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«Che ne pensa, sceriffo?»
Bambino sbadiglia platealmente. «Umpfh. Non fa niente? Rimane così?»
«Sì...»
«Allora potevate lasciarcelo e venirmi a svegliare domani mattina.» Bambino si strofina il petto, stressato. Deve essere riposato per domani, non ha tempo di stare dietro alle stupidaggini.
«Ma sceriffo...» fa il sindaco, che è rimasto sulla porta della sala da gioco, pronto a scappare.
«Va bene, va bene.» oltre al cinese, bloccato con i denti sdenudati, le braccia protese e un foglietto in faccia, nella sala da gioco semidistrutta sono rimasti solo un paio di curiosi, ansiosi di dimostrare il loro coraggio o semplicemente stupidi (ma le due cose solitamente vanno a braccetto), i croupier, la vecchia che fa le pulizie e il titolare nonché barista. È lui che lo sta inondando di parole da dieci minuti.
«Sceriffo, questa cosa è pazzesca! Gli hanno sparato e non gliene è fregato niente! Poi è arrivata quella cinese, ha detto a tutti di tenere il respiro, gli ha schiaffato il foglietto in fronte e se n'è andata col biondo, dicendo a chi era stato morso-»
«Biondo? Che biondo?»
«Un tizio vestito di stracci, che stava ripulendo a poker tre clienti abituali...»
Bambino si gratta la nuca. «Sempre tra i piedi, quello...»
«Pensa che i cinesi vogliano vendicarsi dell'incidente alla stazione?»
«Se tutti quelli che vogliono vendicarsi di qualcosa si mettessero a saltellare e a mordere il collo alla gente in America dovremmo girare tutti con colletti di ferro... tra l'altro, di che incidente stai parlando?»
È il sindaco a rispondere, dalla porta che tiene aperta con il piede. «È stato prima che lei arrivasse in città, sceriffo, giusto una settimana fa. In paese è arrivata la ferrovia da poco, lo sa. La fine della strada ferrata si è già spostata più a ovest, ma molti cinesi sono rimasti qui per costruire una stazione. È successo che a lavori quasi conclusi la stazione è crollata, uccidendo quasi tutti i cinesi che ci stavano lavorando, una ventina. Gli altri cinesi della ferrovia non l'hanno presa bene, pare che il crollo fosse colpa di un errore di progettazione, fatto da un bianco. I cinesi sono ancora in città, hanno riadattato un vecchio edificio come dormitorio, in attesa che arrivino i nuovi progetti.»
«Divento sceriffo e nessuno si degna di informarmi che c'è appena stata una strage e che la città è piena di cinesi arrabbiati?!»
Il sindaco ammutolisce e mette un piede fuori dalla porta.
«Va bene, non importa. Venga qua, sindaco, venga.»
«Ma...»
«Non abbia paura, è immobilizzato. Venga, dovrà rendersi conto di persona cosa succede nella sua città, no?» Bambino si volta verso il proprietario del locale e gli fa l'occhiolino.
Il sindaco entra, titubante, con le mani strette davanti al petto.
«Venga, guardi la cosa che ha spaventato i suoi concittadini. Ecco, si metta qui.» Bambino spinge rudemente il sindaco a pochi passi dal cinese immobilizzato, esattamente di fronte.
«Guardi. Vede i denti appuntiti? E le unghie? In Cina non se le tagliano le unghie?» Bambino si mette di fianco al cinese. «Sembra che a tenerlo fermo sia questo foglietto qui...»
Bambino inspira e trattiene il fiato mentre stacca il foglio dalla fronte del cinese, che ringhia e protende le mani verso il sindaco.
«AAAH!» Il sindaco urla con voce stranamente femminile, e Bambino riappiccica il foglietto.
«Ma dai? Sembra che togliendolo si possa muovere di nuovo... riproviamo.»
Bambino stacca il foglietto e il cinese inizia a saltellare verso il sindaco, che dimostra notevoli doti di soprano e di centometrista. Spalanca la porta con tale violenza che per poco non si stacca dai cardini, e sparisce nella strada buia.
Bambino riattacca il foglio e rilascia il fiato, ridendo insieme al padrone della sala da gioco.
«Potresti tenerlo qui come attrazione!»
«Non giocare con jiangshi!» dalla porta aperta è entrata una nanerottola cinese, e subito dietro di lei...
«Ero sicuro che tu ci fossi di mezzo.»
«Andiamo, fratellino, non è mia la colpa di tutto quello che succede!»
«Su questo c'è solo la tua parola.»

Attento Trinità... Arrivano i vampiri!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora