Capitolo 17

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"Emma, ti prego non farmi questo, torna da me, ti scongiuro" urlò Regina, oramai in lacrime tra le braccia di Ruby.
Sentiva quel fastidioso 'bip' continuo provenire dal macchinario che monitorava Emma, e ciò voleva dire soltanto una cosa, Emma non ce l'aveva fatta.
Una volta che i medici uscirono dopo averla liberata da tubi e tubicini per tenerla in vita, Regina si avvicinò a lei, con l'aiuto di Ruby, anche lei oramai in lacrime, e le prese la mano, gliela strinse forte "per favore, non puoi farmi questo, non puoi abbandonarmi in questo mondo di merda, ho bisogno di te per farcela, per favore, torna da me, se muori tu, muoio anche io, io ti amo, più di qualsiasi cosa, ti prego" queste furono le ultime parole che Regina disse ad Emma, queste furono le ultime parole che Regina disse.
Passò quella settimana nella stanza che aveva condiviso con Emma, a casa di Ruby, perché oramai si era trasferita lì, da quando Cora l'aveva fatta lasciare con Emma, ci parlava solo per darle a stento il buongiorno e la buonanotte, ora era più che sicura che non l'avrebbe neanche più guardata in faccia, perché per colpa sua lei aveva perso l'amore della sua vita, l'aveva persa per sempre, e Regina pensò più volte di farla finita, ma poi pensava che doveva farsi forza, sia per lei che per Emma.
Emma.
Le faceva male il cuore solo a pensare quel nome.
"Regina" la voce di Ruby interruppe i suoi pensieri.
"Regina" si sentì chiamare di nuovo, ma stavolta non era la voce di Ruby, era una voce diversa.

"Regina" si sentì chiamare di nuovo, e riconobbe la voce di sua sorella.
La mora aprì gli occhi, confusa, aveva gli occhi rossi e gonfi per il pianto "Regina, hai fatto di nuovo quel sogno?" le chiese dolcemente Zelena, avvicinandosi lentamente a lei.
Regina si guardò intorno, come spaesata, poi annuì debolmente "continuo a sognarlo, cosa significherà?" chiese fissando il corpo inerme di Emma steso su quel maledetto letto di ospedale.
"Non lo so" rispose semplicemente Zelena, posandole delicatamente una mano sulla schiena.
Regina annuì appena, non sapendo cosa risponderle, così si alzò, e si avvicinò ad Emma, le posò una mano sulla testa, accarezzandole dolcemente i capelli biondi, di un biondo oramai spento, e l'altra la posò sulla sua mano tiepida, facendole piccole carezze con il pollice sul dorso.
"Ehi piccola" sussurrò Regina, avvicinandosi al suo orecchio, sperando che potesse sentirla "l'ho sognato di nuovo, è da una settimana che faccio sempre lo stesso sogno, ma forse dovrei chiamarlo incubo... ma la mia domanda è perché continuo a sognarlo, i medici hanno detto che tu sei leggermente migliorata da quando sei andata in arresto, anche se mi sembra una cosa strana. Vorrei che tu aprissi gli occhi, voglio rivedere quel verdazzurro da far invidia al mare, quelli in cui mi perdo ogni volta che li guardo, voglio rivedere i tuoi occhi con la solita scintilla, voglio rivedere il tuo bellissimo sorriso, voglio rivedere te, quindi torna da me piccola, per favore.. ti amo, non dimenticarlo" finì di parlare con gli occhi chiusi, cercando di evitare di far uscire le lacrime, anche se aveva la voce che tremava, era riuscita a non piangere, ce l'aveva fatta anche stavolta.

Passò un'altra settimana, un'altra settimana in cui Regina continuava a fare quell'incubo, settimana in cui Regina si era definitivamente trasferita da Ruby, dicendolo solo a Zelena, settimana in cui Regina aveva dormito poco e niente, aspettando solo che Emma aprisse gli occhi, che le sorridesse con dolcezza, dicendole che sarebbe andato tutto bene, settimana in cui Regina aveva lasciato quella stanza solo per andare un attimo a casa a darsi una rinfrescata e cambiarsi.
E Ruby passava la maggior parte del tempo lì con lei, aspettando anche lei il risveglio di Emma.
Passavano così le giornate, con Regina che stava seduta accanto al letto di Emma a tenerle la mano, o che passeggiava per quella stanza, Ruby che ogni tanto si assentava per prenderle giusto qualcosa da mettere sotto i denti, e poi rimaneva lì anche lei.
E poi c'era Zelena, lei andava ogni giorno, ma non poteva rimanere più di tanto, e quel po' che restava faceva di tutto per far sorridere almeno un po' la sua sorellina, ma erano rare le volte in cui ci riusciva.

Il mese passò così, oramai sembrava che Regina si fosse trasferita lì.
Un giorno andò a casa, giusto il tempo di farsi una doccia veloce e tornare in ospedale.
Quando tornò, trovò la porta della stanza chiusa, e Ruby che sorrideva e piangeva fuori dalla stanza "Ruby, che succede?" le chiese preoccupata "forse ci siamo" disse semplicemente, abbracciando forte la mora, quasi a stritolarla.
Regina sorrise, aspettando che i medici uscissero, per avere qualche novità.
Passarono circa trenta minuti, e Regina si sorprese di non aver fatto un buco nel pavimento per quante volte aveva fatto su e giù.
"Come sta?" chiese al medico, appena uscito dalla stanza "beh, potrebbe svegliarsi da un momento all'altro, come potrebbero volerci altri giorni, ma si sveglierà" disse gentilmente l'uomo, per poi dileguarsi.
Regina sorrise, entrando nella stanza andando vicino ad Emma "ehi, svegliati presto mi raccomando, non vedo l'ora di guardarti di nuovo negli occhi" disse sorridendo appena e dandole un dolce bacio sulla fronte.
Regina sentì la pelle di Emma contrarsi a quel contatto, così si staccò e la guardò.
La bionda aveva fatto un piccolo sorriso, appena accennato, ma lo aveva fatto, e Regina sentiva gli occhi pizzicare, ma stavolta, era sicura fossero lacrime di felicità.
La mora continuò a sussurrarle cose dolci per tutto il giorno, e quando stava per arrendersi, sentì la mano di Emma stringersi debolmente attorno alla sua.
Regina la fissò, fissò quegli occhi che debolmente cercavano di aprirsi, lentamente, quelle labbra, troppo secche per i suoi gusti, che si schiudevano appena.
Sorrise, riportando lo sguardo sugli occhi, e sorrise ancora di più quando li vide aprirsi, piano, rivelando quel verdazzurro che le era mancato più dell'aria.
Regina sorrise, non diede neanche il tempo ad Emma di realizzare che subito la abbracciò, stando attenta ai tubi e tubicini attaccati in tutto il corpo, la strinse forte a se, e pianse, pianse tutte le sue lacrime "ciao piccola, mi sei mancata" disse la mora non staccandosi dall'abbraccio.
Emma la guardò, confusa "chi... chi sei tu?" Chiese quasi in un sussurro, con la bocca ancora impastata.
A sentire quella frase, a Regina cadde il mondo addosso, di nuovo.

Saaaalve gentaglia
Pensavate che vi eravate liberati di me, ma no, eccomi di nuovo qui, finalmente con un capitolo lol.
Non uccidetemi, mi è venuta ieri sera questa idea, e non potevo non scriverla..
Anyway, fatemi sapere che ve ne pare, mi scuso per eventuali errori, e niente, non so che altro dire lol
GayBye (:

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