Controllo

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Il sogno era lo stesso di ieri notte. L'assassino che mi rincorre sempre per lo stesso corridoio nero come la pece, le porte che mi conducono in un corridoio identicò a quello che avevo appena percorso, il gradino e la porta che ne veniva subito dopo a seguire. Ormai sapevo cosa mi aspettava dietro quella porta e non mi sarei nemmeno spaventato, nel rivederlo di nuovo con il coltello in mano con l'intenzione di uccidermi, non prima di notare il suo volto coperto da una maschera da pagliaccio assassino.
Il corridoio dietro di me è di nuovo scomparso, ma qualcosa dentro di me insiste nel volergli togliere la maschera e guardarlo dritto in faccia. Certo, l'ho già visto in faccia nel sogno di ieri e quando uccise i miei genitori, ma volevo comunque vederlo.
La mia mano afferra l'estremità alta della maschera spaventosa per essere strappata dal suo viso facendo sentire il rumore dell'elastico che li teneva entrambi legati, rompersi ed infine essere gettata a terra e farmi rimanere confuso, ma anche spaventato allo stesso momento. Dovevo trovarmi per forza di fronte all'assassino, e invece i miei occhi stanno vedendo me stesso.
Gli stessi occhi azzurri, la stessa chioma castana di capelli e con un sorriso più da psicopatico. Ma io non stavo sorridendo, il che vuol dire che non era uno specchio, mi trovavo, seppur di fronte, davanti a un me assassino.
Mi ricordo di aver visto in parecchi film che la gente per distruggere i propri cloni doveva ferire se stesso. Senza pensarci due volte mi do un pugno sulla pancia. Il dolore che mi trafigge l'addome è come quello di una coltellata. Riesco a trovare altre forze per tirarmi i capelli e pestarmi un piede, insomma le classiche cose da film. Pensavo non facesse male e che fosse tutta recitazione, invece fa un male tremendo. Io non sembro molto dolorante, riesco ancora a trovare le forze per strappargli il coltello di mano e piantaglielo dritto nella schiena, sfilarlo e impantarlo di nuovo stavolta sul suo collo, alzandogli la testa mentre è chino a 4 gattoni per riprendersi dal dolore ricevuto. Ora che l'assassino è morto posso finalmente oltrepassare quella porta sopra il gradino, ma appena metto piede fuori, non sento altro che vuoto e precipito nell'oscurità per poi sentire la solita sensazione impatto-ascesa.

