La Morte Non Guarda Mai Indietro

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Quando i piedi del giovane Alexander toccarono il suolo terrestre, intorno a lui si alzò una nube di polvere e tuoni. Le saette dorate fuggivano rapide da quella nuvola che si espandeva sempre di più. Il caos era tornato e la terra lo avvertiva. La pace era finita.
<<Povera piccola Ludovica, credevi davvero di fermarmi con così poco? Credevi davvero che mi sarei arresa? Che avrei perso la speranza? Qui l'unica ad aver perso qualcosa sei tu. Adesso sei un insulsa umana, proprio come tutti loro>> dissi con voce sprezzante <<non potrai fare nulla per fermare il mio Alexander! Casa distruggerà per primo? La Cina, l'America forse...>> -Oh no- disse una vocina nella mia testa <<sta andando in Galles, desidera vendetta>> conclusi quasi in un sussurro.
Il fisico atletico del giovane era elegantemente avvolto in un turbine di vento che seguiva le sue volontà come un cane obbedisce al padrone. Camminava a passo svelto nel bel mezzo del nulla, solo campi intorno a lui, un mare di fili verdi interrotti da spume di bianche pecore; ma ad un tratto fu sorpreso da una piccola voce <<salve viaggiatore, da dove venite!>>, Alexander si girò rapidamente e vide una minuscola bambina vestita di cielo seduta su un masso a pochi passi da lui.
<<Da molto lontano>> si affrettò a rispondere lui <<puoi indicarmi la strada per il
castello?>> chiese il ragazzo muovendo l'indice teso in direzione del bivio che si snodava davanti a loro.
<<Ma certo>> disse la bambina saltando giù dalla roccia e avvicinandosi a lui <<devi proseguire per circa due ore su questo stradello, quello a destra, attento a non sbagliare>> continuò con un enorme sorrisolo sulle labbra color ciliegia <<ti porterà dritto al villaggio>>.
<<Grazie piccola>> rispose Alexander scompigliandole con una mano la cascata di capelli dorati che ricadeva sugli occhi chiari e vivaci della bambina.
<<Sei stata gentile con me e intendo ricambiare il favore>>,
<<cos...>> riuscì appena a dire la bambina; le sue parole si spezzarono in aria quando la testa le si curvò innaturalmente all'indietro. Il piccolo corpo cadde senza vita ai piedi del gelido Alexander che, scansandolo con un gesto noncurante, disse
<<visto? Ho fatto in fretta, non hai sentito nulla>>.
Gli occhi della bambina rimasero spalancati per lo stupore, mentre dalla bocca scivolava un rivolo di sangue rosso. Quello sguardo vitreo lo seguì mentre si allontanava lungo lo stradello fino a che non scomparve dietro gli arbusti che si rincorrevano ai lati del ciottolato. Aveva spezzato la vita di una creatura nel fiore degli anni senza alcun rimorso, il mio incantesimo aveva funzionato alla perfezione: avevo creato una creatura perfetta, sicuramente il mio miglior lavoro.
Ero affacciata sul globo che fluttuava al centro della mia Sala del Mondo, l'arcangelo Gabriele me lo aveva donato per il mio diciottesimo compleanno, quando ci fu la cerimonia dell'assegnazione dei poteri; sul biglietto che lo accompagnava era stata scritta una frase semplice con lettere delicate 'ecco i tuoi occhi sul mondo'. A quel ricordo le mie labbra si aprirono in un sorriso malinconico, che però si spense quasi subito dopo. Mentre stavo lì in piedi ad osservare la macabra scena pensai -è mille volte meglio di mia sorella, getterà nella mia valle anime interessanti e curiose, mi riporterà alla gloria. Il mio nome sarà nuovamente pronunciato con terrore. Le madri torneranno a pregare che i loro figli non mi incontrino in battaglia. L'odio e la sofferenza riprenderanno a passeggiare sulla terra indisturbati. Il mio castello riacquisterà l'antico splendore ed il mio regno non avrà fine-.

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