Lucem si guardava allo specchio. Era sempre stata bella, ne era consapevole, ma mai come in quel momento.
La sua cascata di capelli corvini era acconciata in numerosi boccoli, il suo volto a cuore era truccato in modo meraviglioso, risaltando gli occhi glaciali e le labbra piene, il corpo era fasciato da un incredibile abito bianco in pizzo e organza; era perfetta.Perfetta per andare al patibolo, pensò, ma del resto che importava oramai.
I genitori erano stati chiari, non volevano scendere a compromessi, ed in fondo avevano ragione.
Dylan era un bravo ragazzo, ci avrebbe fatto l'abitudine prima o poi, del resto le poteva capitare anche di peggio.Le tre cameriere che l'avevano aiutata a sistemarsi si allontanarono dalla stanza, lasciandola sola con la madre.
- "Sei fantastica. Ho sempre sognato di vederti così, ma ciò che manca è il tuo sorriso. Puoi farlo per me, per te stessa?"
Lucem si sforzò, tendendo le gote fino a sentirle tirare, ma l'effetto fu disastroso, visto che più che ad un sorriso, la smorfia somigliava ad un segno di disgusto.
- "Va bene, va bene. Tralasciamo i sorrisi. Ti piaci almeno? La festa sarà la migliore a cui tu abbia mai assistito, vedrai."
- "Certo che mi piaccio. L'abito è fantastico, mi hanno truccata in modo splendido, come potrei non piacermi?"
Aveva deciso di darle una piccola soddisfazione, si era impegnata così tanto per la buona riuscita di quel giorno.
Nel frattempo un piccolo, minuscolo desiderio di fuga le si insinuò nel profondo, ma preferì sopprimerlo viste le condizioni in cui si trovava.
Ammirava il suo giardino, il verde, in un inconscio desiderio di libertà; libertà che non sarebbe mai giunta visti i piani superiori.Il momento tanto atteso era giunto. Un tripudio di emozioni sconvolse tutti i presenti: dalle serve, alcune delle quali l'avevano vista nascere e crescere, agli estranei, i quali sapevano di che tipo di sfarzo erano capaci le due famiglie in unione.
La limousine parcheggiata davanti al cancello del palazzo - poiché quell'immensa dimora non si poteva certo definire una semplice casa - accolse la sposa a portiere aperte. Perfino l'auto era agghindata a dovere con orchidee e nastri di ogni tipo; Lucem non osò pensare a come fossero la Chiesa e la sala del ricevimento.Il tragitto fu breve, forse perché i pensieri di Lucem si susseguirono ininterrottamente, forse perché quando non attendi una cosa il tempo vola.
Una volta giunta davanti al luogo sacro, le damigelle ed il padre l'affiancarono, decisi a trascinarla all'altare.
Essendo le damigelle alcune delle sue più care amiche, anch'esse erano a conoscenza dei veri sentimenti della giovane sposa, ma vedendola come un'opportunità, e non come un'imposizione, pensavano fossero solo semplici capricci dovuti all'immaturità.La gente che circondava Lucem era tutta - o quasi - benestante, perciò i matrimoni si susseguivano senza sosta. Vedeva le sue amiche felici e soddisfatte, ma questo perché molte di loro erano innamorate.
Che ne sapeva lei dell'amore?
In realtà poco o nulla. Magari sarebbe arrivato col tempo, come diceva sua madre. Voleva sperarlo.L'avanzata accompagnata dalla marcia nuziale, al contrario, sembrò infinita. Voleva chiudere quella faccenda e non pensarci più, e avrebbe dovuto reggere solo mezz'ora di funzione, ce l'avrebbe fatta.
Nel frattempo, in una dimensione lontana, il cancello Ovest del Palazzo delle Fate era gremito di gente.
- "Non ti avevo detto di portare solo i più fidati, Kaidon? Questo sta diventando un affare di stato, altro che cosa privata."
Il giovane si inchinò davanti al suo Principe, con un sorriso di circostanza. Gli dava fastidio quando qualcuno non aveva fiducia in lui.
- "Ricordate la giovane Fata? È riuscita a trovarci prima, l'ho percepita. Avrà sicuramente origliato gran parte della conversazione, così ho cambiato i piani."
- "Donne, macchinatrici e infallibili armi da guerra. L'avrà assoldata mio padre. Quali sono i nuovi piani, dunque?"
Kaidon si guardò attorno, cercando di fare attenzione che non vi fosse nessuno ad ascoltare la loro conversazione.
- "Siamo in cinque, partiremo dal cancello Est tra non più di quattro minuti. Nessuno si accorgerà della nostra assenza con tutta questa gente."
Aspen doveva ammetterlo, quel tizio era geniale. Certamente sarebbe stato il migliore stratega in guerra, era meglio non portarlo a tradire la Corona.
Lo seguì, mentre entrambi si dirigevano verso l'altro cancello. Una volta giunti trovarono gli altri tre soldati ad attenderlo, e, dopo una minuziosa ispezione visiva per cercare di capire se vi fossero uomini traditori, partirono verso la dimensione terrena.
Lui l'avrebbe trovata, ormai ne era certo.
- "Dimmi Kaidon, perché l'hai fatto? Avresti potuto trovarla e ricattarmi."
- "Principe, non tutto il popolo ha le stesse intenzioni. La mia, ad esempio, è quella di conservare il mio posto anche sotto il vostro regno. Certo, avrei potuto ricattarla, illuderla, farle del male, ma la lealtà è più semplice, meno macchinosa."
Un lungo momento di silenzio proseguì dopo la risposta del giovane.
Per Aspen era strano, era proprio questa la gente che voleva attorno, il popolo che aveva intenzione di creare, e se avesse fatto più attenzione al suo regno avrebbe capito che un piccolo germoglio era già nato; ma le piante sono deboli, se non vengono curate, appassiscono.- "Avrai tutto ciò che vuoi, Kaidon. Il mio regno si baserà su persone come te."
Arrivarono davanti alla Chiesa indicata dal giovane. La funzione era già iniziata, ma non si fecero problemi ed aprirono comunque gli immensi portoni chiusi.
Al rumore tutti gli ospiti si voltarono, compresi gli sposi, e fu in quel momento che Lucem sussultò.
Lui l"avrebbe liberata, ne era certa.
Un largo sorriso, questa volta sincero, spuntò dalle sue labbra, mentre il Principe ricambiava lo sguardo, sussurrando in tono non udibile parole strane e incomprensibili.
Bene. La storia sta per entrare finalmente nel pieno! Cosa pensate accadrà?
Secondo voi Kaidon è realmente onesto?
Spero leggiate e rispondiate :)
Un abbraccioNaïve
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Lucem - The Prince ~ Libro I (#Wattys2016)
FantasiSono passati molti secoli dalla Guerra dei Troni. Le Dimensioni sono state ricostruite, le popolazioni sono tornate alla loro quotidianità e i perdenti hanno imparato a convivere con i propri "debiti di guerra". In particolare, sul Regno delle Fate...