Come Ghiaccio Al Sole

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Il sole aveva da poco abbandonato la mia corte facendola sprofondare nelle tenebre; ad illuminare gli addobbi per la festa rimanevano solo fiaccole infuocate appese alle pareti della sala da ballo. Quella sera si sarebbe tenuta un grande festa in onore di Alexander nel mio regno ed io non vedevo l'ora che iniziasse. Avevo organizzato meticolosamente ogni cosa e curato ogni singolo dettaglio. Il marmo chiaro delle pareti creava una piacevole contrasto con il rosso delle tende, l'ingresso era ornato da composizioni di vari tipi di fiori e piante rampicanti, non c'erano guardie o servi in servizio quella sera poiché tutti i miei sudditi erano stati invitati a godersi la piacevole serata. Sulla lunga tavola imbandita alla mia sinistra erano esibiti in vassoi d'argento molti cibi diversi ed innumerevoli brocche di vino rosso. I partecipanti stavano iniziando ad entrare nella sala in piccoli gruppi: la festa avrebbe avuto iniziò a momenti. Mentre mi stavo dedicando alle accoglienze lo vidi: Alexander comminava con passo fluido verso di me, al suo ingresso tutti i presenti si erano voltati, alcuni per contemplarne la bellezza, altri per dare vita a innumerevoli pensieri maligni e malati. Come se traesse energia e vitalità da quegli sguardi invidiosi ed incantati che alimentavano il suo ego, continuò a camminare nella mia direzione arrivandosi a fermare solo a pochi passi da me. Il modo in cui la giacca scura gli fasciava le spalle e le braccia possenti lo rendeva ancora più affascinante. Era così elegante da farmi girare la testa, come poteva essere così estremamente perfetto in ogni sua piccola parte?
Dopo aver fatto un lieve inchino posò i suoi pozzi oscuri su di me e disse <<bella festa mia Signora>>,
<<ti prego, chiamami Sofia>> risposi tranquillamente accompagnando queste parole con un dolce sorriso. Dopo vari minuti di silenzio imbarazzante il ragazzo riprese a parlare <<ti va di ballare?>>, sorpresa dalla domanda cominciai a balbettare <<ballare.. Beh .. Certo!>>.
Mi prese delicatamente la mano e mi accompagnò fino al centro della sala, dove, dopo avermi avvicinata al suo petto caldo, iniziò ad ondeggiare leggiadramente a tempo di musica.
<<Sei bellissima>> disse con voce calda e sensuale facendomi arrossire.
<<Oh beh ... Grazie>> risposi imbarazzata facendolo aprire in una risata cristallina
<<Mi piace l'effetto che ho su di te>> continuò con un briciolo di vanità nella voce,
<<tu? Su di me? Non hai nessun..>> iniziai a dire ma fui interrotta dal suo indice posato sulle mie labbra.
<<Shh ... Non lo dirò a nessuno>> terminò rassicurandomi con un sorriso mozzafiato.
Le ore trascorsero velocemente tra i balli, le risate ed i calici di vino, quando ad un tratto Alexander si avvicinò al mio orecchio e sussurrando disse <<devo dirti una cosa>>
<<dimmi>> risposi sorpresa,
<<in privato>>
<<ah>> dissi prima di incamminarmi con il suo sguardo ancora addosso verso una porta dalla quale entrava un leggero soffio di vento. Quando la oltrepassammo davanti a noi si aprì una vista mozzafiato: sopra di noi una coltre di stelle illuminava il cielo scuro della notte come le pietre di una corona, la valle era immersa nel silenzio mentre dalla sala alle nostre spalle proveniva il suono lontano della musica ed i vocii degli invitati. Il mio cuore batteva velocissimo e sono sicura di averlo sentito fermarsi per un attimo quando Alexander, con una rapida mossa, mi bloccò alla ringhiera con le sue possenti braccia. I nostri volti erano così vicini da poter sentire il suo caldo respiro sfiorarmi le guance in una morbida carezza, il suo profumo mi inebriava ed il suo sguardo era così intenso da farmi sentire a disagio, ma nonostante questo decisi di rimanere immobile: stretta tra quelle braccia mi sentivo sicura e protetta.
<<A.. Allora di cosa volevi parlarmi?>> balbettai impacciata rompendo il silenzio, lui mi rispose in un bisbiglio senza allontanarsi da me,
<<niente in particolare, volevo solo passare un po' di tempo con te>> rispose con voce suadente.
-Oh mio Dio- pensai allora, non potevo crederci. Solo in quel momento riuscii a capire cosa mia sorella provava per quell'umano. Rimanemmo in quella insolita ed imbarazzante posizione per una manciata di minuti prima che Alexander si allontanasse da me per andarsi a sedere su una panchina di granito della terrazza invitandomi a fare lo stesso.
<<Però già che siamo qui, potresti dirmi qualcosa di te.. Dato che il mio passato già lo conosci, permettimi di conoscere il tuo, dolce Sofia>>.
Sorpresa da quella richiesta e ancor più dal modo in cui mi aveva chiamata mi apprestai a farfugliare qualcosa <<la mia ... Oh beh la mia storia ... Si certo ... Allora, in principio eravamo due semplici sorelle poi Dio venne da noi e ...>>.
Rimanemmo a parlare per ore perdendoci così tutta la festa, ma non mi importava, non avrei voluto essere in nessun altro posto.
Quando però ci accorgemmo dell'ora ormai tarda Alexander si congedò con un lieve inchino, ma, prima di andarsene, si avvicino al mio orecchio e in un caldo sussurro disse <<attenderete il mio ritorno, mia Signora?>>
<<tornate presto, mio Alexander>> risposi lasciando un delicato bacio sulla sua guancia morbida.

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