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  La ragazza trascina di peso Trinità fino a una catapecchia che sembra stare in piedi per miracolo. Appena entrano vengono investiti dall'odore che possono avere molti uomini chiusi in uno spazio ristretto. Per niente piacevole.
I cinesi dormono su materassi buttati per terra, e altre brande sono accatastate lungo le pareti. Eppure, nonostante ci siano già molte più persone di quanto sia igienico o prudente stiparne in uno spazio così piccolo, molte brande sono vuote.
Scavalcano diversi cinesi dormienti cercando di non fare rumore, poi salgono le scale mezze diroccate fino al piano superiore. Altri cinesi dormono sul pianerottolo, alcuni li mandano al diavolo nella loro lingua, ma la ragazza lo guida verso una porta chiusa, che apre con una cautela che sfiora la riverenza. Mette la testa dentro, dice qualcosa e un'altra voce risponde, poi tira dentro Trinità senza troppi complimenti.
La stanza è ammobiliata con solo un comodino e un letto, ma è impregnata dell'odore dell'incenso che sta bruciando in diversi candelieri disposti tutt'intorno. Il comodino è affollato di alambicchi e scodelle, con bottiglie piene di liquidi dai colori vivaci.
Nel letto c'è un cinese vecchio come il mondo o giù di lì, con la pelle sottile come carta e tesa su ossa spigolose. I sottili baffi bianchi sono così lunghi che gli cadono ai lati del volto. Osserva Trinità con occhi acquosi, ma stranamente vispi in quella faccia da cadavere.
«Questo è nobile Hu Zhao, capo di questa comunità e monaco taoista.»
Trinità sorride e annuisce come se sapesse cosa significa "taoista". La ragazza dice qualcosa al vecchio in cinese, e l'unica parola che Trinità riesce a cogliere è il suo nome. Spera che non abbia detto qualcosa del tipo "è l'uomo che dobbiamo sacrificare ai nostri dei pagani e sanguinari" o roba del genere. O peggio, che abbia chiesto al vecchio il permesso di sposarlo.
Il vecchio fa cenno a Trinità di avvicinarsi, e lui obbedisce. Puzza di incenso, di vecchio e di roba fritta. Pessima dieta per uno nelle sue condizioni.
Il vecchio esamina Trinità attentamente, estrae con fatica da sotto le coperte una mano con unghie incredibilmente lunghe e gli volta la testa da una parte e dall'altra, gli apre la bocca, gli esamina i denti e la lingua, gli fa chinare il capo e gli toglie un po' di pidocchi, poi lo spinge indietro sussurrando qualcosa. Deve aver superato l'esame, perché la ragazza sorride felice.
«Maestro ha detto che tu è uomo giusto!»
«Per cosa?...»
«Per salvare questa città da morte che non muore!»
Trinità sorride. «Forse abbiamo qualche problema di lingua. Ma non importa, piuttosto, come ti chiami?»  

Attento Trinità... Arrivano i vampiri!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora