DUE

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Il mattino seguente lo aspettava una giornataccia.

Avrebbe rinnovato il 'sotto' ai conigli con erba

fresca e asciutta in modo da prevenire le smalattie

intestinali che di solito ne provocano la moria,

e, solo dopo aver preparato il pastone alle galline,

si sarebbe concentrato sul compito più difficile.

Collegare quel groviglio di fili dal motore ai vari

punti luce già predisposti con l'aiuto esperto di

Lorenzo.

Dopo trent'anni, il borgo Case Sparse sarebbe risorto.

Si alzò come al solito prima del sole.

Il progetto stava tutto scritto nella sua testa.

Lo aveva pensato, visto e ripassato migliaia di volte.

Altrettante lo aveva sognato.

Il lavoro richiese un'intera giornata di bestemmie e

fatica, interrotte da una breve pausa a mezzogiorno

per buttare giù un pezzo di pane e frittata.

Il compito più difficile fu quello di far passare i fili

sui tetti sfondati delle case.

Fortunatamente sopra ogni tetto era sopravvissuta

una piccola parte che non aveva ceduto e che gli

permise di finire il lavoro.

Saggiava con il piede ogni lastra di ardesia, per

avere la certezza della sua tenuta.

Quando era sicuro della sua solidità, procedeva

cauto, passo dopo passo, come si fa in un campo

minato.

Al calar della sera, con la poca luce a disposizione,

ripose gli attrezzi in cantina e rincasò per la cena.

'L'opera è finita - pensò - non resta che aspettare

il risultato'.

L'abitudine al lavoro duro lo aveva reso resistente

a ogni fatica, ma quel movimento innaturale, ripetuto

tante volte per restare in equilibrio, lo aveva

stancato più del solito.

Le gambe abituate ai lunghi sentieri erano indolenzite.

Riscaldò un piatto di minestra e fagioli avanzati

dal giorno prima e bevve d'un fiato un bicchiere di

grappa riempito fino all'orlo.

Quando il calore dell'alcol procurò l'effetto anestetico

desiderato, si buttò spossato nella brandina

posta a fianco del camino, in attesa di dormire.

'Riuscissi a passare una notte tranquilla almeno

oggi' - pensava tra sé.

Dentro il sonno più profondo gli incubi si insinuavano

nella sua mente, come i tarli che infestano il

legno.

Sognava sempre la stessa scena.

Una voce di bambina lo chiamava con insistenza:

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 19, 2016 ⏰

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