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La piccola finestra della stanza non aveva mai funzionato come si deve: gli spifferi gelidi erano sempre passati attraverso i vetri sottili, che tremavano ad ogni folata di vento.
Wetz stava lì e guardava rapito il paesaggio con le nuvole cariche di pioggia che avanzavano velocemente verso Silverstone.
Da casa sua si vedeva perfettamente tutto il villaggio, cupo e tetro proprio come la giornata appena iniziata. Il cielo cupo rendeva le case più grigie del solito, le strade erano piene di pozzanghere e l'unica cosa che sembrava prendere vita con la pioggia era proprio la grossa pietra argentea che dava il nome al villaggio, situata al centro della piccola piazza.
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Appena smise di piovere Wetz si infilò gli stivali, indossò il mantello, prese la spada e si diresse di corsa a casa di Saih.
Le vie erano deserte, la gente dormiva ancora, alcuni si stavano svegliando.
Il ragazzo arrivó davanti casa della sua amica, attraversó il recinto che circondava il piccolo cortile e bussó alla porta, in attesa della ragazza.

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