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Ci guardavamo fissi, ma nessuno dei due iniziava un discorso.
Era come se una forza inesistente ci stesse impedendo di fare quello che per noi era naturale: stare assieme e renderci felici a vicenda.
Mi feci forza e le chiesi allora perchè era così spensierata, l'unica cosa che ricevetti fu però un altro aspetto di debolezza di Alice, che abbassò la testa senza rispondere.
Era ormai chiaro che qualcosa la stesse distraendo, ma non sapevo cosa.
Dopo qualche minuto mi guardò e con voce spezzata mi disse che si sarebbe dovuta trasferire con la famiglia tra non molti giorni, ma la data era ancora tutta da stabilire.
Sarebbe potuta partire tra qualche giorno o forse sarebbe partita finita la scuola.
Speravo posticipasse il più possibile quella data.
In un secondo la mente mi si riempì di pensieri e ricordi.
Rividi il giorno in cui la conobbi e lo vissi come un sogno ad occhi aperti.
Provavo a scacciare quelle parole che ancora non mi sembravano vere...purtroppo capii che era tutto reale e che quello che avevo sentito, lo avevo sentito per davvero.
Mi veniva da piangere, o forse da urlare, ma la voce sembrava come sparita.
Pensai che avevo sentito abbastanza e tra non molto sarebbero riprese le lezioni.
Lasciai Alice con le sue compagne e andai in classe.
Mi sedetti.
Crollai...
Stracciai il foglio che avevo davanti mentre una lacrima mi scendeva lungo il viso

Questione Di SguardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora