Capitolo 1

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Rossetto: messo.
Profumo: messo.
Anello al dito: messo.
Lenti a contatto: messe.
Ciuingam antistess: prese.
Buttare la spazzatura: fatto.
Spegnere la luce in bagno: fatto.
Sigarette: prese.
Auricolari: presi.
Fazzoletti: presi.

Sono pronta, anche se ho l'impressione di aver dimenticato qualcosa...

"Ciao mamma".

Chiudo la porta ed incontro il sorriso della mia migliore amica, Martina, che mi aspetta nella macchina del padre.

È la ragazza più pazza che abbia mai conosciuto e stasera lo sarà più del solito, perché quando si parla di feste lei è la prima a parteciparvi e a scatenarsi, fino all'alba. Ha capito tutto della vita.
Stasera è davvero elegante: indossa un abito lungo blu notte, senza maniche, in chiffon e delle décolleté color argento; al collo una collana luccicante e sul viso una maschera nera, con la quale quasi non la si riconosce.

"Amanda, sei in ritardo!" È vero non è colpa mia se sono fatta così.
"Ormai ci hai fatto l'abitudine, quindi ti tocca sopportarmi" sorrido.
"Purtroppo... anche stasera" scherza.
Entro in macchina e saluto il padre alla guida e Martina sedutami accanto.
"Amanda... hai lo smalto solo sulla mano sinistra" ride.
Ecco cosa ho dimenticato! Come ho potuto non ricordare di mettere lo smalto, sono davvero così sbadata?
"Non me ne sono resa conto." Dico a bassa voce.
"La solita." Ride.

Siamo arrivati. La musica assordante si sente anche per le strade ed il locale è gremito di adolescenti; ci sarà da divertirsi.
"Andiamo dentro voglio ballare". Sapevo lo avrebbe detto.

Vedo Leo in lontananza con altri amici. È il mio compagno di banco dalle medie; gli voglio un mondo di bene, soprattutto perché è diligente a scuola e mi fa copiare le versioni di latino date per casa. Sorrido appena gli occhi di Leo si accorgono di me.

"Ti raggiungo dopo" dico.

"Leoo"
"Scusa chi sei?" domanda sorridendo.
"Come chi sono!? Non mi riconosci! Sono Amanda!" rispondo allibita.
"Amanda... io non conosco nessuno chiamarsi così, ti stai sbagliando..." sorride.
"Leo smettila, sei davvero uno stupido".
"Sì, forse un po" ride.
Ma che fa, ride? Io proprio non lo capisco.

Io e Leo ci scateniamo in pista, anche se non so ballare, nessuno se ne accorgerà mai, in fondo bisogna solo muoversi un po' e saltare e poi Leo balla in modo strano, sembra un pinguino, vuole sempre farmi ridere, ma ora penso che stia facendo una brutta figura...

Mi avvicino ad un tavolo per mangiare i rustici. Essendo una festa in maschera non riconosco nessuno.

"Amandaaa" qualcuno urla alle mie spalle.
"Bella, sei stupenda! Wow, non ti avrei mai riconosciuta con questa maschera" dico voltandomi.
"È il mio intendo," ride facendomi l'occhiolino e continua "ho appena avvistato Zac, guarda è lì solo con un drink in mano, gli vado a parlare?"

Zac è stata la prima cotta del liceo di Bella, siamo al quinto ginnasio e lui non conosce neanche la sua esistenza.

"Vai è il tuo momento." Lei annuisce e va via".

Riempio il bicchiere di birra, buona e dissetante.

"Amanda scappa è di nuovo qui," mi raggiunge Martina preoccupata.
"Cosa? Pure qui! Ma cosa vuole"
"Ti sta cercando, prima mi ha chiesto di te ed ovviamente ho detto di essere sola, ma non penso che mi abbia creduto, quindi allontanati!"
"Non penso che mi riconosca, stai tranquilla."
"Ma che dici! I tuoi occhi celesti sono inconfondibili!"
"Grazie per il complimento, ma resto qui, non posso abbandonare i deliziosi tramezzini su questo tavolo per lui"
"Fai come vuoi." Dice e si allontana per ritornare dal ragazzo, che non riesco ad identificare.

Io ed altri amici, tra cui Martina e Leo, siamo appoggiati su un muro di un palazzo, all'esterno del locale.
Un po' di vento mi spettina i capelli ed inizio ad avere freddo; forse non avrei dovuto indossare questo minidress nero, stretto in vita e ampio sulla gonna, sino alle ginocchia.

Non sentivo il bisogno di fumare, perché non ne sono ancora dipendente, ma prendo comunque una sigaretta e l'accendo, seguendo i miei amici. Non ho un motivo per questo gesto, che ripeto da pochi mesi, penso che lo faccia solo perché penso che nella via bisogna provare tutto, senza alcun rimorso, perché ora possiamo permetterci di sbagliare, siamo adolescenti e non abbiamo paura di niente. Un giorno saremo sempre di fretta, occupati col lavoro e ci dimenticheremo della vita e del suo valore.

NEMMENO IN PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora