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Tutti erano concentrati sul proprio orologio.
Quella mattina, l'ora era la priorità.
Era l'ultimo giorno di scuola e tutto era diverso.
I corridoi, che solitamente erano calmi e silenziosi, quel giorno erano pieni di ragazzi che si spostavano da una classe all'altre per salutare i propri amici.
In mezzo a tutta quella confusione, mentre salutavo i ragazzi delle altre classi, mi diressi verso la 3A, dove mi aspettava Alice.
Mentre camminavo ripensavo ai lati positivi della fine di un altro anno scolastico.
Niente più viaggi in autobus, niente più compiti e verifiche, ma sopprattutto, niente più sveglia alle 6:30 del mattino, finalmente avrei potuto dormire.
Assolto nei miei pensieri, arrivai da Alice;quel giorno era bellissima e più sorridente del solito e questo mi rendeva ancora più felice.
Indossava un bel vestito bianco molto ricamato che le stava davvero bene e i capelli lisci lasciati cadere.
Insomma, non poteva non essere notata.
La salutai con un bacio sulla guancia, come al solito, e iniziammo a parlare.
Il tempo voló e arrivarono le 11:00; suonò la campanella e iniziò la festa di tutti i ragazzi.
La scuola era finita.
Decidemmo di uscire per ultimi e di dirigerci assieme verso casa sua.
Sulla strada di casa c'era una via che ad Alice metteva paura e come al solito, per quel tratto, la presi per mano.
Lei diceva di sentirsi protetta e io la sentivo più tranquilla.
Arrivati davanti casa sua mi abbracciò e la guardai entrare in casa dopo avermi salutato nuovamente.
Prima di tornare a casa da mia madre, decisi di sedermi sulla nostra solita panchina, dove trascorrevamo interi pomeriggi.
Per me era speciale perchè custodiva migliaia di storie meravigliose; ricordi di mani che si cercavano, promesse e abbracci improvvisi.
Penso che tutti ne abbiamo una, sulla quale il nostro cuore è ancora seduto.

Questione Di SguardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora