I lunghi capelli rossi le incorniciavano il viso, in una cascata di boccoli lucenti. La luce del sole si infrangeva su di lei, accarezzandole i lineamenti dolci e ancora giovanili. I due grandi occhi grigi saettavano da Harry a Draco: nonostante il silenzio che regnava intorno a loro, l'intensità di quello sguardo esprimeva tutto il dolore di quella giovane donna, alla quale avevano strappato via l'adolescenza in una sola, terribile notte.
Non piangeva, no. Nonostante gli occhi arrossati non una lacrima era scappata al suo categorico controllo.
Stava in piedi con la bacchetta in mano e le gambe leggermente divaricate, in posizione di attacco. Il verde selva dei suoi abiti evidenziava il pallore della sua carnagione diafana e la delicatezza del suo corpo.
"Mi hanno mandata qua", disse perentoria, la voce troppo ferma per essere quella di una ragazzina.
"-hanno sigillato casa mia. Si sono presi i miei genitori. Mi hanno impedito di frequentare altre lezioni di stregoneria."Harry si avvicinò a lei con cautela e le mani alzate. "Sarai la benvenuta al Manor..-", L'Auror si fermò qualche secondo per riflettere, poi inclinò la testa e ridusse gli occhi a due fessure. "-qual è il tuo nome?"
La Banshee alzò gli occhi al cielo e scrollò le spalle. "Cassiopea"
Draco si accostò al marito e la indicò con una mano, rivolgendo un palmo verso l'alto. "La sua famiglia appartiene a un ramo di una nobile Casata Irlandese, gli O'Brien. Come i Black, i loro discendenti vengono battezzati con i nomi di stelle e costellazioni".
Harry trattenne una risatina di scherno e si diresse verso la cucina, separata dal Salone da un'ampia porta scorrevole a due imposte, intarsiata in fiori e rami di pesco.
L'ambiente era enorme, arioso. Le enormi vetrate che affacciavano sul giardino laterale permettevano alla luce di espandersi fra i mobili bianchi e il bancone dal piano in marmo.
Alle spalle di quest'ultimo, vi era un affresco che occupava l'intera parete: su uno sfondo grigio con arabeschi verdi e argento, era stata dipinta con caratteri cubitali una frase virgolettata: "Quando il gioco si fa duro, i duri si preparano un the"
E, più in basso: "Harry il the, Draco il caffè e Scorpius la cioccolata."
Harry corse verso il bollitore e lo riempì d'acqua, prima di metterlo sul fuoco. Il gioco si stava facendo più duro di quanto avesse mai potuto pensare.
Draco si appoggiò al bancone, alle spalle del Grifondoro. "Tu hai una sorta di dipendenza, Potty" borbottò, ammirando la muscolatura vigorosa del marito.
Egli si girò ridacchiando, e fece spallucce. "Mi rilassa"
Malfoy sollevò un sopracciglio e gettò lo sguardo sul ventre e sui fianchi di Harry, intrappolando il labbro inferiore fra i denti. "E se conoscessi un modo più efficace per rilassarti?"
Potter accese il camino con un gesto lento delle dita, facendo divampare le fiamme lungo la canna fumaria. "Mi piacerebbe davvero tanto.." sibilò, "spogliarti e metterti a novanta sul bancone..-"
Harry si avvicinò a Draco, gli mise una mano sul sedere e percorse il solco fra le natiche con un dito. "-e sentirti tremare, e chiedermi di più, e ansimare in silenzio, per non far rumore come negli anni in cui Scorpius era piccolo.."
Draco corrugò la fronte e sentì un fiotto di calore riscaldargli le guance. "Perché non lo fai, Potter?"
Harry si allontanò velocemente fendendo l'aria fredda, che in fretta si contrappose fra i due ragazzi. "C'è Cassiopea nella stanza a fianco"
Draco ghignò. "Nessuno la costringe a rimanere qua. È liberissima di andarsene"
"La lasceresti da sola, Malferret?"
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"Amor Vincit Omnia"
FanfictionNonostante fossero passati ben undici anni dal loro reincontro, Harry Potter e Draco Malfoy si amavano ancora. Combattevano fianco a fianco la strenue lotta contro le insidie della vita, tenendosi per mano, sostenendosi, a volte lanciandosi qualche...