fidanzatina!
Forse oggi, col senno di poi, capisco perché i miei soggetti preferiti fossero nudi di donna...nudi molto somiglianti a me, alla mia fisicità procace e irriverente e perché la mia attenzione fosse spesso catturata proprio dalle gambe! ...chissà...forse una sorta di presagio di quello che sarebbe stato il mio infausto destino!
Adesso che ci penso, troppo spesso i miei soggetti si richiamavano a un mondo sognante, inesistente, parallelo...che mi trasportava nell'azzurro dei miei pensieri...o forse dei miei ricordi; ricordi capovolti, ricordi di eventi che dovevano ancora realizzarsi!
Questa è la magia dell'arte, l'irrazionalità della pittura, la pazzia di chi compie l'atto scellerato di trasferire su tela una realtà che non esiste, di contornare figure di immagini irreali per dedicarsi, anima e corpo, ai ricordi del futuro!
Lo so, sembra pazzesco ciò che sto affermando, ma vi garantisco che è tutto drammaticamente vero! Ora mi ritrovo a riflettere sulle cose che mi capitava di dipingere senza che io avessi un modello davanti agli occhi, senza ispirarmi ad altro che al ricordo dei miei tratti, alle mie fattezze esteriori che sempre più preferivo evitare di osservare allo specchio, ma il cui riflesso mi sorprendevo a rubare nelle vetrine del centro, mentre facevo shopping o una semplice passeggiata. Che strana la vita...ogni giorno a lottare per qualcosa, per raggiungere un obiettivo e poi ci si ritrova, occhi negli occhi, col proprio destino e a quel punto, invece di andargli incontro e aprirsi a lui con un imponente abbraccio, si preferisce scappare via perché si ha troppa paura di scoprirne le pieghe, di presagirne i contorni, di indovinarne la severità!
Quando mi capitava di finire un quadro, spesso mi sorprendevo ad aggiungere un piccolissimo particolare che, improvvisamente, dava un sapore completamente diverso al mio dipinto. Mai ho sentito l'esigenza di chiedermi da dove mi arrivasse quel suggerimento! Da dove giungesse quel colore acquarellato che spegneva la nitidezza delle immagini per accendere i tratti indistinti di quei miei
RICORDI DAL FUTURO!

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