|•.Prologo.•|

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Che infondo poi, sono l'unica che ti legge il pensiero sempre, che ti comprende sempre, che lascia passare sempre e che è capace di mandare al diavolo quelle sue stupide teorie create da sé stessa.
Ma questo solo perché senza volerlo mi sono creata una scaletta dove ho messo le persone che non mi meritavano in fila al podio, senza esserne consapevole.
Si erano conquistati il premio senza nulla e loro se lo venivano a prendere e sfruttare quando serviva e poi lo lasciavano solo a soffrire per loro.
Ma alla fine dei conti?
Soffrire e sprecare gli anni migliori della nostra vita per gente che nel giro di settimane si scorda di noi?
Sono riuscita ad adottare la tattica del sorriso così facilmente da lasciare leggermente sorprese le persone.
Mi sono lasciata travolgere dal dolore e poi l'ho cacciato via da me.
Le porte per la sofferenza sarebbero restate chiuse.
Le porte per i sorrisi avevo deciso di aprirle...
Un po' come tornare a 9 anni fa...prima di arrivare a vivere in questo paese che mi ha avvolto in una culla di negatività.
Ricordo come fossi positiva,ricordo come l'improvvisa scelta del destino mi aveva folgorato, aveva tracciato un tratto della mia vita che sarebbe restato indelebile.

Se alla fine dei conti avrei trovato scontrini e scontrini, li avrei portati con me alla ricerca della cassiera che mi avrebbe tornato il resto, che mi avrebbe cambiato le cose scelte per sbaglio.
Il problema era che gli scontrini sarebbero sempre scomparsi alla resa dei conti, perché non si può cambiare ciò che ormai è andato perso.

Passare alla negatività sembrava così impossibile eppure provandoci, facendo soffrire le persone che lo meritavano, diventando più fredda con la gente, ci ero riuscita.
Avevo innalzato le nuove pareti del mio nuovo edificio...mi sarei dovuta ambientare per forza in un territorio che nonostante gli anni, non sono riuscita mai a sentire mio.
Sono una di quelle adolescenti molto confidenziali con l'anima da festaiola e lo spirito libero...il problema è che ad un certo punto mi sono persino stancata di sembrare quella felice, che riesce a conoscere gente nuova senza farsi chissà quanti problemi, la cosa che odiavo era, ed è tutt'ora, che per certa gente io sia come un 'libro aperto'.
Io volevo qualcuno che scavasse in me ma non sono riuscita a trovarlo e lo so, ho ancora una vita davanti...ma non resisto più.
Devo testare se davvero non c'è nessuno che possa capirmi.
Dovevo sapere, non potevo più stare con le mani in mano, a tal punto da diventare come gli altri mi definivano, cioè diventare un libro aperto, volevo sapere se qualcuno voleva scoprire la verità,ciò che celavano le mie orbite.

Ed è stata una delusione, una gran delusione, sapere che non mi aveva ancora compreso nessuno di quelle persone che io avevo messo al primo posto.
Li avevo lasciati aprire con me, avevo scavato in loro e sapevo come farmi scoprire forse...eppure nonostante tutti i miei tentativi, a quanto pare non ne volevano sapere.

Non sopporto le persone con aspettative altissime, sognano cose irrealizzabili e si circondano di illusioni, mi sta bene la determinazione,ma non le altissime aspettative.

E nonostante tutto, io avrei avuto sempre una parte di loro in me, di quelle persone del mio passato e del mio presente.
E magari avrei tanto voluto che loro avessero qualcosa di me in loro.

Ci sono sempre troppe regole, ed ho già visto troppe repliche.

Avrei sempre tentato di portare a termine un mio pensiero...ma piano piano me lo sarei dimenticato mandandolo a quel paese senza saperlo.
Cercavo in ogni persona ogni singolo difetto che avevo trovato nel mio passato, cosa molto strana, invece di cercare i pregi, cercavo i difetti nelle persone, perché sarebbero stati sempre quelli a tenermi testa.

Per non parlare delle ore della mia vita trascorse all'interno delle mie mura,ovvero le cuffie ben inserite nelle orecchie, fino a diventare sorda, pur di non ascoltare il mondo circostante, ma lo stavo ascoltando lo stesso, in silenzio, senza esprimermi e lasciando tutti i miei pensieri disperdersi fra le parole.

Ho imparato ad ammettere le cose che non vanno, perché così magari autoconvinciamo noi stessi.
'Magari', come ho ben detto, magari.

In me ci sarà sempre un po' di rancore,malinconia, terrore,errore,squallore,amore, bontà,dolore,sofferenza,perdono.
Avrebbero sempre caratterizzato la mia esistenza,le mie future scelte.

Avrei dovuto imparare a mettere sempre me al primo posto e a smetterla di fare l'altruista e di farmi gli affari degli altri.

Io mi mettevo nei guai fino al collo per loro, e loro mi ci annegavano proprio.
Se cadevano io gli tendevo la mano o ancor meglio mi buttavo nel buio con loro per uscirne insieme, sempre più forti di prima.
Ma niente, nessuno sarebbe mai riuscito a notare questo in me e la delusione è stata talmente tanta che solo vivendola la si comprende e vi assicuro, non ve lo auguro.
Ero stata fortunata a non essere andata in qualche posto di guerra, a non essere morta neanche dopo le prime frazioni di secondi della mia vita, ero stata fortunata ad avere dei genitori come i miei, e forse anche l'essere figlia unica ora mi stava facendo trarre i suoi vantaggi.

Iniziai a sentire un improvvisa ondata di freddo poggiarsi sulla mia mano sinistra e feci appena in tempo a notare che ero appena uscita dalla doccia e i miei pensieri se ne erano andati via insieme all'acqua che scorreva.
O forse no, questa volta no.
Questa volta avrei seguito le mie idee...tutto il riepilogo della mia vita. Avrei lasciato che i dubbi si impossessassero di me, ma avrei affrontato tutto sorridendo.
Avrei usato la mia arma a doppio taglio, proprio la felicità che riuscivo ad irradiare all'improvviso, senza saperlo.
Ero un corpo solare che celava un'anima che cercava di essere scongelata.

Ero come un uragano che in qualsiasi posto andava, si trascinava tutto con sé, e poi lo teneva dentro, fino all'orlo,poi si vaporizzava,poi ritornava,una corrente di vento impetuosa, a volte fastidiosa, ma sicuramente rigenerante.

Ero una sorta di maremoto o uragano,ero e sono un fenomeno naturale.

Fragile e sensibile come la carta,impetuosa e distruttiva come un uragano, perché sí, se la gente mi perdeva, lasciavo un grande vuoto incolmabile, che magari in pochi avrebbero ammesso di provare,di sentire.

||Uragani di carta.|| [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora