La Specie Inferiore

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La sala era immersa nel silenzio. File di anime avvizzite, demoni deformi ed incantevoli angeli neri percorrevano la parete opposta al trono. Su ogni volto era dipinta l'attesa e l'impazienza, erano tutti curiosi di sapere come sarebbe andata a finire. Il volto del umano aveva perso il colorito roseo tipico della sua specie: non sapeva cosa potersi aspettare.
Ad un tratto raccolsi tutta l'ira, la gelosia, la rabbia e l'invidia che avevo in corpo e, con tutte le mie energie, gridai<<strappatele le ali>>.
<<no>> urlò il ragazzo dal fondo della sala iniziando a correre verso quella cruenta scena.
Fu come se il tempo di fosse fermato: suono tremendo delle grida di Ludovica inzuppava l'aria; sulle facce dei due aguzzini era dipinto lo sforzo di compiere un gesto così brutale e faticoso, lo sguardo di mia sorella era rimasto fisso su di me e carico d'orgoglio fino a quel momento: fino a quando profonde e dolorose fitte non avevano iniziato a trafiggerla; il viso del ragazzo si era trasformato in un quadro dalle mille sfumature: adesso conteneva paura, rabbia, amore e stupore.
Quando il tempo riprese il suo flusso regolare vidi l'umano afferrare mia sorella che si stava accasciando a terra in preda alle grida ed al pianto. Mente i due uomini riponevano le due magnifiche ali ancora sanguinanti nella teca di vetro, Kyle stringeva la sua amata tra le braccia accarezzandole i capelli per cercare di calmarla. Ad un tratto la adagiò delicatamente a terra facendo attenzione a non toccare le ferite e si avvicinò a me andandosi a fermare a pochi centimetri dal mio volto. <<Tu>> disse in un impeto di rabbia per poi continuare con voce spaventosamente calma <<lurida traditrice! Come hai potuto farle questo? Prega che Ludovica non muoia, altrimenti ti cercherò in ogni dove a costo di mettere a repentaglio la mia vita pur di sottrarti la tua>>
<<Sciocco umano..>> iniziai io ma venni subito interrotta dalla sua voce,
<<no! Sta zitta! Adesso sto parlando io, tu non devi fiatare>> continuò puntandomi un dito contro <<credi di essere superiore ma non lo sei affatto, sei solo una miserabile vigliacca, non hai neppure avuto il coraggio di guardarla negli occhi mentre le venivano strappare le ali. Quindi non azzardarti a dire che gli umani sono inferiori a te perché non sai di cosa stai parlando, tu non ci conosci e non ci conoscerai mai davvero>> vedendolo voltarsi dissi <<io vi conosco eccome: avete paura di ogni cosa, non siete capaci di affrontare i problemi senza avere la certezza di uscirne indenni e temete la morte più di ogni altra cosa>>.
A questa mia affermazione Kyle si girò tornando a guardarmi negli occhi e si avvicinò bruscamente a me ponendo il suo volto così vicino al mio che riuscivo a sentire il suo respiro caldo sfiorarmi le gote <<ti conviene aver ragione>> sussurrò prima di avvicinarsi alla ragazza accasciata sul pavimento e prenderla in braccio per poi uscire velocemente dalla stanza degnarmi neppure di uno sguardo. Quando salirono sulla carrozza con la quale erano arrivati Ludovica aveva già perso i sensi.
<<Partite! Adesso!>> urlò Kyle prima di adagiare delicatamente la testa della ragazza sulle sue ginocchia ed iniziare a cullarla lasciandole dolci e delicati baci sui capelli.
Appena la massicce ruote della carrozza toccarono il suolo umido Kyle aprì la pesante porta del mezzo e ne uscì con Ludovica in braccio. La ragazza continuava a tremare e rantolare mentre lui apriva il portane di casa e la portava in camera sua per poi accomodarla sul letto. Il suo corpo snello giaceva inerme tra le lenzuola bianche intrise del profumo di Kyle che la cullava dolcemente. Con il rifiuto dei suoi poteri non aveva perso solo la vita eterna, ma anche la forza di cui ora avrebbe avuto tanto bisogno. Si addormentò dopo un breve tempo trascorso tra le braccia del ragazzo che, dopo averla curata come meglio poteva, aveva cercato di tranquillizzarla sussurrandole all'orecchio dolci parole.
Le ore seguenti furono terribili: pur dormendo Ludovica continuava a lamentarsi e piangere. Kyle non sapeva proprio cosa fare per aiutarla, così decise che la cosa migliore da fare era semplicemente aspettare che si svegliasse da sola. Così, non appena lei riaprì gli occhi, la accolse con un sorriso mozzafiato e disse <<buongiorno bella addormentata>>
<<Kyle..>> sussurrò lei confusa <<cosa è successo?>>
<<mah niente, sei quasi morta ma a parte questo nulla di che>> rispose lui spingendola ad emettere un lieve risata che si trasformò quasi subito in tosse.
<<Comunque lasciatelo dire>> continuò il ragazzo <<le tue ali erano davvero belle>>,
<<tu di più>> sussurrò lei prima di ricadere in un sonno profondo lasciando il ragazzo lì a guardarla con un sorriso stampato sulle labbra.

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