A svegliarmi non è più la solita sveglia insopportabile con il suo solito tintinnio acuto, ma bensì le voci dei ragazzi della mia casa che parlano tra di loro.
-Ehi amico forza svegliati oggi abbiamo la prima lezione- mi scuote un ragazzo mentre sono ancora sdraiato sul mio letto. Ho dormito così bene che anche solo aprire gli occhi è un'impresa abbastanza difficile.
Molti di loro hanno già iniziato a vestirsi mentre io invece sono ancora con il mio pigiama giallo e cambiarsi con il leggero freddo autunnale che invade la stanza, non è un gioco da ragazzi. Finalmente ho l'occasione di indossare gli abiti che ammiro da ieri sera con occhi luccicanti. Spostando la divisa mi accorgo che mi è stata consegnata una collaba d'argento con lo stesso simbolo che ho visto ieri in quella di Paul. Do uno sguardo a vedere come mi sta la nuova divisa e devo dire che non è niente male.
Nell'atrio della nostra casa ci sono sia i ragazzi della nostra età, sia quelli di seconda e terza.
-Ehi Jesse- è Paul che mi chiama da dietro.
-Ehi Paul-.
-Andiamo a fare colazione insieme?-.
-Ehi Jesse- è il ragazzo che mi ha svegliato. Ma com'è possibile che mi conoscano tutti? Possibile che sia per essere arrivato in questa scuola già svenuto insieme al ragazzo della Terra? -Andiamo a fare colazione insieme?- mi chiede gentilmente.
-Scusa Paul. Sono già impegnato- andando via mi giro verso di lui e vedo che mi fissa. Spero solo di non averlo offeso.
-Oh scusa non mi sono presentato. Io sono Holden Ellis, Gemelli, 29 giugno. Non sei arrivato nel migliore dei modi in questa scuola eh?!?- dice accennando un leggero sorriso.
-No, affatto. Almeno l'anno prossimo saprò cosa mi spetta e non avrò bisogno di farmi prendere dal panico-.
-Speriamo..- intanto la porta d'ingresso della nostra sala si apre e iniziamo a scendere saltellando sulle piattaforme ed arrivare fino alla Sala Grande e sedermi al tavolo giallo insieme a tutti i miei compagni e non.
La colazione che ci spetta non è molto ricca: del bacon e delle uova. Ho sempre amato il bacon, mentre non posso dire la stessa cosa delle uova, ma cercherò di farmele piacere.
Mando tutto giù con il bicchiere di succo all'arancia che mi trovo davanti, e insieme a Holden andiamo alla prima lezione di controllo che si tiene in un grande cortile appena fuori dall'ingresso principale del castello e insieme a noi ci sono anche i novellini di Acqua, Terra e Fuoco. Sophy non sembra accorgersi di me. Ha fatto subito amicizia, il che spiega perchè è circondata da tanti ragazzi e ragazze.
Solo quando ci troviamo nel cortile dove si terrà la prima lezione, mi accorgo del luogo da cui è circondata la scuola. Si trova praticamente in mezzo ad una foresta in cima ad una collina. Non riesco a vedere i piedi della collina a causa degli alberi troppo alti, il che è un vantaggio per noi in modo da non far scoprire la nostra esistenza agli umani.
Sul posto troviamo la professoressa Bridgette Cooper, nonchè professoressa dell'Aria vestita ovviamente di giallo. Però la sua divisa è diversa dalla nostra, la sua assomiglia più a una tunica che a un mantello.
Da quel che mi ha anticipato Paul, ci aiuterà a controllare il nostro elemento. Non so sinceramente cosa aspettarmi.. Un uragano? Impossibile,è il primo giorno, non sono così bravo da riuscirci. Del leggero vento? Si, molto probabile.
-Bene ragazzi. Oggi, per chi non lo sapesse, inizierete a controllare il vostro elemento. Il vostro è un elemento uguale a tutti gli altri, ma, a mio parere, il più interessante. Dubito che gli altri sono in grado di volare o di scaraventarvi con un semplice gesto a 40 metri di distanza. Quindi iniziamo! Vi chiamerò in ordine alfabetico e voi verrete qua e cercherete di far volare il cappello-.
-Scusi- la interrompe Holden -ma io non vedo nessun cappello-.
La professoressa alza il braccio e soffia abbastanza forte che in meno di 3 secondi un cappello nero vola in alto verso di noi, per poi essere afferrato al volo dalla mano da lei. In quel momento capisco che non stava soffiando, ma bensì stava succhiando l'aria.
-Vedete ragazzi, succhiando l'aria e concentrandomi sul cappello sono riuscito ad attirarlo verso di me. Certo, il vento potete spingerlo verso qualcuno, ma anche attirarlo a voi stessi- posa il cappello a qualche metro di disanza da lei e apre la cartellina gialla che porta in mano.
-Chris Cloud- un ragazzo molto indietro rispetto a noi, probabilmente l'ultimo inizia a farsi largo tra la folla e si ferma al punto dove la professoressa tracciò una piccola X con dei bastoncini di legno poco prima.
-Ok adesso concentrati, concentrati, concentrati su quel cappello nero e piano piano inizia a soffiare aumentando sempre di intensità. Muovi quel cappello in una qualsiasi maniera che implichi l'utilizzo del tuo potere- è concentratissima quanto noi su quel cappello che, se non ci riuscisse lui, si muoverebbe anche senza soffiare.
Passano 30 secondi... 40... 50... Ma poi il cappello inizia ad alzarsi leggermente da terra. 5... 10 metri e quando noi iniziamo ad applaudire e lui accenna un leggero sorriso di felicità, il cappello casca a terra alzando un leggero terriccio.
-Bene Chris sei andato benissimo- dice applaudendo le mani -torna dietro i toi compagni. IL PROSSIMO! Holden Ellis- affianco a me sento il suo corpo irrigidirsi insieme al suo sguardo. Mi stringe forte il braccio che per farlo risvegliare dalla trance devo toglierglielo e passargli una mano davanti agli occhi. Essendo in prima fila non aveva nessun motivo di farsi largo tra i ragazzi quindi arriva subito alla X con i legnetti. Ormai che sa cosa fare la professoressa non spiega più nulla. I suoi pugni si serrano e il suo corpo diventa teso ma non toglie lo sguardo da quel cappello che, dopo nemmeno 15 secondi, si alza e si posa delicatamente sulla testa della professoressa. Un'altro scoppio di applausi si fa sentire dai ragazzi della prima fila fino alla fine. Holden supera tutti quanti e si mette dietro Chris.
-Jesse Evans!- ok calmi tutti, tocca a me. Cosa posso fare per stupire la professoressa come hanno fatto Chris e Holden? Non ne ho la più pallida idea e non ho nemmeno molto tempo per pensare visto che devo sbrigarmi.
Mi dirigo verso la X e, dopo aver lanciato uno sguardo alla professoressa che mi guarda in modo da mettermi coraggio (come se ne avessi bisogno), fisso il cappello nero. Non so quanto tempo passi perchè solo a pensare ad altro non riesco più a concentrarmi e dovrei ricominciare da capo. So solo che dopo una manciata di secondi sento crescermi nel petto qualcosa di cui ho bisogno di liberarmi. Inizio a soffiare e il cappello vola lontanissimo. 20..30..40... metri, e non smette più perchè io non smetto di soffiare finchè non lo vedo più. La sensazione di fresco, libertà e godimento che mi pervade è troppa per poter smettere.
-Ok Jesse basta così- rompe il silenzio la professoressa. È difficile ma adesso la "cosa" dentro il mio petto sta iniziando a diminuire, ma non solo quelle. Anche le mie difese immunitarie si stanno abbassando e, mentre tutti applaudono insieme alla professoressa, crollo per terra svenendo. Ora nessuno sta più applaudendo.

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Ciao ragazzi,
Finalmente ce l'ho fatta. Scusate ma è stata una settimana lunga e impegnativa. Visto che la storia vi sta piacendo sposto da 150 a 180 visualizzazioni per il prossimo capitolo.
Un bacio😘
il_serpeverde_del_4

IL DOMINATORE DELL'ARIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora