Profezia di un ritratto

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Quanto fossero profetici i miei quadri l'ho già detto, ma, se vi raccontassi la storia del ritratto di donna senza una gamba, rimarreste di stucco!
Il tutto è accaduto non più tardi di quindici mesi prima del mio incidente. Era un bellissimo pomeriggio di primavera e io ero nel mio studio, in procinto di dedicarmi ad una nuova opera. D'improvviso, non so dirvi il motivo, mi ritrovai col pennello intriso di rosso, un caldo e inquietante rosso sangue che mi suggerì all'istante il disegno di una pozza sul grigio contrastante dell'asfalto.
In quel momento sorpresi me stessa in pensieri terribili; il lieve pomeriggio di sole e di una tiepida aria di primavera, venne interrotto dalla sensazione pesante di una gamba orrendamente mutilata!
Di primo acchito, non seppi darmene una spiegazione, ma oggi, col senno di poi, capisco che quella visione fosse inevitabile.
Iniziai così a dipingere una strada asfaltata con pochissimi particolari che potessero richiamare un luogo realmente esistente. Era presente, sul margine della carreggiata, soltanto un lampione acceso che rifletteva la sua luce sull'asfalto reso lucido dalla pioggia. Poco più in là, si intravedeva una pompa di benzina con la scritta CHIUSO ben in vista sul distributore centrale. Al centro strada campeggiavano due macchine semidistrutte, una gialla e l'altra rossa, con gli airbag completamente esplosi e, al centro del quadro, tra le due automobili, due persone erano intente a soccorrerne una terza, una donna che versava, esanime, in terra, immersa in una pozza di sangue e ... un particolare decisamente inquietante: la gamba destra della donna riversa a terra, era staccata dal corpo.
Oggi riguardando quel quadro, mi tornano come dei flash su ciò che poi mi sarebbe successo realmente di lì a poco più di un anno e sembra aiutarmi a ricostruire un evento che la mia mente non è stata ancora capace di recuperare integralmente. Mi sono sforzata spesso di ricordare ciò che è accaduto, ma, il dolore che quell'evento mi ha provocato, ha indotto la mia mente a rimuoverne completamente i contorni, sfumandoli come facevano le mie pennellate sulle tele dai tratti indefiniti e acquerellati!
Un'altra volta mi era accaduto di dipingere il matrimonio di un uomo e una donna ai quali avevo dato i tratti di persone a me sconosciute, persone che non avevo mai visto prima in vita mia. Lui aveva una strana voglia a forma di cuore sulla fronte, particolare del quale non so proprio dirvi la provenienza e del quale non so spiegarmi il motivo; lei invece, aveva tratti piuttosto comuni: media altezza, normolinea, capelli castani, abito scivolato con un leggero strascico e un velo piuttosto lungo che soverchiava di tanto lo strascico...insomma, la fotocopia dei due tizi che conobbi anni dopo e che, all'epoca in cui realizzai il dipinto, ancora non si conoscevano e dei quali seguii tutte le fasi del loro primo incontro, del loro innamoramento e, infine, del loro matrimonio che avvenne nello stesso identico contesto bucolico nel quale io avevo ambientato il mio quadro e sul cui sfondo campeggiava una recinzione con dei cavalli bianchi e neri al suo interno e che, qualche anno più tardi, saranno il motivo per cui il marito perderà la vita. Ebbene, l'unico cavallo dai tratti riconoscibili, guarda caso, era proprio uno stallone nero al quale avevo dipinto una stella bianca in mezzo agli occhi, cioè, esattamente le stesse caratteristiche del cavallo "assassino".
Coincidenze?
Premonizioni?
Stregoneria?
Cosa sia non lo so, ma ciò che è sicuro è che, soprattutto quando i ricordi dal futuro hanno tinte fosche, alimentano in me una tale angoscia da provocarmi atterrimento e repulsione per tutto ciò che ha a che fare con tele e pennelli. Ormai non dipingo più e, soprattutto, ho capito che tutto ciò che realizzavo e che si concludeva con una pennellata acquerellata, presagiva qualcosa di funesto e terribilmente drammatico!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 20, 2016 ⏰

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