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MERLINO

Camminai nell'erba verde e brillante, che mi sfiorava gli scarponcini logorati dal tanto camminare, mentre un grosso camion di surgelati ,passò al mio fianco diretto nella direzione opposta.

Prima di proseguire sulla strada verso la cittadina Glastonbury, mi guardai dal basso all'alto: avevo i vestiti scuciti e logorati e una pulita mi avrebbe giovato.

Fortunatamente avevo un amico in città che mi avrebbe aiutato volentieri, anche se non mi vedeva da un po'.

In fondo dovevo cercare il prescelto e dovevo almeno avere un aspetto decente.

I piedi iniziarono a muoversi da soli anche se a ritmo da tartaruga; mentre camminavo immaginai di essere giovane come una volta, come quella volta.

Ormai i corti capelli neri lucidi, erano stati sostituti da lunghi capelli bianchi che coprivano le orecchie leggermente a sventola, e sul mento una lunga barba bianca era spuntata già da qualche centinaio d'anni; il tutto terminava con numerose rughe che ricoprivano il mio volto vecchio e stanco.

Una cosa però era rimasta uguale: i miei profondi, vispi e grandi occhi blu che avevano fatto e visto molte magie.

Dopo circa 10 minuti arrivai a una fermata dell'autobus e decisi di prenderne uno diretto al centro città.

Ormai camminavo da giorni e non avrei potuto farlo ancora per molto, visto la mia debolezza.

Mi sedetti sulla panchina di plastica vicino a una giovane ragazza con un ampio borsone blu scuro la quale guardava un aggeggio rettangolare, che avevo imparato si chiamasse cellulare.

Non sapevo a che ora avessi dovuto prendere il bus, così decisi di chiederglielo.

- Mi scusi signorina, sa per caso a che ora passa il prossimo autobus per il centro di Glastonbury?-

- Si certamente. Per il centro passerà tra 10 minuti circa; quindi quello dopo che prenderò io. -

- Grazie mille signorina ...? -

- Vanessa, Vanessa Pentdragon –

Quel nome risuonò nella mia mente come un tuono risuona durante un temporale; e possibile che possa essere lei quella che stavo cercando?

- Piacere di conoscerla. Mi chiamo Merlino – fece una piccola risata.

- Solo Merlino? Non ha un cognome? e poi per favore non mi dia del lei, ho solo 16 anni Signor Merlino –

- Si solo Merlino, il mio cognome ... non mi piace ... comunque è molto particolare anche il tuo cognome –

- Si se ne è accorto, eh? E' solo un cognome come un altro anche se la mia famiglia mi ha fatto una testa così sull'origine di esso... ahah. Invece il suo nome Merlino è piuttosto insolito! –

- Si esatto, è molto strano. Conosci l'origine del tuo cognome ? –

- Si, i miei affermano che discendiamo dalla famiglia di Re Artù, ma è una vecchia storia che mi raccontavano da piccola –

- Sarei curioso di sentirla, Vanessa. –

- Se è interessato a conoscerla potrebbe venire domani sera a cena a casa nostra; i miei genitori sono insegnanti universitari di letteratura e mitologia medievale e hanno sempre piacere a ... fare il loro lavoro, fuori dal lavoro – Rise un'altra volta e lo feci anch'io: era bello avere contatti umani dopo tanto tempo.

- Verrei volentieri, ma sei sicura che i tuoi genitori saranno d'accordo? -

- Si certamente non si preoccupi gli parlerò io appena ritorno da scherma. Aspetti... - staccò un foglietto da un piccolo diario che prese dal borsone e ci scrisse sopra qualcosa.

- Questo e l'indirizzo di casa mia. Non è molto lontana dal centro, io ero qua perché dovevo finire una ricerca con una mia compagna di classe.-

- Quindi abita qualcuno in queste casette? – scherzai, indicando le mini costruzioni marroni sparse per la campagna circostante.

- Sì, sono soprattutto famiglie che sono qua da generazioni e che possiedono delle terre –

Mi guardai intorno: erano passati quasi cinque minuti e la strada era ancora deserta.

Passò un camion e mi venne in mente il lago.

- Lo conosci il lago che c'è poco lontano da qua? –

- Oh, intende il lago di Avalon? –

- Si, quello-

- Si lo conosco ... ma è vietato andare sull'isolotto, secondo gli abitanti di Glastombury –

- Quindi non ci sei mai andata? -

- No, ma diciamo... che mi sto organizzando per farlo... naturalmente di nascosto – accennò un sorriso – la ringrazierei molto se questo dettaglio lo ometterà a casa dei miei genitori-

- Non ti preoccupare; anche perché intendo accamparmi lì tra qualche giorno – mi guardò sbalordita poi sorrise e continuò.

- Allora la verrò a trovare volentieri – rise mentre un autobus verde si fermo davanti a noi e le porte si aprirono lentamente.

- Allora ci vediamo domani sera Merlino; e si ricordi che il prossimo autobus è il suo –

La salutai mentre l'autobus partiva, e Vanessa mi guardava da una finestra all'inizio della vettura.

Forse le mie domande avrebbero avuto una risposta l'indomani, a casa della ragazza. Forse avrei trovato la famiglia di cui avevo perso le tracce e forse avrei di nuovo avuto un motivo per vivere un altro centinaio d'anni.


L'Eredità di ArtùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora