13 maggio 1958
Mio fratello era un ragazzo molto dolce e affettuoso, sempre gentile e aggraziato.. infatti per svegliarmi iniziò a saltare sul letto gridando "SVEGLIAA".
Funzionò. Mi svegliai.
E gli presi una caviglia tentando senza successo di farlo cadere.
Almeno si fermò.《Buon giorno raggio di sole!》mi disse sorridente.
《Ti odio.》affermai io.
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Arrivata a scuola pensavo solo ad una cosa: "dov'è Paul?"
Ero un po' in ansia perché non sapevo come comportarmi. Non stavamo insieme, ma non eravamo neanche semplici amici.
La domanda "che cosa faccio quando lo vedo?" mi aveva impegnato la mente da quando mi ero svegliata fino a quando non ne era sopraggiunta una più importante:"dove accidenti è Paul?".
A scuola non lo vidi (e lo cercai.. eccome se lo cercai). La cosa mi sollevò da un lato perché avrei rimandato la situazione imbarazzante in cui ci saremmo trovati, ma dall'altro ero preoccupata: Paul non era uno da saltare la scuola per motivi futili.
Dopo le lezioni tornai a casa un po' sconsolata e passai la prima parte del pomeriggio a studiare. O almeno a tentare di studiare. Continuavo a pensare a Paul (e non mi sentivo psicopatica, è normale per una ragazza che da il primo bacio u.u).
Alle 16.00 non ce la feci più.
Presi la giacca di jeans, inforcai la mia bicicletta azzurra e iniziai a pedalare in direzione Forthlin Road.《Salve signor McCartney!》esclamai sorridente quando il padre di Paul mi aprì la porta.
《Ciao Clare》rispose lui cortesemente ma non sinceramente.. mi sembrava teso.
《Volevo sapere se Paul fosse in casa, avrei bisogno per dei compiti di matematica》. Non sapevo se Paul avesse detto al padre che non era venuto a scuola, così preferii mentire per evitare di creargli problemi.
《Sì è in casa, ma è malato e sta riposando. Adesso è meglio che non lo disturbi, ciao Clare》e mi sbattè la porta in faccia. Io rimasi interdetta. Conoscevo il signor McCartney, anche se poco, ed era sempre stato gentile e disponibile con me. Qualcosa non andava. Ma cosa potevo fare?Voltai le spalle al portone e feci per andarmene quando sentii un bisbiglio.
Mio girai di scatto cercando di capire se me lo fossi immaginato o meno.《Clare!》
Questa volta lo avevo sentito chiaramente e infatti riuscii a vedere la faccia di Paul che sbucava da una finestra sulla facciata laterale della casa.
M'illuminai.Presa dall'euforia che mi provocava ogni volta la visione di quel bel facciotto stavo per esclamare "PAUL!" quando lui previdente mi fece segno di fare silenzio.
Mi avvicinai alla finestra e quando gli fui davanti il mio sorriso scomparve.《Paul ma cosa..》
I miei occhi si riempirono di lacrime.
《..cosa ti è successo?》Il suo volto era ricoperto di lividi e aveva un labbro spaccato. Istintivamente tesi la mano verso le ferite, ma non volli toccarlo per paura di fargli male. Lui accennò un sorriso sconsolato e mi prese la mano tirandomi più vicina alla finestra.
《Paul chi è stato? Rispondimi..》
《Non ha importanza》tentò di dire, ma lo interruppi.
《Sì che ha importanza! Cosa stai dicendo?》
《Clare davvero lascia stare. Non è nulla di che, sto bene》
Ero sull'orlo della crisi isterica. Ero arrabbiata perché Paul non mi rispondeva, ma ero distrutta dal vederlo così ridotto. Volevo sapere chi fosse il responsabile e provocargli più dolore possibile.
Respirai a fondo e strinsi la mano di Paul.《Dove possiamo andare perchè tu mi spieghi tutto? Puoi uscire da qui o tuo padre ti controlla?》gli chiesi.
《Teoricamente non potrei, praticamente se non stiamo via tanto non dovrei correre rischi》rispose lui. 《Vieni》 aggiunse balzando fuori dalla finestra e dirigendosi verso un parco, sempre tenendomi per mano.
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Ci eravamo sistemati sotto un albero, al riparo dal sole. Eravamo seduti uno di fronte all'altra, lui appoggiato al tronco. Iniziò a spiegarmi.《Vedi.. ieri sera, dopo che ci siamo visti, è successa una cosa. Sulla via di casa ho incontrato un gruppo di ragazzi e.. tra loro c'era Mark.》
Mi si gelò il sangue.
《Mi ha riconosciuto e mi hanno inseguito fino in un vicolo.》
Immaginavo tremante la scena.
《 Lì mi hanno picchiato finché non è passato un uomo che ha chiamato la polizia.》
Piangevo. Non ero riuscita ad evitarlo. L'immagine di Paul che cercava di difendersi da un gruppo di codardi bastardi mi uccideva. E capii perchè non volesse dirmelo..
《È colpa mia》dissi.
《No Clare, non di-》
《È per colpa mia se ti hanno picchiato. Tu stavi difendendo me e lui si è vendicato su di te.》
《Clare non è colpa tua》
《Sì invece. Avrei dovuto denunciarlo, avrei dovuto immaginare che si sarebbe vendicato, non avrei dovuto lasciare che te ne andassi a casa da solo, sono stata stupida e ingenua e -》Mi baciò.
Io, proprio come il giorno prima, rimasi di stucco. "Perchè?" Pensai. "Ti sto dicendo che è colpa mia se ti hanno fatto del male, perchè mi baci?".
Si staccò rimanendo ad un soffio dal mio volto.
《Sì, sei proprio stupida》disse sorridendo dolcemente.
《Io..》non riuscii ad articolare frase più complessa.《Sei stupida se pensi che sia colpa tua. Non è colpa tua. Non è assolutamente colpa tua. Come potevi prevedere che si sarebbe trovato lì quella stessa sera? Come potevi sapere che sarebbe venuto a cercare me? Come potevi denunciarlo se eri ancora sotto shock? Non hai chiesto tu di essere aggredita da quello stronzo e non hai fatto niente per renderglielo più facile. È successo e basta. 》
R
imasi in silenzio per un po'.
Non perché il suo discorso mi avesse totalmente convinta, piuttosto perché 1. avevo bisogno di tempo per elaborare l'accaduto 2. lo vedevo già abbastanza distrutto anche senza dover sostenere il peso dei miei sensi di colpa.《Andrò oggi stesso a denunciarlo. 》
Affermai con fermezza.
《Va bene - rispose lui - però fatti accompagnare per favore, che sto più tranquillo》
Mi resi conto solo in quel momento che se volevo denunciare Mark avrei dovuto raccontare tutto a John e di riflesso mi portai le mani alla faccia sbuffando un po' agitata.
Paul capì.
Capiva troppo quel ragazzo per essere vero.
《Dai non ti preoccupare, una volta che Mark sarà stato in qualche modo punito John non potrà fare cazzate》
Tentò di rassicurarmi.
《Oh - sorrisi amaramente io - John trova sempre il modo di fare cazzate.》
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Let It Be
Fanfiction《Ohh qualcuno qui è geloso..》lo stuzzicai io. Lui si limitò a sorridere quasi tra sé e sé guardandosi la punta delle scarpe. 《Allora ci sarai o no?》mi chiese nuovamente. 《Mmmh.. ci penserò》 Allora alzò un sopracciglio come per dire "oh avanti, sappi...