Capitolo 13

64 6 4
                                    

"Amore adesso vado da mio padre, ci si vede stasera, ti amo tanto"
"Anche io ti amo,a sta sera"
Partenza ore 10:07, accendo il motorino, metto il casco ed ascolto la musica.
Parto.
"Broom broom"
Sfreccio via, sempre dritto, giro a destra.
Semaforo rosso,arancione, si riparte è verde.
Dritto,curvo,giro a sinistra.
Vedo un camion, è contromano.
Buio, c'è il buio.
Sento rumore, tanto rumore, voci di persone.
"Chiamate il 118,chiamate il 118" qualcuno lo urla insistentemente.
Ora vedo delle macchie verdi su uno sfondo nero, completamente nero.
Ora le macchie sono rosse.
Sento tanto dolore, non riesco a muovermi, sono paralizzata.
Queste urla, i rumori dell'ambulanza, della polizia, mi stanno rimbombando in testa, c'è tanta confusione, ma non potendo vedere e non potendomi muovere non posso sapere che cosa sta succedendo.
Crollo,sono spenta,rimane vivamente il mio pensiero.

*DUE GIORNI DOPO*

"Juliet, ci sei? Sei sveglia?amore riesci a vedermi?"
Ho gli occhi socchiusi, mi gira la testa.
Vedo sfocato, sono sopra un letto, non so dove mi trovo.
In un lato del letto c'è un ragazzo giovane, non riesco a identificare chi sia, d'altronde vedo poco e niente, dall'altra parte del letto c'è un uomo adulto, robusto un po' pelato.
"Cioccolatina sono papà, riesci a vedermi?"
È mio padre, è il mio amato papà, il mio grande eroe pelato.
"Pa-p...papà" lo dico con voce bassa, non ho la forza di parlare.

Baciami,adesso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora