Parte senza titolo 4

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La luna risplendeva ancora alta quando il motocarro

si arrestò davanti alla casa.

Il silenzio della notte era interrotto da un ululato

incessante proveniente da valle.

Vittorio era già seduto sull'uscio con il toscano acceso

a fargli compagnia.

Sapeva che l'amico faceva colazione a casa, per accontentare

la mamma che già di buon mattino si

alzava per tenere fede a quel rito quotidiano che

le donne si tramandano di generazione in generazione.

Accendere il primo fuoco, preparare la colazione e

avvolgere la casa con quell'aroma che sprigiona il

caffè appena uscito dalla caffettiera, pronunciare le

solite raccomandazioni rivolte ai loro uomini, senza

dimenticare di lasciare pronta una camicia che

sa di buono.

- Stanno passando le beccacce, andiamo al passo

dei Vignai.

- Se arriviamo per primi prendiamo il posto migliore.

- Sempre che qualche furbo non sia già andato su

a dormire - rispose Vittorio.

- Andiamo a vedere, semmai cambiamo passo.

Il passo dei Vignai distava poco più di un'ora e

mezzo di motocarro.

Sarebbero arrivati con la luna ancora padrona del

cielo.

Durante il tragitto Vittorio teneva aperto il finestrino

e buttava fuori il fumo, per rispetto dell'amico

che non aveva quel vizio.

Lo spinone di Lorenzo se ne stava fuori, accucciato

nel cassone.

Quando l'ape prendeva una buca profonda, il cane

brontolava con un leggero guaito.

'Ci manca ancora che troviamo il capanno occupato.

Mi girerebbe proprio il belin', disse Lorenzo.

La strada era comoda per tre quarti, sino a che non

si prendeva un bivio non asfaltato che si arrampicava

con pendenze che mettevano a dura prova il

vecchio motore del trabiccolo.

Il terreno poco battuto e la polvere alzata dalle

ruote costrinsero Vittorio a spegnere il toscano e

chiudere il finestrino.

Ogni tanto compariva alla vista un casone abbandonato

infestato da rovi e sterpaglie.

Si intravvedevano i camini rossi ancora liberi dagli

arbusti che senza fretta avanzavano, per riprendersi

quello che l'uomo non era in grado di preservare.

'A nord di Case Sparse non ci abita più nessuno',

disse Vittorio.

Dietro a una curva si trovarono la stradina sbarrata

da un gregge di pecore che, incolonnate, tornavano

alle stalle.

Presto sarebbe caduta la neve anche sulle vette più

basse, e i pascoli di erba fresca avrebbero lasciato il

posto al gelo.

Due cani ben addestrati correvano da tutte le parti

per recuperare gli animali ritardatari.

La luce su in paeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora