Famiglia Min.

465 25 3
                                    


JiHyun parcheggia la sua moto davanti ad una villa bianca, a due piani, con un giardino ben curato. Scendiamo dalla moto, mi slaccio il casco rosso e lo porgo al mio amico, il quale fischietta alla vista della casa.
Questa sarà la mia nuova casa, un brivido percorre il mio corpo al solo pensiero.
Tiro fuori dalla tasca della giacca un foglietto stropicciato, leggo più volte l'indirizzo per accertarmi che sia giusto.
Sospiro, è questo. Ormai faccio parte della famiglia Min.
Sistemo al meglio lo zaino nero sulle mie spalle e saluto JiHyun.
"Mi mancherai, nana.", dice, facendomi ridere.
"Ci vedremo lo stesso, stupido.", ribatto abbracciandolo.
Mi stringe forte con le sue esili braccia, e devo stringere forte i denti per non scoppiare a piangere.
"Ti chiamo dopo.", sussurra lasciandomi andare. Annuisco, e poi mi volto.
La grandezza della casa mi intimidisce, senza dubbio i Min sono una famiglia benestante.
Comincio a camminare, e senza guardarmi indietro, arrivo fino alla porta.
Perfino il campanello è elegante, lo premo.
Una donna sulla quarantina mi apre la porta. È molto bella, i capelli a caschetto neri le incorniciano il viso, è leggermente truccato ed indossa un paio di jeans ed una camicetta azzurra.
Mi sorride ed io ricambio la smorfia timidamente.
"Sono Yeonmi.", mi inchino in segno di rispetto.
"Oh, noi ti aspettavamo domani, ti saremo venuti a prendere..."
Alzo le spalle. "Un ragazzo dell'Orfanotrofio si è fatto avanti per accompagnarmi."
È così. Vivevo in un orfanotrofio da quando ne ho memoria, sono cresciuta lì. Non è un posto orribile, ma nemmeno piacevole.
Pochi giorni fa i Min sono venuti nella struttura e hanno dato un'occhiata ai bambini. Hanno scelto me, nonostante la mia età. Ho 15 anni, di solito le famiglie preferiscono i più piccoli.
La donna sorride ancora una volta e si sosta dall'entrata per farmi passare, "Benvenuta a casa, Yeonmi."
La villa ha un buon odore, di pulito. Mi guardo intorno e subito scorgo un grande soggiorno, con un bel divano in pelle, un televisore attaccato al muro e una libreria divina, di cui mi innamoro perdutamente, amo leggere.
Sento una mano calda posarsi sulla mia spalla, "Comunque sono MinJi, ma mi farebbe piacere se tu mi chiamassi omma."
Sento un calore crescere nel petto, e subito annuisco. "D'accordo, omma."
Mi conduce nella cucina, anch'essa molto ampia. Mi piace il colore giallo delle pareti, e le foto attaccata al frigo per mezzo di calamite colorate, mi avvicino e le osservo. Riconosco omma in una foto, dove sono presenti altre due figure, un uomo e un ragazzo.
"Quello è mio marito JaeHyun, e quello è nostro figlio Yoongi. Torneranno tra poco."
Sorrido al pensiero di avere un fratello. Lo osservo per bene nella foto, è molto bello, ma la sua espressione è piuttosto cupa, in contrasto con i suoi lineamenti dolci e la sua pelle candida.
"Hai fame?", mi chiede omma.
Mi siedo su uno degli sgabelli intorno alla penisola ed annuisco, sentendo lo stomaco brontolare.
"Vorresti un sandwich?"
"Sì!"
Mentre la donna apre il frigo per prendere i diversi ingredienti, non riesco a fare a meno di sentirmi fuori posto. La mia figura è in contrasto con questo luogo lussoso e curato.
Indosso dei vecchi vestiti grigi, stropicciati, e le mie solite converse nere consumate dal tempo e dal fango, i miei capelli sono troppo lunghi e rovinati. Mi chiedo se avrò dei nuovi vestiti, se omma mi permetterà di andare dal parrucchiere, se mi insegnerà a truccarmi, se...
"Siamo a casa, tesoro!"
Sento una voce maschile provenire dalla porta e sussulto. Il signor Min entra in cucina seguito da un ragazzo che tiene lo sguardo fisso sul cellulare.
"Chi è questa bella ragazza?", chiede l'uomo.
Omma mi mette un piatto davanti e mi accarezza i capelli, "Lei è Yeonmi, la ragazza che abbiamo adottato, è venuta in anticipo."
Il volto dell'uomo si illumina, e corre ad abbracciarmi. Mi sento stordita e felice allo stesso tempo, ma ricambio l'abbraccio sorridendo.
"Salve signor Min."
"Sono appa per te.", mi accarezza il viso.
Riesco a smettere di sorridere solo quando un paio di occhi marroni, più freddi del ghiaccio, si posano sui miei.
Mi si secca la gola e mi passa l'appetito.
"T-tu devi essere Yoongi.", balbetto. Ma lui non risponde, fa un cenno ai suoi genitori e corre su per le scale.
Abbasso la testa dispiaciuta, mi metto a mangiare il mio panino in silenzio mentre appa e omma sussurrano tra di loro alle mie spalle.

Sciocco Destino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora