Non volevo trovarmi lì, eppure c'ero, e dovevo restarci. Quella prigione di anime legate tra loro, urlanti, disperate, che tentavano di riacciuffare quel brandello di vita che rimaneva loro per poi lasciarselo sfuggire e cadere nell'oblio.
Passeggiavo per quella distesa infinita di ombre che si disfacevano, di anime che vagavano senza meta, invocando aiuto, quello che non avrebbero mai ricevuto.
Mi sentivo fuori posto in quel giardino di farfalle nere, forse perché non ero mai stato come loro.
Le anime erano numerose, e si moltiplicavano a vista d'occhio, rendendo impossibile distinguere quei lamenti e chi li produceva.
Ero diverso, perché tra quelle anime nero ero più leggero, più puro. Passavo sopra di loro come se li tenessi d'occhio, galleggiando nella densa coltre di fumo.
Il giardino delle anime era infinito, così come il tempo che avrei dovuto trascorrere lì. Il peso dell'ingiustizia era così forte che pensai di aver commesso io l'errore, così madornale da farmi finire in quel luogo di tenebre e anime pesanti.
C'era un posto, da qualche parte, che avrei dovuto raggiungere, ma era così distante che dubitai della sua stessa esistenza.
Pensavo che fossero stati gli altri i peccatori, coloro che non meritavano il perdono; ma quando tutto si capovolse mi resi conto di essere io nero e loro bianchi, e di essere caduto in un baratro, perché l'anima più pesante era la mia.
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SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!
Scusate se vi ho fatto attendere: ecco a voi una nuova storia ;)
Se vi è piaciuta lasciate un voto o un commento, alla prossima :)
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Ombre evanescenti
KurzgeschichtenUn paio di storie davvero brevi, ma che potranno trasmettervi qualcosa di unico e forte. Cosa conta di più? Avete mai pensato a come tutto, nel giro di pochi secondi, possa mutare e stravolgervi?