-Allora, chiamami quando sei pronta, okay? In questo cellulare c'è solo il mio numero, hai bisogno solo di questo.
Ti ho detto. Tu hai sospirato e hai detto per la seconda volta che avevi capito, ma io ero troppo spaventata per andare a casa da sola come se nulla fosse.
Ti ho guardato un'ultima volta e prima di andarmene, ti ho baciato la fronte e me ne sono andata a casa.
O meglio, mi sono diretta verso la casa della mia migliore amica, Erica.
Ho bussato alla porta e una bionda mi ha aperto la porta.
-Karlie?! Oh santo cielo! Come stai?
Ha chiesto entusiasta. Le ho sorriso e la ho abbracciata forte. Non sapevo che avevo così tanto bisogno di un abbraccio finché non avevo le sue braccia attorno a me.
-Oh, io sto bene, e tu?
Ho risposto. Mi ha sorriso e mi ha fatto entrare, dicendomi che aveva finito la scuola mesi fa e che era uscita con ottimi voti. E che ovviamente stava molto bene.
-Allora, come mai sei qua in città?
Ha chiesto. Ho guardato Erica e lei aveva il suo solito sorriso da pazza, i suoi occhi verdi con un leggero luccichio.
-Be', è una lunga storia.
Ho risposto brevemente, ricordando che io ero qui per te.
-Allora, lo sai, mi piacciono le storie. Racconta.
Ha risposto lei. Si è sistemata sulla sedia, pronta ad ascoltare a ogni singola cosa che stavo per dire.
-Okay. Hai presente la mia migliore amica Taylor? Quella di qui mi sono innamorata?
Le ho chiesto. Lei ha annuito e ha fatto un piccolo saltello sul posto.
-State insieme? Vivete insieme?
Ha chiesto stupita, i suoi occhi spalancati.
-No, magari.
Ho risposto, mentre accennavo una risata senza umore.
-Allora come mai? Che cosa centra lei?
Ha chiesto confusa.
-Ha avuto un incidente. Qualche settimana fa. E ha battuto la testa...e ha riportato un grave danno. Da quel giorno non si è ricordata nulla; chi era, chi sono, che cosa ha fatto. Ho acquistato una casa qui a New York per venire a vivere con lei, la volevo aiutare. Ogni mattina si svegliava chiedendomi dov'era o chi sono. E io le dicevo le stesse cose. E ora, quando si sveglia, si ricorda dov'è, chi sono, chi è, ma non si ricorda nulla di quello che era un mese fa. È come se avesse resettato tutti i suoi ricordi, ha detto il dottore. E io, stupida come sono, la scorsa settimana le ho detto che la amo, e la ho baciata. Ma...non sono sicura che lei mi ama come io amo lei.
Ho spiegato. Sentendo la mia spiegazione, Erica aveva gli occhi spalancati. Era sorpresa, confusa, e felice.
-Be'...e ora lei dov'è?
Ha chiesto.
-È in biblioteca. Ha detto il dottore di farle creare ricordi nuovi. Così, ha detto che guarirà.
Ho risposto. Proprio quando stava per aprire la bocca per replicare, il mio cellulare ha iniziato a squillare. Ho guardato chi era, e sorrisi non appena vidi che mi stavi chiamando.
-Devo andare.
Ho detto con un sorriso.
-Okay. Ah e Karlie...devi essere te stessa con lei. Se ti chiede silenziosamente di avere il suo spazio, dalle quello che vuole. Se vuole stare con te e ha bisogno di te, allora sii al suo fianco.
Mi ha detto. Le ho sorriso e ho accennato un piccolo 'grazie', e uscì dalla porta.
Non appena sono arrivata davanti alla porta della biblioteca, ti ho visto con un uomo e stavate ridendo. Il mio cuore affondò, a quella vista. Lui, per me un perfetto sconosciuto, ti stava rendendo felice, mentre io, la tua migliore amica, non riusciva nemmeno a farti sorridere.
Scesi dalla macchina e mi avvicinai a voi.
-Karlie, lui è Alan.
Hai detto. Gli hai sorriso in un modo che non avevo mai visto, e faceva male, vedere come lo guardavi.
-Piacere mio, Alan.
Ho detto, fingendo un sorriso. Gli ho scossato la mano, ma lui ti stava guardando e continuavate a sorridervi a vicenda. Ti sei già dimenticata che ti amo?
-Voi due siete amici? Mi fa piacere che hai trovato un amico, Taylor.
Ho detto con un piccolo sorriso. Tu hai scossato la testa, anche tu sorridendo.
-No, noi ci frequentiamo.
Hai ribattuto con un sorriso, ovviamente rivolto verso Alan. Il mio sorriso scomparve. A quanto pare, ti sei dimenticata che ti amo, allora.
Non ho fatto altro che annuire, ma dentro di me, avevo il cuore pieno di crepe, e le tue parole, erano come coltelli affilati.
-In verità, ci amiamo.
Ha aggiunto Alan. Non ho nemmeno annuito, vi ho solo guardato scambiare sguardi. E quando mi hai guardato, ti ho sorriso dolcemente, per farti capire che io, forse, stavo bene. Ma in verità, io non stavo bene. Io ti amo. E io non voglio lasciarti, ma tu mi lasci continuamente.
-Ci vediamo, Alan.
Hai detto, sorridendogli.
-Ci vediamo, Taylor.
Vi siete baciati e abbracciati, proprio davanti a me, come se io non esistessi. E ho sentito qualcosa dentro di me rompersi, lacerarsi.
Sei entrata in macchina di fianco a me, avevi ancora quel sorriso di cui mi sono innamorata.
-Non è fantastico?
Hai chiesto, guardando davanti a te, con occhi sognanti. No, non era fantastico. Non per me.
-È bello che hai trovato qualcuno.
Ho detto con un sorriso sforzato, ma ho sentito dal suono della mia voce che tremava, la mia voce era ferita. Ma tu, come sempre, non lo hai notato.
STAI LEGGENDO
Looking For You Again
FanfictionA volte è un bene avere paura. Significa che hai ancora rimasto qualcosa da perdere. [Karlie Kloss x Taylor Swift. I fatti non sono mai realmente accaduti. Storia ispirata dalla canzone Looking for you again di Matthew Perryman Jones.]