Ti vedo.
Sono le quattro di pomeriggio, c'è un sole cocente e un caldo boia, sono a pezzi dalla stanchezza e vorrei solo andarmene a casa.
Ti vedo.
E per quale diavolo di motivo l'autobus ci mette così tanto ad arrivare oggi?
Ti vedo.
E non trovo il coraggio di sfiorare con lo sguardo i tuoi pezzi di cielo.
Ti vedo.
E capisco che io e te, ormai, siamo come stranieri. Tu non mi conosci, io non ti conosco. Come se in un battito di ciglia tutto il "nostro tutto" fosse sparito.
Ti vedo.
E Dio solo sa quanto vorrei avere il coraggio di dirti "Ciao" ancora una volta, un'ultima volta ancora.
Ti vedo.
E quella ormai familiare sensazione di ansia mista ad agitazione, o meglio dire PANICO TOTALE, mi pervade, mi travolge, mi uccide.
E per un attimo ne sono felice.
Ma solo per un attimo.
Perché poi, ti vedo.
Alzo lo sguardo. Voglio vederti in viso. Ho bisogno di avere la certezza che sia d'avvero tu, che non sia solo un'allucinazione per colpa di tutto questo caldo.
E ti vedo, questa volta per d'avvero.
Occhi negli occhi.
Occhi che si parlano.
Occhi che ricordano.
Occhi che amano.
E poi un clacson spezza il nostro contatto, mi riporta coi piedi per Terra, al 12 febbraio 2016, alle ore 4.13 di pomeriggio, alla fermata dell'autobus, a te.
E sono una perfetta cretina.
Avevo dimenticato, giusto?
Ero andata avanti, giusto?
Ero stata con altri, giusto?
No, giusto proprio per niente. E' tutto perfettamente sbagliato.
Ma chiudo gli occhi, prendo un bel respiro, cerco di apparire tranquilla, e, quasi come un automa, mi vedo muovere le gambe verso il mezzo pubblico che ha appena accostato.
Decido di non voltarmi.
Ormai ho fatto la mia scelta.
Passo sicuro, schiena dritta, testa alta ed occhi come lame, pronti a ferire chiunque.
Ma devo essere così. Devo sembrare forte.
Ma dentro sono a pezzi, ancora una volta a pezzi per te.
Sono un caos di macerie che solo tu sai ricomporre.
Solo tu sai trovarvi un ordine.
Solo tu sai plasmarmi.
Solo tu sai parlarmi.
Solo tu sai conoscermi.
Solo tu hai affrontato il vero caos e hai imparato a trasformarlo in qualcosa di migliore, solo tu hai saputo districare questo intreccio di nodi, di fili, di emozioni.
Solo tu, solamente tu.
Ma tu non ci sei.
Ma tu non sei più mio.
Ma tu non ci sei.
Ed io salgo sull'autobus.
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Holaaaaa,
Lo so che avevo detto che You sarebbe stata solo una one-shot... peròòòòòòòòò a mia discolpa posso dire che mi è venuta l'ispirazione (mentre ero a scuola in un'ora di supplenza ahahahhah) eeeee questo è quanto.
Ci tengo a ribadire che questi capitoli sono solo un ammasso confuso di pensieri che spero qualcuno tra voi riesca a districare.
Grazie,
Narnia00
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You.
Short StoryI miei sfoghi alle 21.58 di sera. NB : I capitoli non sono collegati tra loro. Sono delle specie di one-shot o semplicemente sfoghi incomprensibili della sottoscritta.